Commento al Vangelo del 14 dicembre 2016 – don Antonello Iapicca

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AVVENTO E’ CAMMINARE NELLA CHIESA PER VEDERE L’AMORE DI DIO NELLA NOSTRA VITA SENZA SCANDALIZZARCI DELLA NOSTRA DEBOLEZZA

Come ciascuno di noi, Giovanni vede sorgere nel cuore la domanda che riassume il dilemma dell’esistenza: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo attenderne un altro?”. In carcere per la Veritร , Giovanni chiede conferme su Colui che ha annunciato. Il carcere รจ una metafora della sua vita.

A causa di Cristo รจ separato dal mondo, santo in mezzo allโ€™impuritร . Il mondo lo ha condannato come condanna ogni giorno la veritร . E’ l’esperienza di ogni apostolo, di ogni cristiano, martire della Parola fatta carne.

E’ l’esperienza dei giovani cristiani, separati i virtรน della primogenitura, non piรน del mondo ma ancora chiamati a vivere nel mondo. Sentono premere sulla pelle e sulle ossa le tentazioni e la castitร , lโ€™obbedienza e il sacrificio pesano come catene. Spesso la Veritร  sembra proprio aver incatenato le gioie, le passioni, la poesia della vita, e l’esistenza afferrata da un annuncio di libertร  sembra condannata a spegnersi in una cella.

Le catene stringono le pulsioni sessuali che il mondo spinge a seguire, la porta sbarra la strada a discoteche e concerti affollati di ragazzi. Cosรฌ per tante mogli, assalite come giร  Eva dalle menzogne suadenti del demonio, che dipinge le pareti domestiche come fossero le grate di un carcere, e i pannolini dei bambini come fossero strumenti di torture.

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E il matrimonio comincia ad apparire come un convento di clausura che non si รจ scelto, che sottrae indipendenza, realizzazione di sรฉ, taglie e libertร , amicizie e svaghi. Chiamate a donarsi nella sottomissione che dischiude il Cielo nella carne della vita coniugale, si finisce con il sottomettersi al duro giogo della menzogna che sbiadisce lโ€™identitร  di donna, moglie e madre per indossarne di false. Cosรฌ per tanti mariti, che ogni ritorno a casa sembra una condanna, un ergastolo da scontare dietro ai capricci di moglie e figli.

Chiamati a morire per la moglie come Cristo per la sua Chiesa, si trovano a vivere nel matrimonio come dentro un carcere di massima sicurezza. O la malattia che ti divora senza pietร , e ti restano pochi mesi di vita. La malattia e la morte di tuo figlio, di tuo padre o di tua madre che sei ancora cosรฌ giovane. O il fidanzato, che non arriva maiโ€ฆ O che se ne รจ andato lasciandoti con un messaggino.

E tutta la vita scorre tra mille progetti e tentativi di evasione, nellโ€™illusione di trovare la felicitร  nella libertร  che ti incatena alla dittatura delle concupiscenze. Per questo la domanda sale prepotente: รจ Cristo la Veritร ? E’ davvero Lui il Salvatore? E’ Lui che attende il mio cuore impaziente di libertร  e felicitร ? E’ Lui o devo aspettare qualcun altro, qualcosa d’altro? La volontร  di Dio รจ il solo senso autentico che dร  pienezza alla mia vita?

E oggi, come un preludio alla sua risposta fatta carne, il Signore ci risponde come ha risposto a Giovanni: invia la sua Chiesa, i testimoni che hanno visto la Parola incarnarsi nei segni da Lui compiuti. Essi indicano il Cielo, un potere che scavalca il muro delle possibilitร  umane: gli angeli che la notte di Natale hanno annunciato: โ€œGloria a Dio nellโ€™alto dei Cieli, e pace in terra agli uomini che Dio amaโ€.

Gloria a Dio nellโ€™alto dei Cieli per i โ€œciechi ricuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi riacquistano l’udito, i morti risuscitano”, e pace a loro, ai “poveri a cui รจ annunciata la Buona Novella” sulla terra dove hanno toccato un frammento di paradiso nellโ€™amore onnipotente del Padre. Pace a noi quindi, o no?

Forse no, niente pace in noi. Allora domandiamoci: โ€œche cosa abbiamo visto e udito nella nostra vita? Perchรฉ senza aver udito e visto non si puรฒ credere, non si รจ certi di aver incontrato Colui che abbiamo sempre atteso senza l’esperienza concreta e raccontabile del suo amore. I discepoli di Giovanni racconteranno quello che hanno visto e udito, come ogni apostolo, testimoni di un’esperienza.

Giovanni Battista, cugino di Gesรน, che ancora nel grembo di Elisabetta ha esultato alla voce di Maria, che ha visto scendere lo Spirito Santo come una colomba su Gesรน, non aveva ancora la certezza che fosse Lui il Messia. Cosรฌ nella nostra vita, percezioni, sentimenti, ma non basta.

Anche Pietro ha confessato Gesรน come l’Inviato, il Figlio di Dio, e un istante dopo s’รจ perso nei pensieri della carne. Occorre qualcosa in piรน, โ€œvedere e udireโ€, e il sigillo dello Spirito su quanto visto e udito. Ecco la nostra vita, ecco le nostre infermitร , le catene, i peccati. Eccoli in fila, sono piรน numerosi del nostro capo.

Ed ecco il Messia, Lui nella nostra vita, l’Agnello immolato che prende su di sรฉ le nostre infermitร  e i nostri peccati. E fa nuove tutte le cose, creando in noi un cuore nuovo. Non sono parole, fantasie, e neanche semplici intuizioni. Sono fatti, davanti ai nostri occhi. Per questo oggi risuona nelle nostre orecchie la Parola di Vita della Buona Notizia che ha il potere di realizzare ciรฒ che annuncia.

I pastori andarono senza indugio alla Grotta di Betlemme e โ€œvidero esattamente come avevano udito dalla voce degli angeliโ€. C’รจ anche per noi una grotta, una stalla e una mangiatoia. Gli angeli appaiono anche oggi sul nostro cammino, gli apostoli che instancabilmente annunciano il Vangelo ad ogni creatura. Andiamo a Betlemme dunque, andiamo al fondo della nostra vita, lรฌ dove piรน povero รจ il nostro cuore.

Andiamo senza indugio alla mangiatoia, lรฌ dove hanno mangiato animali d’ogni tipo, dove la carne cioรจ l’ha fatta da padrona. Lรฌ dov’รจ la fonte dei nostri peccati e dove ogni giorno s’ingrassa il nostro uomo vecchio. Non temiamo di scoprirci incapaci di perdonare, di dimenticare.

Andiamo a vedere, nella nostra debolezza, il suo potere. Perchรฉ proprio lรฌ, nella mangiatoia dove, sino ad ora, abbiamo mangiato povera paglia incapace di trasformarci, “in quel momento”, ora, e ogni giorno, Lui si fa pane per saziarci e trasformarci in pane per gli altri.

Unico intralcio, lo scandalo per il suo amore che nasce da quello che abbiamo per la totale debolezza nella quale Lui vuole deporre la forza infinita dell’amore. Lo scandalo che ci fa inciampare impedendoci di andare a vedere il suo amore. La paura che prende un giocatore di poker prima di rilanciare e, appunto, andare a vedere.

Ma essa รจ figlia di chi ha preso la vita e la fede come un gioco d’azzardo, e il cristianesimo non lo รจ, perchรฉ l’amore vince il timore. “Beato” allora chi crede, che cioรจ, come un bambino che si fa prendere per la mano dal papร , si appoggia alla parola e alla fede della Chiesa, per andare a vedere i segni che Cristo ha operato ed รจ pronto ad operare nella nostra vita. Solo cosรฌ potremo “riferire” alla domanda di Battista che alberga nel nostro cuore, che รจ proprio Lui il Salvatore che aspettiamo. “Beato” dunque รจ “chi non si scandalizza” di Cristo vivo nella stoltezza della predicazione perchรฉ ascoltandola, smette finalmente di “aspettare Godot”.

Non esiste e non esisterร  mai un’altra moglie, un altro marito, un altro figlio, un altra storia, un altro se stesso: esiste, รจ autentico solo quanto oggi ci รจ dato da Dio: alla povertร , alla cecitร , alla sorditร , alla lebbra, alla morte che oggi costituisce la nostra vita รจ inviato il Signore, nella semplicitร  e nella stoltezza della predicazione della Chiesa. Anche oggi, sospinti dalla Grazia, siamo chiamati ad ascoltare, accogliere e credere, perchรฉ la nostra vita, questa e nessun’altra, sia colmata del suo amore ed in esso trasfigurata.

Beati noi se, cosรฌ come siamo, ci lasciamo attirare dall’amore infinito annunciato dalle sue braccia distese per accoglierci senza condizioni. La debolezza, l’Astheneia – la fiacchezza del corpo e dellโ€™anima, la precarietร , lโ€™incapacitร  di compiere il bene – non รจ un ostacolo, รจ il segno della forza di Dio! E’ la mangiatoia del Natale del Messia.

E’ lรฌ che ci aspetta, e proprio nel โ€œcarcereโ€ dove siamo rinchiusi per essere di Cristo, potremo crescere nella fede insieme alla Chiesa che vi รจ rinchiusa per noi, sino alla certezza incrollabile che Lui รจ il Messia, lโ€™unico che ci ama cosรฌ come siamo, perchรฉ laddove la carne e il mondo non trova gioia e pace, i cristiani vivono senza mancare di nulla. In carcere come in un anticipo di Paradiso.

Don Antonello Iapicca
Busshozan cho ko 31-1
761-8078 Takamatsu
JAPAN
Tel. in GIAPPONE: 0081-9028917822

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Dal Vangelo secondo Luca 7,18b-23

In quel tempo, Giovanni chiamรฒ due dei suoi discepoli e li mandรฒ a dire al Signore: โ€œSei tu colui che viene, o dobbiamo aspettare un altro?โ€.

Venuti da lui, quegli uomini dissero: โ€œGiovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: Sei tu colui che viene o dobbiamo aspettare un altro?โ€

In quello stesso momento Gesรน guarรฌ molti da malattie, da infermitร , da spiriti cattivi e donรฒ la vista a molti ciechi.
Poi diede loro questa risposta: โ€œAndate e riferite a Giovanni ciรฒ che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi vengono sanati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri รจ annunziata la buona novella. E beato รจ chiunque non sarร  scandalizzato di me!โ€.

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