Il commento al Vangelo di domenica 13 Maggio 2018 a cura di p. Ottavio De Bertolis.
โColui che discese [dal cielo] รจ anche colui che ascese al di sopra di tutti i cieli, per riempire tutte le coseโ; come lโacqua irrora la terra, cosรฌ Gesรน riempie del Suo santo Spirito tutto il creato, inaridito dal peccato e dalla morte, e diffonde su ogni creatura, quasi espandendola senza fine, la sua stessa risurrezione, la vittoria che il Padre gli ha donato sulle potenze infernali del male e della morte. Lโascensione รจ il compimento della Pasqua, e in questo senso รจ solennitร maggiore della Pasqua stessa: infatti รจ lโestendersi della risurrezione dal corpo fisico di Cristo, quello che fu glorificato dalla volontร del Padre per mezzo dello Spirito vivificante, al suo corpo mistico, a tutta la Chiesa, a noi sue membra, e infine a tutta la creazione. Cristo conduce in cielo, cioรจ nel mondo di Dio, quindi allโadozione a figli, alla grazia, al poter vivere come Lui ha vissuto, quegli uomini che erano usciti dal cielo, dal paradiso perduto, dal giardino dal quale Adamo ed Eva, nel racconto del Genesi, erano stati cacciati. Lโobbedienza del Figlio ha guarito la disobbedienza del servo, e lโultimo Adamo ha riscattato il primo Adamo. Lโascensione รจ il ritorno di tutti noi a quella patria perduta; Gesรน si รจ abbassato fino a dove eravamo noi, ci รจ, per cosรฌ dire, venuto a prendere lรฌ dove eravamo noi, per riportarci dove era ed รจ Lui, accanto al Padre. In questo modo รจ finito il regno della colpa ed รจ stato iniziato fin da ora il regno di Dio, la sua signoria sul nostro mondo e sulla nostra storia.
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โIl Signore regna, esulti la terra โ dice un salmo โ nubi e tenebre lo avvolgono, giustizia e diritto sono la base del suo tronoโ. Sembra in effetti che regnino altri sedicenti โsignoriโ nelle nostre vite, e di questi tiranni noi sentiamo spesso il peso e la schiavitรน, ma Colui che davvero รจ sopra di tutti, cioรจ che รจ il vero Signore, รจ Gesรน, e con Lui il Padre. Le nubi e le tenebre alle quali allude il salmo sono appunto tutte quelle oscuritร e opacitร che a volte ci circondano: oltre esse, cโรจ la giustizia e il diritto di Dio, cioรจ il suo farsi presente nelle nostre vite con la potenza del suo Spirito, nella Parola, nei Sacramenti, nella vita di grazia che ci accompagna ogni giorno, che riportano la sua giustizia, dove cโรจ lโingiustizia del peccato nostro e degli altri su di noi, il diritto dove ci sono le righe storte delle nostre esistenze, e la vie interrotte delle nostre relazioni tra di noi, spezzate o cancellate. La giustizia di Dio, o il suo diritto, termini sinonimi, รจ infatti la sua salvezza, il farci figli dove eravamo diventati estranei, a Dio e tra di noi. E cosรฌ noi siamo glorificati in Lui, e Lui รจ glorificato in noi.
Il Vangelo ci mostra i segni di questa vittoria, con le parole simboliche, ma non per questo meno reali, della Scrittura. A noi sarร dunque dato di โscacciare i demoniโ; chi vive in se stesso la comunicazione della risurrezione del Figlio, la sua stessa signoria sul male e sulla morte, รจ vittorioso sulle forze demoniache intorno a lui, e diviene portatore della vittoria stessa di Gesรน, che si servirร di lui come di un tramite. Cosรฌ i credenti cacciano i demoni della solitudine con la loro caritร , della tristezza e dellโabbandono con lโumile servizio del prossimo, dellโangoscia e della depressione con la testimonianza della loro fede. Considerate le vite dei santi, e vedete se non รจ stato proprio cosรฌ; e quel che hanno fatto loro, lo possiamo, e dobbiamo, fare anche noi.
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Possiamo anche parlare lingue nuove: se il mondo parla la lingua di sempre, quella dellโinteresse personale che non crea amicizie, ma solo utili alleanze, noi possiamo costruire relazioni disinteressate e fedeli. Se molti concepiscono il mondo come una torta dalla quale prendere la fetta piรน grande, noi possiamo, sostenuti dalla potenza del Cristo Signore che dai suoi cieli ci riempie della sua grazia, dividere la nostra, e saziarci ancora maggiormente. Se per tanti รจ inevitabile parlare il linguaggio antico del cinismo e della disperazione, noi possiamo parlare il linguaggio nuovo della fede, della speranza e dalla caritร , e dimostrare che il cielo non รจ chiuso o lontano, ma si รจ aperto su di noi e per noi. Possiamo parlare il linguaggio nuovo della preghiera e della vita interiore, in un mondo che รจ connesso solo con se stesso.
Possiamo prendere in mano i serpenti; fare cose che richiedono coraggio e che noi non riusciremmo a fare, se lasciati alle nostre sole forze, e riuscire a tenere in mano qualche cosa di viscido e di sfuggente, cioรจ dominare quei pericoli striscianti o quelle serpi che sempre stavano al nostro calcagno. Chi crede sperimenterร non di diventare un superuomo investito di magici poteri, ma che, rimanendo quel che รจ, con tutte le sue debolezze, contraddittorietร e perfino peccati, la potenza di Dio opererร in Lui, al di lร di quanto si potrebbe ragionevolmente pensare. Cosรฌ Paolo dirร che Dio ha scelto ciรฒ che รจ debole, ignobile e disprezzato, dagli altri o anche da te stesso, per ridurre a nulla le cose che sono apparentemente potenti e vittoriose, perchรฉ nessuno possa gloriarsi davanti a Dio: e questo siamo precisamente noi, disprezzati da molti, e forse anche da noi stessi. Infatti i veleni del mondo non ci uccidono. LโEucaristia รจ lโantidoto ad ogni male, che ha in sรฉ la capacitร di spegnere il potere avverso del demonio e delle forze da lui dirette: cosรฌ noi ci accostiamo alla mensa del Signore non per essere trasformati in semidei, ma per ricevere la forza e il sostegno del nostro cammino, fino a quando non rientreremo in quel cielo che Gesรน ci ha di nuovo aperto. Insomma, come Gesรน opera in noi guarendoci e vivificandoci, cosรฌ anche noi, riempiti di quella vita, possiamo trasmetterla: imporranno le mani ai malati, e questo guariranno.
E in tal modo Gesรน ha stabilito alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e maestri. Ma non interpretate queste parole in senso solamente clericale, come se riguardassero solamente la gerarchia della Chiesa. Ci riconosciamo tutti inviati, cioรจ โapostoliโ, in questo mondo per essere segno dellโamore di Gesรน per gli uomini, perchรฉ Lui parli e agisca per mezzo nostro; cosรฌ รจ profeta chi annuncia, con la vita prima che con le parole, quella vita nuova e bella che Gesรน ci ha donato; รจ evangelista chi fa risuonare esplicitamente, in un mondo vuoto, il nome di Gesรน, la testimonianza esplicita di Lui, proposto e indicato presente nellโinfinita bellezza della sua parola; siamo pastori quando conduciamo al buono e al bello della vita, ai pascoli verdeggianti dellโamore di Dio rivelato da Gesรน, e maestri non di altro se non di umiltร , mansuetudine e pazienza. E cosรฌ il mondo e la storia tutta si riempie di Gesรน, dellโamore infinito dello Spirito, del Nome dolcissimo del padre, anche con la nostra cooperazione. Siamo cosรฌ compagni di Gesรน, partecipi delle sue fatiche e della sua consolazione, scegliendo e desiderando per noi quel che Lui per sรฉ ha scelto e desiderato.
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
VII DOMENICA DI PASQUA โ ASCENSIONE DEL SIGNORE โ ANNO B
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- Colore liturgico: Bianco
- At 1, 1-11; Sal. 46; Ef 4, 1-13; Mc 16, 15-20
Mc 16, 15-20
Dal Vangelo secondo Marco
15E disse loro: ยซAndate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. 16Chi crederร e sarร battezzato sarร salvato, ma chi non crederร sarร condannato. 17Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demรฒni, parleranno lingue nuove, 18prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherร loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guarirannoยป. 19Il Signore Gesรน, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. 20Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 13 โ 19 Maggio 2018
- Tempo di Pasqua VII
- Colore Bianco
- Lezionario: Ciclo B
- Anno: II
- Salterio: sett. 3
Fonte: LaSacraBibbia.net
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