Commento al Vangelo del 11 marzo 2018 – Don Francesco Cristofaro

Chiunque crede in Lui abbia la vita eterna
IV DOMENICA DI QUARESIMA – B

PRIMA LETTURA  (2 Cr 36,14-16.19-23).

In quei giorni, tutti i capi di Giuda, i sacerdoti e il popolo moltiplicarono le loro infedeltà, imitando in tutto gli abomini degli altri popoli, e contaminarono il tempio, che il Signore si era consacrato a Gerusalemme. Il Signore, Dio dei loro padri, mandò premurosamente e incessantemente i suoi messaggeri ad ammonirli, perché aveva compassione del suo popolo e della sua dimora. Ma essi si beffarono dei messaggeri di Dio, disprezzarono le sue parole e schernirono i suoi profeti al punto che l’ira del Signore contro il suo popolo raggiunse il culmine, senza più rimedio. Quindi [i suoi nemici] incendiarono il tempio del Signore, demolirono le mura di Gerusalemme e diedero alle fiamme tutti i suoi palazzi e distrussero tutti i suoi oggetti preziosi. Il re dei Caldei deportò a Babilonia gli scampati alla spada, che divennero schiavi suoi e dei suoi figli fino all’avvento del regno persiano, attuandosi così la parola del Signore per bocca di Geremia: “Finché la terra non abbia scontato i suoi sabati, essa riposerà per tutto il tempo della desolazione fino al compiersi di settanta anni”.

Nell’anno primo di Ciro, re di Persia, perché si adempisse la parola del Signore pronunciata per bocca di Geremia, il Signore suscitò lo spirito di Ciro, re di Persia, che fece proclamare per tutto il suo regno, anche per iscritto: “Così dice Ciro, re di Persia: “Il Signore, Dio del cielo, mi ha concesso tutti i regni della terra. Egli mi ha incaricato di costruirgli un tempio a Gerusalemme, che è in Giuda. Chiunque di voi appartiene al suo popolo, il Signore, suo Dio, sia con lui e salga!””.

Pensiero.

Anche oggi molti uomini, molti capi, molti potenti si fanno beffe del Signore. Pensano, parlano, agiscono come se Dio non esistesse. Firmano leggi di morte, dichiarano guerre come se fossero i signori della vita e i padroni del mondo. Si commettono ogni sorta di immoralità e alcune di queste anche nel nome di Dio ma di quale Dio? Nessun Dio giustifica il male. In seno al popolo di Dio il sacerdote ha una grande e grave responsabilità: deve essere guida, maestro, testimone, pastore. Se lui non forma nella verità e il popolo si smarrisce la colpa è sua. Se il sacerdote vuole il bene del suo popolo, lo deve sempre condurre di Parola in Parola e di verità in verità. Il Signore non abbandona, però, il suo popolo. Sempre suscita qualcosa di nuovo per parlare al cuore dei suoi figli. Le vie di Dio sono sempre misteriose. Noi le sue vie non le conosciamo. Sappiamo però che quando noi ci convertiamo a Lui, secondo la sua Parola, la sua Legge, sempre il Signore ritorna a noi come nostra fonte di vita e luce.

SECONDA LETTURA (Ef 2,4-10)

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Fratelli, Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amato, da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatto rivivere con Cristo: per grazia siete salvati. Con lui ci ha anche risuscitato e ci ha fatto sedere nei cieli, in Cristo Gesù, per mostrare nei secoli futuri la straordinaria ricchezza della sua grazia mediante la sua bontà verso di noi in Cristo Gesù. Per grazia infatti siete salvati mediante la fede; e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio; né viene dalle opere, perché nessuno possa vantarsene. Siamo infatti opera sua, creati in Cristo Gesù per le opere buone, che Dio ha preparato perché in esse camminassimo.

Pensiero.

Il peccato rende l’uomo schiavo, prigioniero, triste. Con le sole sue forze non riesce a spezzare le catene che lo riducono in questo stato. Cristo è il liberatore, il salvatore, il redentore dell’uomo. A ciascuno di noi la responsabilità di accogliere Cristo, la sua Parola. Questa parola di Paolo ci dice una verità sconvolgente: le nostre colpe ci fanno morire, la misericordia di Dio ci fa rivivere in Cristo e con Cristo. Noi siamo fatti per le cose grandi, siamo fatti per il Cielo. Ogni giorno possiamo essere luce, amore, misericordia, bene, compassione, verità, giustizia. Non scegliamo il male. Non preferiamo le tenebre. Che meraviglia essere cristiani con Cristo.

VANGELO (Gv 3,14-21)

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: “Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.  E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio”.

Pensiero.

Il popolo aveva peccato di mormorazione contro il Signore. Nell’accampamento comparvero serpenti brucianti. Per quanti venivano morsi non vi era rimedio. Seguiva subito la morte. Il popolo chiese a Mosè di intercedere e il Signore gli ordinò di costruire un serpente di bronzo, porlo su un’asta e collocarlo al centro dell’accampamento. Chi avrebbe guardato il serpente innalzato con fede, sarebbe guarito dal morso velenoso. L’umanità tutta è stata morsa dal serpente invisibile che è Satana. Il Padre celeste dona ad ogni uomo il rimedio come lo ha dato con Mosè. Il Figlio suo, innalzato al centro della terra. Tutti sono invitati a guardarlo con fede perché siano aboliti tutti gli effetti di morte del serpente delle tenebre. Non è un semplice guardare ma è un accogliere e vivere secondo l’insegnamento di quel crocifisso. Tutti possiamo guardare una croce, una statua, un’immagine e rimanere vuoti ma se ciò che ha fatto quel crocifisso diventa vita in me, tutto cambia.

Mi metto in discussione:

  1. Accolgo tutta la Parola di Dio come guida per il mio cammino senza ritagli o rattoppi?
  2. Cosa sto facendo realmente per liberarmi dei vizi e vestire l’abito delle virtù?
  3. Se verifico la mia vita, oggi, quanto somiglio a Cristo?

don Francesco Cristofaro

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
della IV Domenica del Tempo di Quaresima – Anno B

Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 11 Marzo 2018 anche qui.

Gv 3, 14-21
Dal Vangelo secondo Giovanni

14E come Mosé innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, 15perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. 16Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. 17Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. 18Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. 19E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. 20Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. 21Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 11 – 17 Marzo 2018
  • Tempo di Quaresima IV
  • Colore Viola
  • Lezionario: Ciclo B
  • Anno: II
  • Salterio: sett. 4

Fonte: LaSacraBibbia.net

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