Collocazione del brano
Continua il nostro cammino quaresimale con lโaiuto dellโevangelista Giovanni. In questa domenica ci viene proposta la continuazione del dialogo con Nicodemo, un membro del Sinedrio che va da Gesรน di notte per parlare con Lui e comprendere meglio il suo messaggio. Dopo il loro dialogo, il capitolo 3 continua con un discorso di Gesรน riguardante la salvezza degli uomini grazie allโinnalzamento del Figlio.
Ritroviamo qui alcuni elementi del Prologo di Giovanni: la luce, il rifiuto di credere, la partecipazione alla vita divina. Il Figlio manifesta ciรฒ che muove Dio, il suo amore assoluto, e lโimportanza decisiva della scelta di ciascuno, ciรฒ che ci muove, e la nostra responsabilitร .
In quel tempo Gesรน disse a Nicodemo: 14 ยซCome Mosรจ innalzรฒ il serpente nel deserto, cosรฌ bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo,
Nel versetto precedente leggiamo che il Figlio dellโuomo รจ disceso dal cielo e dunque egli รจ il โluogoโ in cui avviene la rivelazione di Dio. Venendo da Dio, il Figlio ne possiede lโautoritร ed essendosi fatto uomo puรฒ comunicare agli uomini le parole di Dio. Simmetricamente nel v. 14 si afferma che il Figlio dellโuomo deve essere innalzato. Eโ chiaro il riferimento alla morte in croce. Perรฒ per Giovanni la morte in croce รจ giร una glorificazione. La croce porta giร in sรฉ la gloria della resurrezione e quella finale, escatologica. Lโelevazione del Figlio dellโuomo sulla croce simboleggia in senso forte lโelevazione nella gloria. Quindi la croce รจ il segno della salvezza, come un tempo lo fu il serpente innalzato da Mosรฉ (vedi Numeri 21; Sapienza 16,7).
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15perchรฉ chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
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Vi รจ una condizione per avere la vita, ossia il credere. Credere nel Figlio di Dio, il Figlio innalzato sulla croce. Come gli Israeliti dovevano guardare il serpente di bronzo per essere salvi, cosรฌ ora si deve guardare, cioรจcredere in Gesรน per avere la vita.
16Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perchรฉ chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
Lโevangelista ripercorre ora il disegno di salvezza a partire dalle sue origini, ossia lโamore di Dio. Lโaffermazione Dio ama il mondo รจ tipica della prima parte del vangelo di Giovanni (dal cap. 13 sarร sostituita dallโamore del Padre verso i discepoli). Allโorigine del piano di salvezza e del ruolo del Figlio sta Dio e il suo amore per il mondo. Il mondo in Giovanni ha due significati: indica tutta lโumanitร che ha bisogno di essere salvata, oppure รจ riferito a quanti si oppongono alla luce divina.
Il Figlio unigenito รจ un riferimento a Gn 22, ad Abramo ed Isacco, il figlio unico e diletto. Dio dona il Figlio; lโaffermazione non si riferisce solo alla morte in croce, ma a tutta la missione del Figlio nel mondo. In questo modo appare chiaramente che Gesรน รจ colui che rivela il Padre e mette lโumanitร in grado di comunicare con Dio.
17Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perchรฉ il mondo sia salvato per mezzo di lui.
Giovanni ora ripresenta il tema del versetto precedente e parla dellโinvio (ha mandato) del Figlio per la salvezza: Dio vuole che tutta lโumanitร partecipi della sua stessa vita. Il verbo giudicare viene qui utilizzato proprio nel senso di condanna.
In Gv 12,47 ritroveremo lโaffermazione sulle labbra di Gesรน: โNon sono venuto per giudicare il mondo, ma per salvare il mondoโ, al contrario in Gv 5,22 afferma che il Padre: โnon giudica alcunoโ perchรฉ โha rimesso interamente il giudizio al Figlioโ. Le affermazioni non sono in contraddizione in quanto il giudizio di cui si parla non รจ lโesercizio di un potere che Gesรน attua sullโuomo, che resterebbe un oggetto passivo. LโInviato del padre al contrario รจ una presenza che provoca necessariamente una presa di posizione da parte dellโuomo. Eโ da questa scelta che dipende il giudizio: incontrare Colui che rivela il Padre offre la partecipazione alla sua stessa vita, รจ il punto finale dellโAlleanza.
18Chi crede in lui non รจ condannato; ma chi non crede รจ giร stato condannato, perchรฉ non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.
Troviamo qui un ulteriore sviluppo del tema del giudizio collegato alla fede nel Figlio unigenito di Dio. Credere in Gesรน significa avere la vita, non credere al contrario รจ scegliere la morte definitiva. Vediamo qui un richiamo a Dt 30,15-19 in cui la fedeltร alla Legge era la via per giungere alla vita. Mentre il tema del giudizio nella Bibbia in genere รจ collegato agli ultimi tempi, in Giovanni abbiamo un anticipazione allโoggi Anche di fronte a Gesรน la decisione รจ personale: si tratta di credere allโamore che egli rivela, lโunica opera richiesta per avere la vita รจ la fede nel Figlio (cfr. Gv 6,29).
Dio dona la vita attraverso il Figlio, chi non aderisce a lui con la fede si autoesclude dalla vita.
19E il giudizio รจ questo: la luce รจ venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato piรน le tenebre che la luce, perchรฉ le loro opere erano malvagie.
Negli ultimi tre versetti lโevangelista si sofferma sulla realtร di questo giudizio e sul fatto che gli uomini sembrano preferire le tenebre alla luce; il riferimento รจ al prologo e ai brani in cui Gesรน si definisce โla luceโ. Vi รจ perรฒ un elemento nuovo, relativo alle opere. Cosa sono queste opere? Siamo semplicemente su di un piano morale, del comportamento? Si tratta certo dellโagire dellโuomo, agire che perรฒ prende sempre le mosse dal credere.
20Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perchรฉ le sue opere non vengano riprovate. 21Invece chi fa la veritร viene verso la luce, perchรฉ appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dioยป.
Per capire cosa intenda Giovanni per opere facciamo riferimento a un suo altro testo in cui il termine รจ abbinato alla fede: Gv 6,28-29: โChe cosa dobbiamo fare per operare le opere di Dio?โ domandano i giudei e Gesรน risponde: โLโopera di Dio รจ che crediate in Colui che egli ha mandatoโ. La decisione di fede รจ lโopera per eccellenza che Dio si aspetta dallโuomo, lโopera รจ la scelta positiva o negativa che il singolo fa di fronte alla rivelazione offerta dal Figlio di Dio.
Cosรฌ le opere riguardano la scelta religiosa personale, lโatteggiamento assunto di fronte alla rivelazione fatta ad Israele, alla parola di Dio dellโAntica Alleanza. Chi la rifiuta non puรฒ neppure ricevere lโulteriore rivelazione del Figlio di Dio, Gesรน. Naturalmente i giudei sono i primi interessati, ma il testo non esclude tutti gli altri popoli: la luce del Logos, ci ha ricordato il prologo, ha raggiunto tutti.
Meditatio
- Cosa provo nel guardare al Crocifisso?
- Mi รจ mai capitato di preferire le tenebre alla luce?
- Quando ho praticato opere di bene che dovevano essere esposte alla luce?
Preghiamo
(Orazione della IV domenica di Quaresima anno B)
Dio buono e fedele, che mai ti stanchi di richiamare gli erranti a vera conversione e nel tuo Figlio innalzato sulla croce ci guarisci dai morsi del maligno, donaci la ricchezza della tua grazia, perchรฉ rinnovati nello spirito possiamo corrispondere al tuo eterno e sconfinato amore. Per il nostro Signore Gesรน Cristo…
A cura delle Monache dell’Ordine dei Predicatori (domenicane) del Monastero Matris Domini
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
dellaย IV Domenica del Tempo di Quaresima – Anno B
Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 11 Marzo 2018 anche qui.
- Colore liturgico: Viola
- 2 Cr 36, 14-16. 19-23; Sal. 136; Ef 2, 4-10; Gv 3, 14-21
Gv 3, 14-21
Dal Vangelo secondo Giovanni
14E come Mosรฉ innalzรฒ il serpente nel deserto, cosรฌ bisogna che sia innalzato il Figlio dellโuomo, 15perchรฉ chiunque crede in lui abbia la vita eterna. 16Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perchรฉ chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. 17Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perchรฉ il mondo sia salvato per mezzo di lui. 18Chi crede in lui non รจ condannato; ma chi non crede รจ giร stato condannato, perchรฉ non ha creduto nel nome dellโunigenito Figlio di Dio. 19E il giudizio รจ questo: la luce รจ venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato piรน le tenebre che la luce, perchรฉ le loro opere erano malvagie. 20Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perchรฉ le sue opere non vengano riprovate. 21Invece chi fa la veritร viene verso la luce, perchรฉ appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dioยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 11 – 17 Marzo 2018
- Tempo di Quaresimaย IV
- Colore Viola
- Lezionario: Ciclo B
- Anno: II
- Salterio: sett. 4
Fonte: LaSacraBibbia.net
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