Commento al Vangelo del 12 Agosto 2018 – p. Roberto Mela scj

- Pubblicitร  -

Pane per la vita del mondo

Dopo il racconto dellโ€™uscita dallโ€™Egitto (Es 1,1 โ€“ 15,21), comprendente la descrizione della schiavitรน e della missione di Mosรจ (1,1 โ€“ 10,29), il racconto della Pasqua (11,1 โ€“ 13,16) e lโ€™evento del Mar Rosso (13,17 โ€“ 15,21), nella seconda parte (15,22 โ€“ 18,27) il testo si sofferma sulla sfida del deserto. Dopo aver ricordato la protesta del popolo a Mara (15,22-27) e prima di descrivere quella avvenuta a Massa e Meriba (17,1-7), lโ€™autore del libro ricorda il dono della manna e delle quaglie (16,1-36). Anche in questa riflessione ci avvaliamo del valente commentario allโ€™Esodo approntato dal biblista piemontese Michelangelo Priotto (Bagnolo Piemonte [CN] 18/11/1945) docente allo Studio teologico Interdiocesano di Fossano (CN).

Mormorรฒ

Lโ€™autore raccoglie qui la ricca meditazione della tradizione che ricordava come, dopo quella della sete, il popolo si trovi ad affrontare lโ€™altro grande nemico del deserto: la fame. Il 15 giorno del secondo mese dallโ€™uscita dallโ€™Egitto, โ€œtutta la comunitร  dei figli di Israele/kol-โ€˜ฤƒdat benรช Yiล›rฤโ€™ฤ“lโ€ si trova nel deserto di Sin. La localizzazione รจ incerta anche per lโ€™assonanza fra le varie denominazioni: sรฎn/sรฎnay (Sinai), sรฎn/แนฃรฎn (Zin). Spesso il deserto di Sin รจ stato identificato con la distesa di sabbia detta Debbet er-Ramleh (dune di sabbia), tra Serabit el-Khadim e le propaggini dellโ€™altopiano di Tih. Ma lโ€™itinerario della comunitร  piรน teologico che geografico. Le date ricordate, lโ€™espressione liturgica โ€œcomunitร  degli israelitiโ€, le riflessioni sul sabato, sulla manna e la sua conservazione liturgica mostrano come il redattore sacerdotale intenda ricordare soprattutto il protagonista della storia: la presenza di YHWH fra il suo popolo. Alla luce della liturgia, egli sta rivivendo lโ€™epopea di liberazione di Israele, ricordando lโ€™evento del liberazione con un ritmo che segue il calendario liturgico e che ha visto celebrazioni in vari luoghi ben determinati.

La comunitร  (liturgica) degli israeliti giunge al deserto di Sin un mese esatto prima della celebrazione della Pasqua, il 15 del secondo mese (= adar). In modo compatto celebra perรฒ una liturgia laica di mormorazione (wayyallรฎnรป/wayyallล[รด]nรป < lรปn/lรฎn). I destinatari delle critiche sono le due guide visibili del cammino, i fratelli Mosรจ e Aronne. Dopo Es 12,50, ricompare anche Aronne, probabilmente perchรฉ connesso al clima sacerdotale del brano, incentrato sulla manna e al sua conservazione. Il bersaglio ultimo della mormorazione รจ perรฒ la guida invisibile, YHWH. Egli non รจ manipolabile; รจ oggetto di pura fede, sostenuta perรฒ da segni concreti di amore e di interesse concreto per il suo popolo.

Il popolo celebra una liturgia laica antiesodica, che torna allโ€™indietro non per magnificare e rendere presente una liberazione, ma per rivivere con nostalgia i pasti assicurati, pur in regime di schiavitรน. YHWH รจ ricordato com un sospirato agente che avrebbe dovuto dare la morte anzichรฉ permettere che i suoiย  rappresentanti conducessero il popolo allo stesso risultato facendo patire inutilmente le pene dellโ€™inferno e ย differendo solamente nel tempo lo stesso risultato finale.

- Pubblicitร  -

Il popolo ha appena vissuto e cantato lโ€™epopea del passaggio del mar Rosso (Es 14,5 โ€“ 15,21), eppure ย giร  rimpiange la schiavitรน, pur senza nominarla. Celebrazione laica di morte, celebrazione negatrice della libertร , avvitamento smemorato e ingrato sulle sicurezze umane, senza la percezione della schiavitรน che inquina e avvelena tutto con la mancanza di libertร , di dignitร , della coscienza acquisita nel cammino di essere il popolo scelto da YHWH come sua โ€œproprietร  particolare/segullฤhโ€ (cf. Es 19,5; Dt 14,2) sulla terra che tutta appartiene a lui. Delle tre dimensioni di cui vive lโ€™uomo e la comunitร , celebrate e rese presenti nella liturgia, gli israeliti amputano la profonditร  del presente e lโ€™insondabile ma sicura prospettiva contenuta nel futuro. Del passato si ricordano solo i pasti (nella schiavitรน), del presente si vede solo la povertร  della crosta superficiale (ignorando la profonditร  della libertร  acquisita), il futuro nemmeno รจ menzionato, mentre la spinta dinamica della speranza dovrebbe essere invece sempre la molla che sostiene e spinge in avanti il cammino di ogni uomo e di un popolo intero. Memoria avvelenata, memoria monca e ingrata. Memoria di โ€œpanciaโ€ scollegata dal cervello. La sazietร  in Egitto faceva dimenticare la schiavitรน, appiattiva sul presente senza orizzonti liberanti di futuro.

Pioggia di pane

โ€œEccomi/hinenรฎโ€ ribatte YHWH al suo agente in campo Mosรจ, eccomi a โ€œfar piovere/mamแนญรฎrโ€, dopo la grandine punitrice dal cielo (9,18.23), anche del pane di vita per il popolo affamato e senza fede. Mangiavano pane di schiavitรน (v. 3), mangeranno un pane sconosciuto agli uomini (cf. Dt 8,3), che viene direttamente dal mondo provvidenziale di Dio. Farรฒ piovere pane, avranno pioggia che nutre, pane e acqua assicurati, vita certa nel deserto. โ€œColui che cammina nella giustizia e parla con lealtร , che rifiuta un guadagno frutto di oppressione, scuote le mani per non prendere doni di corruzione, si tura le orecchie per non ascoltare proposte sanguinarie e chiude gli occhi per non essere attratto dal male: costui abiterร  in alto, fortezze sulle rocce saranno il suo rifugio, gli sarร  dato il pane, avrร  lโ€™acqua assicurata. (Is 33,15-17).

Lฤkem laแธฅem, per voi pane. รˆ lโ€™amore personalizzato e sollecito di YHWH, che da Mosรจ rivolge la parola direttamente agli israeliti ingrati e sfiduciati.

Lโ€™amore di YHWH รจ presente, gratuito verso gli ingrati, indiscriminato verso cattivi e giusti (cf. Mt 5,45), misericordioso verso i recriminatori, memore verso gli immemori. Gli israeliti tornano a compiere il peccato originale, il peccato di sempre: โ€œdimenticare/ลกฤkaแธฅโ€. La riflessione dellโ€™autore รจ teologica, non un resoconto cronachistico. E il peccato divora ciรฒ che sta sotto la crosta dellโ€™apparire. La mormorazione corrode i rapporti, rovina la relazione di alleanza, con lโ€™amore preveniente e asimmetrico che lega YHWH agli israeliti

La prova

Il primo dei due comandi dato da YHWH รจ quello di โ€œspigolare/raccogliere/lฤqaแนญ (e non qฤbaแนฃ)โ€ (il verbo tornerร  9 volte nel capitolo). Gli israeliti spigoleranno come i poveri difesi dal diritto di YHWH nel racimolare i resti della mietitura (cf. Lv 19,9; 23,22; Rt 2,2.3.7.8.15.16.19.23). Spigoleranno giorno per giorno il dono โ€œdallโ€™immenso campo di grano del cieloโ€ (M. Priotto). Dovranno spigolare come poveri che dipendono dal dono immeritato. Porranno un limite alla loro voracitร  e allo spirito di accumulo accaparratore egoistico e incredulo nei confronti della presenza quotidiana provvidente di YHWH. La vita nasce non dallโ€™accumulo, ma dallโ€™accoglienza di un dono. La logica vincente della pace deriva dallโ€™accoglienza del gratuito, non dalla pianificazione ragionieristica dellโ€™accaparramento prometeico. Io vivo grazie al dono dellโ€™altro, dal dono del suo sguardo, dalla luce dei suoi occhi, dal perdono delle sue lacrime. Deve essere sradicato anche lโ€™altro peccato originale, quello di voler mangiare e arraffare tutto, senza lasciar spazio allโ€™altro e al mistero. Questo il peccato della prima umanitร  e di quella di sempre.

Questa รจ la prova a cui YHWH sottoporrร  gli israeliti (โ€™ฤƒnaล›ล›ennรป). In questo modo egli potrร  non tanto provocare il male della fame per vederne gli effetti nel popolo, ma โ€œtestareโ€ la loro dipendenza dal dono e lโ€™osservanza del sabato, in cui non si potrร  spigolare, avendo raccolto una doppia razione doppia il venerdรฌ. Lโ€™osservanza del sabato sta a cuore al redattore sacerdotale. Essa รจ segno dellโ€™imitazione di YHWH che riposรฒ al settimo giorno (cf. Gen 2,2-3), chiamando lโ€™umanitร  a essere sua immagine e somiglianza nel riposo filiale che partecipa dellโ€™esistenza โ€œgratuitaโ€ di YHWH e della gioia che dร  la sua esistenza celebrata nella comunitร . Figli che riposano liberi. Figli senza ossessione. Gratuitamente hanno ricevuto il dono del pane (pur col lavoro che esalta la dignitร  dellโ€™uomo). Nella gratuitร  celebreranno la festa del Donatore e della comunitร  dei suoi figli.

Manna e quaglie

YHWH ha ascoltato le โ€œmormorazioni/telunnรดtโ€ degli israeliti. Egli รจ il Dio dellโ€™esodo, che ha osservato, ha ascoltato e conosce le sofferenze del suo popolo ed รจ sceso per liberalo (cf. Es 3, 7.8). Il popolo sperimenterร  lโ€™essere pro-esistente del suo Dio godendo del pane e della carne grazie al fenomeno provvidenziale (non โ€œmiracolo contro naturaโ€) che appare allo svanire della rugiada mattutina. Una rugiada di pane, coriandoli commestibili. Pane che piove dal cielo di Dio. โ€œLa manna proviene dalla secrezione di due insetti parassiti (trebutina mannipara e najacoccus serpentinus) di una pianta, la tamarix mannifera, che cresce nella zona centrale del Sinai. Si tratta di una sostanza resinosa, di sapore dolciastro, che si forma sui rami come goccia di rugiada, si scioglie al calore del sole e poi cade a terra, da dove viene setacciata e fatta seccare; i beduini della zona se ne servono come di un pane (cfr. G. Boschi, Esodo, pp. 164-165โ€) (M. Priotto). Lโ€™autore โ€œne dร  unโ€™etimologia popolare, che corrisponde alla domanda spontanea che sorge negli israeliti di fronte a un elemento sconosciuto: โ€˜Che cosa รจ quello [/mฤn hรปโ€™]?โ€™โ€ (M. Priotto). Il dono provvidenziale fornito dalla natura che si esprime nel deserto va letto a un livello piรน profondo: รจ segno di un Dio creatore che offe in cibo allโ€™uomo i frutti della terra (cf. Gen 1,29). Cosรฌ sarร  del dono delle quaglie, che cadono sfinite dal vento contrario che soffia a scadenze regolari nella zona mentre sono in viaggio per trasmigrare verso nord. โ€œQuesto รจ il pane che diede YHWH a voi come cibo/leแธฅem โ€™ฤƒลกer nฤtan YHWH lฤkem leoklฤhโ€, interpreta lโ€™evento Mosรจ, lโ€™agente plenipotenziario di YHWH. Unโ€™indigestione di l e di แธฅ si potrebbe direโ€ฆ

Pane povero, pane dei poveri. Pane essenziale, pane donato.

Pane dal cielo, pane degli angeli (cf. Sal 78[77],24-25: โ€œfece piovere su di loro la manna per cibo e diede loro pane [lett. โ€œgranoโ€] del cielo: lโ€™uomo mangiรฒ il pane dei forti [gr. LXX: โ€œpane di angeli (aggelลn) mangiรฒ lโ€™uomoโ€]; diede loro cibo in abbondanza [lett. โ€œprovvista a sazietร ]โ€.

Pane del Donatore.

Pane di YHWH, di โ€œColui-che-รจ-in-quanto-รจ-vicino-a-te-per-salvartiโ€ (cf. Es 3,14).

Il cibo che rimane

Alla folla, massa indistinta di persone che a Tabgha/Magadan avevano preso parte e goduto del grande segno della โ€œmoltiplicazioneโ€ dei pani, si aggiungono altre persone su โ€œbarchette/ploiariaโ€ giunte dalla vicina Tiberiade. Tutti insieme si dirigono a nord-est, verso la vicina Cafarnao, distante solo alcune insenature delle lago. La gente ha visto una sola barca rimasta, e una partita con i discepoli di Gesรน, ma senza di lui. Tutti si โ€œpongono alla ricerca/zฤ“tountesโ€ di Gesรน. Da dove egli venga, chi sia, dove vada รจ il grande mistero che attraversa tutto il Vangelo di Giovanni. Per questo motiv

Il ciclo di Elia
Dopo aver narrato la successione di David al trono (1Re 1,1โ€“2,46) e aver descritto il regno di Salomone (3,1โ€“11,43), il libro di 1Re segue da vicino la tragedia dello scisma e della storia dei due regni fino alla caduta del regno del Nord nel 722 a.C. (1Re 12,1โ€“17,41). A questo punto lโ€™autore finale dello scritto inserisce il ciclo del profeta Elia, che si concluderร  in 2Re (1Re 17,1โ€“2Re 1,18). La struttura del ciclo di Elia puรฒ essere cosรฌ articolata: inizio del ciclo di Elia (17,1โ€“19,21), guerra aramea e continuazione del ciclo di Elia (20,1โ€“21,29), guerra aramea e conclusione del ciclo di Elia (22,1โ€“2Re 1,18).

Lโ€™inizio del ciclo di Elia (1Re 17,1โ€“19,21) comprende: 17,1 annunzio della siccitร ; 17,2-7 prima parola di Dio; 17,8-16 seconda parola di Dio e miracolo della farina e dellโ€™olio; 17,17-24 risurrezione del ragazzo morto; 18,1-2 terza parola di Dio; 18,3-16 Elia e Obadia; 18,17-40 ordalia sul monte Carmelo; 18,41-46 fine della siccitร ; 19,1-8 fuga nel deserto e viaggio verso il monte Horeb; 19,9-14 la teofania; 19,15-21 missione di Elia.

La vita
Gezabele (โ€™รŽzebel = โ€œAssenza di nobiltร  del Principeโ€?; โ€œDove รจ il Principeโ€?; โ€œil Principe, Signore della terra esisteโ€?; nome teoforo?) โ€“ la moglie pagana del re di Israele Acab (874-853 a.C.), figlia di Etbร al, re dei sidoniti โ€“ fa recapitare a Elia/โ€™ฤ’liyyฤhรป (โ€œIl mio Dio รจ Elโ€) la minaccia di dargli lโ€™indomani stesso la medesima โ€œvita/nepeลกโ€ che egli ha riservato ai 450 profeti di Baโ€˜al, morti ammazzati da lui al fiume Qishon, alle falde della catena del Carmelo dopo la tragica ordalia sul vero Dio (1Re 19,3; cf. 1Re 18,49).

โ€œSpaventato/wayyirฤโ€™โ€ (correzione del TM, <yฤrฤ“โ€™), Elia si alzรฒ e โ€œse ne andรฒ verso la sua vita/wayyฤ“lek โ€™el-napลกรดโ€, fuggendo verso sud, verso il deserto del Negev, fino ad arrivare a Bersabea. Anche Mosรจ era dovuto fuggire dal faraone, rifugiandosi nel paese desertico di Madian (Es 2,14b-15), da dove poi si sarebbe recato al monte Horeb.

Elia fugge verso il confine sud di Israele, nella cittร  famosa posta piรน a sud del regno di Giuda (di qui lโ€™espressione โ€œda Dan a Bersabeaโ€, per indicare lโ€™estensione massima di Israele, cf. Gdc 20,1).

La cittร  aveva visto vari anni della vita di Abramo, lโ€™erezione da parte sua di un altare e lo scavo di un pozzo (Gen 26,23-25), le sue alleanze con Abimelech re di Gerar (Gen 26,26-33), la partenza di Giacobbe per trovare moglie in Carran (Gen 28,10) e, infine, la sua partenza per lโ€™Egitto sui carri forniti dal faraone, per scendere lร  dove il figlio Giuseppe poteva salvare dalla fame tutta la famiglia (Gen 46,1-5).

Elia fugge โ€œverso la sua vitaโ€, verso le sue radici patriarcali, la vita della sua vita. Da lรฌ era partita la linfa della creazione nuova che YHWH aveva dato al suo antenato Abramo (cf. Gen 12,1ss).

Elia abbandona il suo servitore e si incammina da solo nel deserto. Si incammina verso lโ€™essenzialitร , la spoliazione di sรฉ, la dipendenza totale da YHWH e dalla natura povera verso i suoi figli, povera ma non matrigna sterile verso di essi. Elia cerca il senso della prosecuzione della sua missione a favore di YHWH, un dio invisibile e non manipolabile, un dio non tanto della natura โ€“ responsabile diretto dei cicli stagionali e della feconditร  โ€“, quanto della storia, della liberazione di un popolo verso la sua dignitร  e lโ€™adorazione dellโ€™unico dio.

Elia cerca riposo dalla battaglia, dalla persecuzione acerrima, dalla timidezza di un popolo che saltella sulle gambe (cf. 1Re 18,20), indeciso fra YHWH e Baโ€˜al. Nel deserto cerca se stesso, il senso dei suoi giorni e del suo compito, ma soprattutto cerca il volto del suo Dio, il rinforzo del sostegno che puรฒ fornirgli, la forza che proviene dal suo volto.

Depressione
Elia si siede sotto una โ€œginestra/rลtemโ€ (Reatama roetam, del genere genista), un albero molto diffuso nella zona desertica meridionale (mar Morto, Petra, regione del Sinai). Inghiottito dalla depressione, โ€œchiede [che sia presa] la sua vita per morire/wayyiลกโ€™al โ€™et-napลกรด lฤmรปt)โ€. Elia voleva โ€œandare verso la sua vitaโ€ lontano dalla perfida Gazabile, ora chiede a YHWH di prendergli la vita per la morte. โ€œMolto (รจ) adesso/rab โ€˜attฤhโ€, adesso basta! Tutta la fragilitร  dellโ€™uomo emerge dal di dentro, come accadde anche ad altri grandi della storia di Israele: Abramo (Gen 12,11-12; 20,2ss), Mosรจ (Nm 20,12), Davide (2Sam 11).

Elia non si sente migliore dei suoi padri, che vissero situazioni simili di forte scoraggiamento. Mosรจ aveva detto dopo le estenuanti mormorazioni del popolo che, nel deserto, chiedeva pane e carne: ยซNon posso io da solo portare il peso di tutto questo popolo; รจ troppo pesante per me. Se mi devi trattare cosรฌ, fammi morire piuttosto, fammi morire, se ho trovato grazia ai tuoi occhi; che io non veda piรน la mia sventura!ยป. ยซChi comanda รจ soloยป, diceva un brillante top manager morto recentemente.

Un profeta che deve richiamare un intero popolo alla fedeltร  al suo Dio liberatore alla fine si esaurisce, entra in burn out. Da โ€œseduto/wayyฤ“ลกebโ€ (v. 4), Elia โ€œsi mette a giacere/wayyiลกkabโ€ (v. 5). รˆ depresso. Non ha voglia di cercare intorno qualcosa da mangiare, un sorso dโ€™acqua da bere. Il deserto non รจ mai totalmente โ€œvuotoโ€. Ma per Elia รจ meglio rifugiarsi nel sonno, anticipo della morte, chiudendo gli occhi di fronte alla realtร , negandola nella speranza di conseguire alla fine la vittoria su di essa e la pace.

Pane e acqua di pasqua
Un messaggero/angelo (di YHWH), perรฒ, โ€œecco che lo colpisce con insistenza/wehinneh-zeh malโ€™ak nลgฤ“aโ€˜ bรด (gr. LXX: ฤ“psato autou). Lo colpisce come, nellโ€™epopea della liberazione per far celebrare al popolo di Israele la Pasqua nel deserto, YHWH aveva colpito con โ€œpiaghe/negaโ€˜โ€ il faraone e lโ€™Egitto (cf. Es 11,1) e come a Gerusalemme dโ€™improvviso lโ€™angelo โ€œcolpirร /epataxenโ€ il fianco di Pietro che dorme in prigione durante la vigilia della Pasqua e gli comanda:ย  โ€œAlzati/Risorgi/Anasta!โ€ (At 12,7; ipotizzabile in aramaico/ebraico: qรปm!).

Anche ad Elia lโ€™angelo, dopo averlo ripetutamente toccato/colpito, comanda di alzarsi, di risorgere: โ€œqรปm!โ€. โ€œOra basta voler morire! Alzati, mangia!โ€. Il depresso non vuol mangiare, ma bisogna scuoterlo e stimolarlo almeno alla vita fisica. Poi bisognerร  motivarlo per cosa vivereโ€ฆ

Si ripete lโ€™intervento provvidenziale giร  sperimentato da Elia durante la fuga iniziale al torrente Cherรฌt (1Re 17,4-6): pane e carne mattina e sera, portati da un corvo; acqua abbondante attinta dal torrente (probabilmente lโ€™attuale wฤdi el-Yฤbis, che nasce presso Tisbe, patria di Elia e si getta da est nel Giordano a 13 km a sud-est di Bet Shean).

Elia non si alza neppure. La depressione รจ una brutta bestia.

Gira solo la testa e proprio sotto il naso vede una โ€œfocaccia di braceโ€ e una brocca dโ€™acqua. ยซColui che cammina nella giustizia e parla con lealtร , che rifiuta un guadagno frutto di oppressione, scuote le mani per non prendere doni di corruzione, si tura le orecchie per non ascoltare proposte sanguinarie e chiude gli occhi per non essere attratto dal male: costui abiterร  in alto, fortezze sulle rocce saranno il suo rifugio, gli sarร  dato il pane, avrร  lโ€™acqua assicurataยป, dichiara il profeta Isaia (Is 33,15-16). Tutto vero, avrร  pensato giร  Elia un secolo prima. Ma ormai manca la voglia di vivere.

Elia si solleva appena appena sui gomiti, ma non รจ detto che si alzรฒ. Mangia e beve per forza, solo per far contento lโ€™angelo della provvidenza di YHWH. Poi si rimette giรน, a morire lungo e disteso.

Lโ€™angelo lo colpisce di nuovo e gli rinnova lโ€™ordine con le stesse parole. Quando le cose vengono dette โ€œdue volte/ลกฤ“nรฎtโ€ significa che la cosa รจ importante (cf. Gen 22,15; 1Re 9,2; Ger 13,3; 33,1; Gn 3,1). Questa volta lโ€™angelo gli dร  pane, acqua e motivazione. Gli dร  un ordine ma gli suggerisce anche implicitamente uno scopo, una meta. E una meta non vicina, visto che il cammino non sarร  breve. Il cammino รจ troppo per Elia. Supera le forze umane, tanto piรน quelle di un depresso.

Elia obbedisce, forse come un automa. รˆ abituato a obbedire a YHWH e al suo angelo. Lโ€™obbedienza gli sgorga dal profondo, piรน o meno voluta. Ma intanto mangia, beve e si mette in cammino. Lโ€™angelo รจ stato reticente sulla meta.

Elia si mette in moto per vincere lentamente la sua depressione. Mentre cammina guarirร . Sente dentro di sรฉ che allโ€™Horeb potrร  trovare le radici, la fonte profonda, il pozzo che non tradisce. ยซBevi lโ€™acqua della tua cisterna e quella che zampilla dal tuo pozzoยป (Pr 5,15), ammonisce il sapiente. Lโ€™Amata lo รจ per lโ€™Amato: ยซFontana che irrora i giardini, pozzo dโ€™acque vive che sgorgano dal Libanoยป (Ct 4,15).

Il pane dร  a Elia una โ€œforza/kลaแธฅโ€ che lo fa camminare il tempo che fu necessario a Mosรจ per entrare nellโ€™intimitร  con YHWH, sul monte della Pasqua di Israele. Il monte del dono della Torah, della stipulazione dellโ€™alleanza del popolo libero, il monte del perdono e dellโ€™alleanza rinnovata dopo il peccato del vitello dโ€™oro (Es 24,18; 34,28).

Lร  porta la forza del pane.

Un pane nel deserto.

Un pane di vita.

Un pane di Pasqua.

Mormoravano
Alla folla con cui Gesรน ha โ€œdialogatoโ€ finora nel suo โ€œdiscorsoโ€ sul pane, subentrano ora โ€œi giudeiโ€. In questo caso essi si identificano con la stessa โ€œfollaโ€ di prima, ma che ora cede il passo alla mormorazione e allโ€™incredulitร . Essi โ€œcominciarono a mormorare/egoggyzonโ€ (imperfetto incoativo) contro di luiโ€, con un sentimento misto di dispiacere e di incredulitร , a cui si opporrร  la forte affermazione di fede da parte di Pietro in 6,68-68.

Mormorano (cf. anche in seguito, 6,43.61) come fecero i loro padri nel deserto dellโ€™esodo di liberazione. In Es 16,2.7.8.9.12 รจ riportata la loro mormorazione (goggysmos) contro Mosรจ e Aronne (in realtร  contro YHWH, cf. Nm 14,27.29 โ€œcontro di meโ€) per la mancanza di acqua e di cibo: cf. 16,2 wayyillรดnรป kol-โ€˜ฤƒdatย  (<lรปn/lyn; gr. LXX: diegoggyzen pasa hฤ“synagลgฤ“; cf. anche Es 17,3). Lo ricorda anche il salmo storico di confessione nazionale, il Sal 106(105),25: ยซMormorarono nelle loro tende, non ascoltarono la voce del Signoreยป.

I padri mormorarono contro YHWH (Nm 4,27.29), ora โ€œi giudeiโ€ mormorano contro di lui, Gesรน, rivelatore definitivo del Padre (cf. Gv 1,18) che nessuno ha mai visto.

โ€œI giudeiโ€ mormorano contro di lui, non accettano la rivelazione di Gesรน fatta nel v. 35 sul suo essere pane di vita, completandola con lโ€™espressione โ€œdisceso dal cieloโ€, anzi, la mettono in discussione.

Dal pane che salva si trapassa in tal modo dalla questione soteriologica (vv. 36-40) alla questione cristologica. Tutti conoscono (โ€œsappiamo/oidamenโ€) lโ€™origine umana di Gesรน, come รจ possibile che egli sia il pane disceso dal cielo, di origine divina?

Gesรน risponde a loro: Non sono io il problema, nรฉ quello della mia origine, ma lo siete voi, col vostro atteggiamento. โ€œSmettete di mormorareโ€, comanda con autoritร . Apritevi al cammino della fede intima โ€“, il che equivale a โ€œvenire a meโ€ (cf. v. 35).

Il tema centrale di questa parte del โ€œdiscorso sul paneโ€ รจ quello della fede in Gesรน. Credere in lui รจ andare a lui.

Ma questo comporta due condizioni: lโ€™elezione e la comprensione della Scrittura.

Attratti e edotti da Dio
Credere in Gesรน รจ un mistero di potenza divina, che supera le forze umane. Nessuno puรฒ credere in Gesรน se non รจ il Padre ad โ€œattirarlo/helkuลโ€. Questa forza di attrazione, uguaglia quella impiegata da Pietro nella sua pesca prodigiosa post-pasquale (Gv 21,11 โ€œtrascinรฒ/heilkysenโ€ la rete [= la Chiesa] a terra), superando lโ€™incapacitร  dei โ€œsetteโ€ a tirarla su (ouketi auto helkysai iskyon, Gv 21,6) dal mare di Galilea per la quantitร  dei pesci trovati โ€œsu comandoโ€ di Gesรน.

La forza del โ€œtrascinamento/attrazioneโ€ puรฒ venire solo dallโ€™obbedienza di Pietro al comando del Signore risorto di portare un poโ€™ di pesce per fare colazione (cf. Gv 21,10). รˆ obbedienza che deriva dalla comunione con lโ€™identitร  del Signore risorto (โ€œรˆ il Signore/Ho kyrios estinโ€, v. 7a) percepita dal Discepolo Amato e che ha fatto gettare dโ€™impeto Pietro in acqua per raggiungerlo (v. 7b).

Il โ€œtrascinamentoโ€ della rete ecclesiale deriva perรฒ in profonditร  dal โ€œtrascinamento/attrazioneโ€ che si genera dalla croce esaltante sulla quale Gesรน รจ stato innalzato nel suo amore, libero e completo (โ€œfino alla fine, ei sto telos Gv 13,1). ยซโ€œE io, quando sarรฒ innalzato da terra โ€“ aveva detto Gesรน nellโ€™Ultima Cena, dopo aver lavato i piedi ai suoi โ€“, attirerรฒ tutti (pantas [acc. masch. plur.] helkysล) a meโ€. Diceva questo per indicare di quale morte doveva morireยป (Gv 12,32-33).

Gesรน attrae tutti a sรฉ dalla croce perchรฉ lโ€™ha abbracciata con amore totale come un dono offertogli dal Padre per salvare tutti gli uomini, una occasione per mostrare a tutti gli uomini quanto il Padre li ami (cf. Gv 3,16-17) e quanto Gesรน ami il Padre (Gv 131). Al momento della sua โ€œconsegna/arrestoโ€ nel โ€œgiardinoโ€ escatologico (Gv 18,1) Gesรน aveva detto a Pietro che lo difendeva a mano armata: ยซโ€ฆ Rimetti la spada nel fodero: il calice che il Padre mi ha dato (dedลken moi), non dovrรฒ berlo?ยป (Gv 18,11). La Passione รจ un dono del Padre a Gesรน e agli uomini.

Lโ€™uomo potrร  credere in Gesรน solo se il Padre โ€œattiraโ€ a Gesรน chi si apre alla fede โ€œandando a luiโ€. Gesรน, a sua volta, โ€œattiraโ€ tutti a sรฉ dalla croce gloriosa.

Edotti da Dio
ยซTutti saranno edotti da Dioยป รจ scritto Is 54,13, citato da Gesรน.ย  E ognuno che ascolta il Padre che ha parlato nella Torah e nella storia, imparando da lui come discepolo attento, verrร  a Gesรน, lโ€™Inviato definito del Padre e suo Rivelatore escatologico (Gv 1,18). Non che alcuno abbia mai visto il Padre, eccetto colui che (รจ) da presso Dio (ed ha messo la sua tenda fra gli uomini nellโ€™incarnazione, cf. Gv 1,14).

Con forza e autoritร  (ยซAmen, amenยป) Gesรน rivela che colui che crede (in continuitร , sottinteso: nel nome del Figlio) ha giร  fin dโ€™ora la vita eterna (v. 47). Gesรน lo farร  risorgere nellโ€™ultimo giorno (v. 44), ma, secondo lโ€™โ€œescatologia realizzataโ€ dellโ€™evangelista Giovanni, egli giร  vive qui la vita eterna, la vita divina, la vita nellโ€™amore.

Mangiare il pane vivo
I vv. 47-48 sono sia la conclusione dei vv. 43-46 sia lโ€™introduzione ai vv. 48-51. Dal tema della fede si inizia a trapassare a quello del mangiare il pane della vita.

I padri hanno mangiato la manna, ma essa non era il vero pane genuino che scende dal cielo e che il Padre ora dร  a Gesรน, a tutti i presenti (โ€œvoiโ€, v. 32). I padri ne mangiarono e sopravvissero come popolo quel tanto che bastรฒ loro per arrivare fino nelle steppe di Gerico, dove la manna cessรฒ e gli israeliti iniziarono a mangiare dei frutti della terra, la terra di Canaan (Gs 5,10-12). Nel frattempo era morto tutto il popolo che era uscito dallโ€™Egitto (Gs 5,4). Essi non avevano ascoltato la voce del Signore (Gs 5,6; cf. Sal 106[105],25) Per questo, a Gerico Giosuรจ fece circoncidere tutti gli uomini che erano nati nel deserto.

La fede in Gesรน porta a mangiare il pane che lui rappresenta, un pane che scende dal cielo e che vince la morte. Chi ne mangia, non solo risorgerร  nellโ€™ultimo giorno, ma ha la vita eterna fin dโ€™ora, vivrร  per sempre di vita piena, divina.

Gesรน non รจ solo il pane che scende dal cielo per dare la vita agli uomini. Ora il pane e la vita si uniscono in un solo soggetto. Ora viene detto che Gesรน รจ โ€œil pane vivo/vivente/ho artos ho zลnโ€. Chi ne mangia non morirร , perchรฉ il pane รจ โ€œil corpo/carne/sarxโ€ stesso di Gesรน che รจ per la vita del mondo, qui da comprendere come lโ€™insieme degli uomini.

Illuminato dalla fede post-pasquale, lโ€™evangelista Giovanni allude al fatto che ora lโ€™uomo, tutti gli uomini, non solo puรฒ appropriarsi della salvezza con la fede in Gesรน, ma anche con lโ€™accostarsi alla mensa eucaristica che fa memoriale della sua morte dal valore soteriologico. La morte di Gesรน, la sua โ€œcarneโ€, รจ โ€œa favore/hyperโ€ della vita di tutti gli uomini.

Fede ed eucaristia.

Venire a te, mangiare te.

Mi approprio di te.

Tu mi attrai a te, mi trasformi in te.

ยซMangiate, amici, bevete;

Inebriatevi dโ€™amoreยป (Ct 5,1c).

Commento a cura di padre Roberto Mela scj – Fonte del commento: Settimana News

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO โ€“ Anno B

Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 12 Agosto 2018 anche qui.

Io sono il pane vivo, disceso dal cielo.

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 6, 41-51
ย 
In quel tempo, i Giudei si misero a mormorare contro Gesรน perchรฉ aveva detto: ยซIo sono il pane disceso dal cieloยป. E dicevano: ยซCostui non รจ forse Gesรน, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque puรฒ dire: โ€œSono disceso dal cieloโ€?ยป.
ย 
Gesรน rispose loro: ยซNon mormorate tra voi. Nessuno puรฒ venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterรฒ nellโ€™ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: โ€œE tutti saranno istruiti da Dioโ€. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perchรฉ qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In veritร , in veritร  io vi dico: chi crede ha la vita eterna.
ย 
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo รจ il pane che discende dal cielo, perchรฉ chi ne mangia non muoia.
ย 
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrร  in eterno e il pane che io darรฒ รจ la mia carne per la vita del mondoยป.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 12 – 18 Agosto 2018
  • Tempo Ordinario XIX
  • Colore Verde
  • Lezionario: Ciclo B
  • Anno: II
  • Salterio: sett. 3

Fonte: LaSacraBibbia.net

LEGGI ALTRI COMMENTI AL VANGELO

Altri Articoli
Related

Liturgia della Parola in LIS di giovedรฌ 25 dicembre 2025

Le letture della Notte di Natale in LIS (Lingua...

Commento al Vangelo del 25 Dicembre 2025 โ€“ Sussidio Avvento CEI – Messa della Notte

ยซUn bambino รจ nato per noiยป (Is 9,1-6) Tutta la...

p. Enzo Fortunato – Commento al Vangelo del 22 Dicembre 2025

Il commento al Vangelo del giorno a cura di...

padre Ezio Lorenzo Bono – Commento al Vangelo di lunedรฌ 22 dicembre 2025

UN CANTO NEL GREMBO I. Cosa succede quando una donna...