Commento al Vangelo del 11 luglio 2010 – Paolo Curtaz

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Vangelo: Lc 10,25-37

รˆ scritta nel cuore la legge di Dio.

รˆ la scoperta straordinaria fatta da un popolo di nomadi fuggiti dalla schiavitรน. Un popolo guidato da un liberatore liberato, un ebreo cresciuto alla corte di Faraone che nel deserto scoprรฌ che Dio c’era ed era immensamente diverso dalle divinitร  ad uso dei sacerdoti e dei potenti della terra d’Egitto.

Il Dio dei Padri, il Dio di Mosรจ si era rivelato: il suo nome era: “Io ci sono”.

C’รจ Dio, non ci fa.

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E scoprire il vero volto di Dio aveva svelato il vero volto degli uomini.

Dio c’รจ e parla al cuore degli uomini. La sua legge รจ scritta nel profondo di ciascuno di noi.

Il problema รจ che frequentiamo poco il nostro dentro, che evitiamo di avvicinarci al nostro cuore, che fatichiamo a scavare.

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Piroette

O che confondiamo il nostro dentro con le nostre capacitร  intellettuali, o la conoscenza, o l’esperienza mistica o che so io. Come il dotto dottore della legge che pone al falegname diventato Rabbรฌ una delle tipiche questioni teologico-morali dell’epoca. Qual รจ il primo fra i 613 comandamenti? A tanti erano gonfiate le scarne e asciutte dieci parole che Dio diede a Mosรจ sul monte nel deserto. Domanda semplice, esigenza reale: saper distinguere il centro dalla periferia, l’essenziale dal relativo. Opera, questa, in cui gli ebrei eccellono e che – ahimรจ – i cristiani stanno dimenticando a causa della pigrizia mentale e di una sconcertante superficialitร  mediatica.

Gesรน sa che il dottore sa. E lo invita, con rispetto e ironia, a far sfoggio della propria cultura. La risposta รจ esatta, forte, essenziale, presa dalla Parola di Dio, conclusione di un lungo dibattito fra i rabbini dell’epoca.

Il primo e il secondo tra i comandi sono: ama.

Ama Dio come riesci, esplorando l’ampiezza del tuo limite. Amalo pensandolo ed emozionandoti, amalo perchรฉ sei amato. E poi scopriti amato per poter amare gli altri, che da avversari divengono fratelli.

Bene: risposta splendida, un applauso.

Cioรจ?

Il dottore รจ basito. Sa e sa di sapere e Gesรน gli conferma il suo sapere. Sa ma non ama, sa ma non sa che farsene del sapere, non ha sapore il suo sapere. Tentenna, ondeggia, poi replica: chi devo amare?

Domanda arguta, ovvio.

Molti Rabbรฌ sostengono che bisogna amare il povero, l’orfano e la vedova, pupilla di Dio. O che bisogna amare tutti. Tutti coloro che appartengono al popolo di Israele.

Gesรน sorride e si guarda nel cuore, lร  dove Dio abita. E in lui Dio รจ. Non รจ presente, รจ sรฉ.

Il racconto della parabola del samaritano spiazza tutti.

Un tale viene rapinato e ferito, l’unico che si occupa di lui รจ uno straniero, un extracomunitario, uno che non tira diritto. Altri due scendono dalla capitale, bazzicano il Tempio, uno รจ prete e l’altro un cantore/lettore. Tirano diritto e fanno bene. Che ne sanno di chi รจ quel tale e cosa รจ successo? E se fosse un regolamento fra bande? E se avesse l’AIDS? E se i briganti tornassero?

(Mi raccontava un barelliere che in certe cittร  se si soccorre un ferito da arma da fuoco bisogna andare calmi: se doveva essere ammazzato รจ meglio che spiri. Un suo collega รจ stato picchiato a sangue per avere salvato uno che non doveva essere salvato).

Hanno Dio nel cuore, sulle labbra, fanno discorsi sensati.

Gesรน non li biasima, nรฉ li condanna: sono figli del loro tempo. E del loro Tempio.

Il prossimo รจ il samaritano.

E Gesรน conclude: tu di chi vuoi essere prossimo? A chi vuoi avvicinarti?

Soccorsi e samaritani

Siamo stati pestati a sangue. Tutti.

La vita รจ cosรฌ, piรน o meno faticosa o rigida o dolorosa, ma tutti prima o poi prendiamo qualche bastonata. I cristiani sono coloro che sono stati soccorsi da Cristo, buon samaritano, che ha versato sulle loro piaghe il vino della consolazione e l’olio della speranza e si sono visti portare alla locanda che รจ la Chiesa.

La Chiesa, come canta la comunitร  di Colossi, segue il buon samaritano e lo imita, lo considera il Capo, cioรจ la testa e il principale e cerca di imitarlo.

Animo, discepoli del Nazareno, convalescenti della vita: se avete sperimentato la tenerezza del Signore e la sua consolazione siete resi capaci di consolazione, di leggere la legge nel cuore, di passare dalla norma(litร ) all’eccezione, dalla testa al cuore.

Per vedere nel volto del fratello il vostro volto, il volto di Cristo.

Paolo Curtaz

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