Isaia, โYHWH salvaโ
Isaia (โYHWH salvaโ) รจ il primo dei quattro Profeti Maggiori (Isaia, Geremia, Ezechiele, Daniele) e, secondo Is 1,1, visse a Gerusalemme sotto i re Ozia o Azaria (secondo la cronologia stabilita da Albright, 763-742 a.C.), Iotam (742-735 a.C.), Acaz (735-715 a.C.) ed Ezechia (co-reggente dal 727, reggente sui juris dal 715-687).
Il libro di 1Re ha un giudizio variegato su questi regnanti della fine dellโVIII sec. a.C. (condiviso da Isaia che, in parte, ha contribuito a formarli): molto negativo per Acaz, abbastanza positivo per Ozia e Iotam, entusiasta per Ezechia.
La predicazione di Isaia fu raccolta dai discepoli per piรน di un secolo. Le sue parole autentiche sono reperibili nei cc. 1.2 โ 4.5 โ 10.14 โ 23.28 โ 32, caratterizzati da un linguaggio fantasioso, curato, ricco di immagini, espressione di una persona colta, che il libro presenta essere cresciuta allโombra del tempio di Gerusalemme. Una cultura come quella di Isaia era infatti difficilmente conseguibile fuori di Gerusalemme. Isaia cresce in un ambiente di tradizioni religiose che condizioneranno il suo messaggio: lโelezione divina di Gerusalemme e della dinastia davidica.
Isaia nasce, probabilmente a Gerusalemme, al tempo del re Ozia (763-742 a.C.) e al momento della sua morte (742 a.C.) si afferma con piรน forza il tema della regalitร di YHWH. Ed รจ YHWH, โil re degli esercitiโ, che gli occhi di Isaia vedono nel tempio.
Il suo libro รจ presentato come il resoconto di una visione che egli ebbe (Is 1,1), una terminologia profetica (แธฅฤzฤh/ โavere una visioneโ; แธฅลzeh/โil veggenteโ) che precede quella di derivazione asiatica hitnabbฤโ/โprofetizzare in forma entusiasticaโ e nฤbรฎโ/โprofeta (entusiasta)โ. Il verbo แธฅฤzฤh indica spesso una visione profetica come quella di Balaam, profeta straniero, dove si dice ยซche egli vede la visione dellโOnnipotenteยป (Nm 24,4.16).
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La capacitร visionaria non era perรฒ mai disgiunta dalla parola. Isaia arriva addirittura a parlare di una โparola che videโ (Is 2,1) e che descrive lโoggetto della sua visione in โun libro sigillatoโ (Is 29,11).
Il libro di Isaia
Oltre a pochi studiosi che sostengono la tesi di un solo profeta responsabile di tutto il libro, altri sostengono lโopinione di tre libri attribuibili a tre profeti diversi (ad es. Is 1-39.40-55.56-66), mentre altri pensano a un solo libro con piรน voce profetiche. Infine, cโรจ chi sostiene lโesistenza di due libri (o un libro in due parti), con una comune esperienza profetica. Cosรฌ lo studioso A. Mello, che suddivide il libro in due parti: cc. 1โ33 (Le โcose anticheโ) e cc. 34โ66 (Le โcose nuoveโ). Nel suo commentario, Mello indica cinque linee teologiche principali rinvenibili nel libro: la salvezza, il resto di Israele, la santitร , il messia e Sion-Gerusalemme.
A puro titolo orientativo, proponiamo una possibile articolazione letteraria di Is 1โ12, avanzata da A. Mello.
Dopo il titolo e lโintroduzione al libro (1,1-31), una prima sezione propone โUna visione di paceโ (2,1โ12,6): 2,1-5 Una pace universale; 2,6-22 Il giorno del Signore; 3,1โ4,6 Crisi politica e sociale; 5,1-30 Lโinvasione assira; 6,1-13 Missione di Isaia; 7,1-17 Lโintervento presso Acaz; 8,1-20 La testimonianza scritta; 8,21โ9,6 La nascita del messia; 9,7โ10,4 Giudizio su Israele; 10,5-34 Contro lโAssiria; 11,1โ12,6 La pace messianica.
Modelli vocazionali
Giร commentando la narrazione della vocazione e missione del profeta Geremia (IV domenica per annum C) avevamo indicato alcuni elementi di questo genere letterario. Lo studioso Vogels individua quattro modelli allโinterno del genere letterario del racconto di vocazione: 1) un modello โufficiale-soldatoโ: non รจ lecita alcuna trasgressione del comando (Amos, Osea); b) padrone-servo: รจ lecita unโobiezione (Mosรจ, Geremia); c) re-consigliere: in esso รจ lo stesso consigliere a proporsi, prima ancora di essere inviato; d) maestro-discepolo: il primo istruisce gradualmente il secondo (Eli-Samuele; Elia-Eliseo). ยซLa missione di Isaia, e soltanto quella di Isaia, rientra nel terzo modello, quello dellโamico del re che contempla il suo voltoยป (A. Mello). Leggendo il racconto della missione di Isaia, ci si puรฒ chiedere, dunque, chi sia Dio, chi sia il profeta, quale sia la sua missione.
Il re nel tempio
Come i mistici dei secoli successivi, Isaia stenta a trovare un linguaggio capace di esprimere la sua esperienza trascendente dellโIneffabile. Dapprima egli accenna a una teofania (vv. 1-5), quindi descrive la consacrazione profetica (vv. 6-7) e, infine, la missione (8-12[13]).
Nel โtempio/sala del tempio/ hรชkฤlโ (รจ interessante il fatto che lo stesso vocabolo denomini anche il palazzo regale), Isaia โvede/wฤโerhโ (< rฤโฤh) YHWH seduto su un โtrono regale/kissฤโโ, โalto/rฤmโ ed โelevato/niลลกฤโโ. Il trono del re Ozia, morto nel 742, era solo una pallida idea di quel che Isaia vide nella teofania templare. Una regalitร superiore, trascendente quella umana. Lo strascico del mantello regale riempiva la sala del tempio/il tempio, proprio come si puรฒ vedere nelle raffigurazioni regali dellโepoca.
YHWH รจ un โre/melekโ (v. 5), cosรฌ designato per la prima volta proprio da Isaia, termine altrimenti evitato pe non confonderlo con la divinitร cananea, chiamata dagli ebrei โmลlฤkโ (una denominazione irridente: le consonanti mlk designante il re sono vocalizzate con le vocali ล ed ฤ proprie del termine โbลลกฤt/vergognaโ). YHWH รจ il vero re. Non lo sono nรฉ Ozia appena morto, nรฉ Tiglat Pileser III, appena salito in trono a Ninive, capitale della superpotenza dellโAssiria (744 a.C.).
Alcuni serafini, โesseri (angelici) bruciantiโ, stavano ritti sopra YHWH. Attestati solo qui, forse in riferimento ai โserpenti bruciantiโ del deserto esodico (cf. Nm 21,6), sono diversi dai โcherubiniโ. Questi sono ben attestati nella documentazione extrabiblica e presentati dalla Bibbia allโinterno del tempio, nel Santo dei Santi. Sono raffigurati con una testa dโuomo, torso di leone, zoccoli di vitello e ali di aquila.
I serafini hanno sei ali โ sono quindi mobilissimi โ, modesti, dal volto non visibile e riproducibile a livello umano.
Santo, santo, santo
Il profeta Amos ricevette la chiamata e la missione profetica durante il suo lavoro agricolo di coltivatore di sicomori. Osea allโinterno di una infelicissima vicenda matrimoniale straziata dallโinfedeltร mercenaria.
Isaia sperimenta la sua chiamata allโinterno del tempio, in un contesto liturgico. Gli ambienti di vita possono essere i piรน diversi, ma uguale รจ lโimperativitร e lโirrevocabilitร della chiamata, unita alla prontezza di risposta positiva richiesta con radicalitร .
Il Trisagion (dal greco โhagios = santoโ, in ebraico qฤdรดลก) cantato dai serafini in un inno a due cori alternati, rimanda alla โsantitร โ di YHWH, cioรจ alla sua totale alteritร rispetto al mondo cosmico e umano. Egli รจ il re โTotalmente Altroโ.
Il prezioso testimone del testo di Isaia rinvenuto a Qumran, il manoscritto 1QIsaiaa (1QIsaa) riporta solo una duplice acclamazione, presente invece in triplice ripetizione, liturgicamente la piรน plausibile, nelle antiche versioni giudaiche. Il Targum amplifica inoltre lโacclamazione con queste parole: ยซSanto nel piรน alto dei cieli, sede della sua Presenza; Santo sulla terra, opera della sua Potenza; Santo nei secoli dei secoli il Signore onnipotenteยป.
โIl Tre Volte Santo/il Santissimoโ trascende il cosmo e lโumanitร , supera ogni umana possibilitร di percezione e di accaparramento. Egli sfugge a ogni tentativo di sequestro da parte di uomini e nazioni, religioni e sistemi di pensiero umani (magari contro altri raggruppamenti umani, filosofici o religiosi).
La santitร trascendente e inafferrabile di YHWH si coniuga alla sua gloria immensa. โIl suo peso specifico interno/kฤbรดdโ di potenza e amore si manifesta anche allโesterno non per narcisismo solipsistico ma per presenza salvifica vicina a Israele (e ad ogni uomo) in difficoltร . Lโespressione del testo puรฒ essere intesa in due modi: ยซla gloria di Dio riempie tutta la terraยป oppure ยซriempimento di tutta la terra รจ la sua gloriaยป, nel senso senzโaltro piรน ricercato, che ยซla terra stessa e il mondo definiscono in che cosa consiste la gloria di Dioยป (A. Mello, che sostiene questa versione).
YHWH รจ โil Tre Volte Santoโ, qฤdรดลก, trascendente, e colui che, allo stesso tempo, รจ connotato da pesantezza, importanza, visibilitร (kฤbรดd), che rimanda ad una sua visibilitร anche sociale opposta al nascondimento tipico della santitร . YHWH รจ, allo stesso tempo, โIl Totalmente Altroโ e โIl Totalmente Pesante/Glorioso/Inserito nella storiaโ.
Impuro
YHWH รจ โIl Tre Volte Santoโ e โIl Gloriosoโ e il fumo dellโincenso riempie il suo palazzo/tempio, come ben sโaddice a Dio venerato come il โTotalmente Superiore nel Potereโ allโumanitร e al cosmo, compresi i suoi re terreni, anche quelli che governano una superpotenza (come lโAssiria o lโEgitto). Tutto trema di fronte alla sua potenza, ogni costruzione umana non puรฒ reggere di fronte al suo potere eccelso.
Questi รจ Dio. Ma chi รจ il profeta?
Isaia si sente nidmรชtรฎ (v. 5), โperduto, rovinato, annichilitoโ (< dฤmฤh/โcessare, perire, essere perdutoโ (Alonso Schรถkel, CEI 2008, Einheitรผbersetzung, New Revised Standard Versiobn, New International Version, King James Version, American Standard Version, Traduction oecumenique de la Bible, La Bible de Jรฉrusalem, Chouraqui, Nova Vulgata [perii] ecc.). Annichilito dal Totalmente Altro e dal Sommamente Glorioso e Potente.
Intendendo in modo diverso, si puรฒ pensare al fatto che Isaia โammutolisca/diventi mutoโ (< โdmm/ โtacere, ammutolireโ). Le due radici possono confondersi e dal โcessareโ si puรฒ giungere al senso di โtacereโ. Il contesto parla con insistenza di labbra e dellโabilitazione profetica a parlare. Si puรฒ quindi anche preferire il secondo senso, come hanno fatto le versioni antiche giudaiche in greco (Aquila, Simmaco, Teodozione) e la stessa Volgata (taqui).
Isaia si sente perduto/ammutolisce perchรฉ avverte di essere completamente fuori posto, โtotalmente altroโ da ciรฒ che lo circonda: โ[sono] un uomo dalla labbra impure/โรฎลก แนญemฤโ ลepฤtayim โฤnลkรฎโ. Le labbra ritualmente impure lo rendono inadatto a parlare con Dio per poi riferire la sua parola agli uomini. Isaia si sente completamente immerso (betรดk) nella realtร degli uomini che lo circonda, al popolo che lo circonda, un popolo dalle labbra impure. Il suo popolo.
Isaia รจ perfettamente uguale agli altri, come tutto il suo popolo. Un uomo impuro ritualmente (แนญฤmฤโ), in-degno di stare alla presenza del Totalmente Santo, il Tre Volte Santo (qฤdรดลก). Si sente im-possibilitato a farlo. Unโimpuritร costitutiva, irrimediabile e insuperabile da parte dellโuomo. Non รจ in sintonia ontologica, esistenziale e rituale con YHWH, il vero e unico Re di Israele.
Isaia si sente al centro di un processo di estraniamento. Totalmente โimpuroโ come il suo popolo a cui appartiene, รจ stato fatto oggetto di una enorme grazia santificante. Senza suo merito e senza aver fatto alcunchรฉ, YHWH degli eserciti (non militari, ma delle schiere celesti!) lo ha gratificato della sua visione. ยซIl re, YHWH degli eserciti, i miei occhi hanno visto!ยป (v. 5).
Labbra impure, purificate col fuoco
Una cascata di roboanti vocali โoโ scende a cascata nel v. 3, dallโalto di YHWH. Una stalattite esile di โรฎโ si eleva timida dalla terra, dal muto e perduto Isaia nel v. 5. Solennitร della gloria di YHWH contrapposta in modo stridente allโimpuritร costitutiva di Isaia. Eppure la grazia della visione รจ stata data, totalmente immeritata. Potremmo dire, con un accostamento di bassa lega, che egli ha ricevuto la grazia battesimale di essere ammesso alla presenza del re degli eserciti, il Signore tre volte santo.
Ma, se la vocazione di Isaia sarร quella di essere profeta (gr. pro-phฤtฤs), un uomo che parla al posto di Dio davanti agli uomini (pro-phฤmi), occorre che riceva unโabilitazione particolare, una grazia โspecializzataโ, potremo dire โ continuando con stessa bassa lega di prima โ la grazia della Confermazione, quella che lo abilita a esser profeta di YHWH presso il suo popolo (e non solo), in vista del suo ministero specifico e proprio.
Un essere bruciante vola verso Isaia, tenendo in mano una brace tolta dal fuoco che brucia sullโaltare di YHWH. Il fuoco della santitร e dellโincendio di amore misericordioso di YHWH per Israele e per tutte le nazioni. Con questa brace il serafino tocca le labbra di Isaia โperduto/ammutolitoโ, abilitandolo alla sua missione di profeta, uno che deve parlare. Mettendo in comunione il fuoco dellโaltare (= YHWH) con le labbra del profeta, questโultimo riceve un annuncio di grazia redentrice che lo riscatta dal peccato e dallโimpuritร rituale e lo invia a parlare agli uomini da parte di YHWH.
La grazia bruciante di YHWH ha fatto sรฌ che โsi รจ allontanata la tua colpa/sฤr โฤwรดnekฤโ, โe il tuo peccato รจ stato espiato/weแธฅaแนญแนญฤtekฤโ tekuppฤrโ. ร il trionfo della grazia gratuita di YHWH, che personalmente espia, cioรจ lava via il peccato dalle labbra del (futuro) profeta Isaia. Nella Bibbia chi espia รจ sempre YHWH, mai lโuomo. Nulla a che fare con lโespiazione prevista dalla legge penale umana, che tocca allโuomo che ha sbagliato (non sempre e non solo per colpa propriaโฆ) nei confronti dei suoi simili e dellโintera societร .
Eccomi, manda me!
Isaia sente la โvoce tonante/qรดlโ di YHWH che chiede: ยซChi invierรฒ, e chi andrร โper noi/lฤnรปโยป, a nostro vantaggio? Chi potrร andare, inviato da YHWH circondato dalla corte regale (โnoiโ)? Isaia รจ prontissimo nella risposta generosa, segnata da enorme disponibilitร : โEccomi, manda me/hinenรฎ ลกelฤแธฅฤnรฎโ. Pronto come Abramo (Gen 22,1), pronto come fece ripetutamente Samuele alla voce di YHWH scambiata per quella di Eli (cf. 1Sam 3,5.6.8.9).
Unico caso tra i profeti, Isaia prende lโiniziativa nellโoffrirsi al compito che il Signore vorrร dargli. Avrร una missione difficile, rivolta a gente che non vuol sentire la parola di YHWH e non vuole obbedirgli di cuore. La sua missione si tramuterร nel โfotografareโ la situazione di ribellione degli israeliti a YHWH, a rendere nota la loro situazione, a prendere atto della loro chiusura mortale agli inviti di YHWH. I vv. 9-12(13) โ non letti nella liturgia odierna โ descriveranno nei particolari la difficile missione affidata al profeta.
Come ogni profeta, Isaia รจ il punto di contatto tra il Tre Volte Santo, il Glorioso, e il popolo degli impuri.
Punto di contatto tra cielo trascendente e terra immanente.
Parola sospesa tra due rive, due labbra, due cuori.
Cielo e storia.
Profeta: Parola di Dio in parole umane.
Per conto di Dio, di fronte agli uomini.
Santitร e Gloria si fanno storia.
Il profeta risponde: Eccomi, manda me!
Vocazione apostolica
Nella liturgia odierna, al racconto della vocazione profetica di Isaia (Is 6), fa da pendant quello della vocazione apostolica dei primi quattro discepoli di Gesรน (Lc 5,1-11).
Il messia Gesรน si presenta due volte: nella parola del discorso programmatico (Lc 4,14-30) e nelle opere di guarigione ((Lc 4,31-44). Subito dopo, Gesรน chiama i primi discepoli e cosรฌ Luca dimostra che ยซil ministero apostolico si fonda sul fatto di aver accompagnato Gesรน fin dallโinizioยป (F. Bovon).
Il racconto di una pesca miracolosa circolava nelle comunitร senza inquadramento cronologico, e per questo motivo Luca lo aggancia alla chiamata dei primi discepoli, mentre Giovanni lo innesterร nel racconto delle apparizioni pasquali di Gesรน (Gv 21).
Preziose le note di inquadramento teologico-ermeneutico della pericope lucana che troviamo nel commentario di F. Bovon, grande specialista dellโopera lucana: ยซLa comunitร delle origini ha raccontato la pesca miracolosa in una prospettiva ecclesiologica che prende corpo per Luca in una vocazione, e per Giovanni in un insediamento. Pasqua fu effettivamente per i discepoli come una vocazione rinnovata. Cโera forse allโinizio della tradizione un racconto miracoloso accompagnato da una promessa a Simone; gli sviluppi, come la risposta alla chiamata in Luca, e lโordine di missione in Giovanni, sembrano trattati con riserva, secondari. Laa notizia dei discepoli che si alzano per seguire Gesรน รจ in Luca solo unโappendice che proviene dalla combinazione del racconto con Mc 1,16-20: La chiamata stessa di Gesรน deute opisล mou, โvenite qui, dietro a meโ (Mc 1,17), non viene riferita da Luca. Solo al v. 11 veniamo a sapere che i pescatori diventano discepoli e lasciano tutto e seguono Gesรนยป.
Ressa per la parola di Dio
Costruendo lโโinquadraturaโ dellโepisodio, Luca arricchisce gli elementi presenti nel parallelo di Mc 1,16-20. Per la prima volta compare in Luca il sintagma โparola di Dioโ. La โparola-fatto/dฤbฤrโ di Dio si fa carne nellโuomo Gesรน, plenipotenziario di Dio e suo ambasciatore, ma anche realizzatore in prima persona della parola del Padre.
La โParolaโ e la sua โcorsaโ sarร un tema caro a Luca e quello principale della seconda parte della sua opera, gli Atti degli Apostoli. ร la parola di Dio pronunciata e inverata da Gesรน, che a sua volta diventa oggetto del โvangeloโ proclamato dagli apostoli. Una parola potente, guaritrice, feconda, โevangelizzanteโ (Lc 1,2 [servitori della Parola]; 1,4; 4,22.32.36 5,1; 6,47; 7,7.17; 8,11.12.13.15.21; 9,26.28.44; 10,39 [Maria che ascolta la sua parola]; 11,28 [beati chi lo ascolta]; 21,33 [non passerร ]; 24,19 [Gesรน, profeta potente in parola].44); At 1,1; 2,22.41; 4,4; 5,5; 6,2.4 [non va posposta al servizio delle mense].7 [cresceva]; 8,4 [i โdisseminatiโ la evangelizzano in Samaria].25; 10,36; 11,1.19; 12,24 [cresceva e si moltiplicava] 13,44.46.48.49; 14,3 [parola della sua grazia, cf. Lc 4,22 Gesรน a Cafarnao!].14.23.25; 15 passim; 16,6 [in Asia].32 [in casa del carceriere a Filippi, dopo il divieto posto dallo Spirito di Gesรน alla predicazione in Asia]; 17,11 [a Berea รจ accolta con grande entusiasmo]13; 18,5 [a Corinto].11; 19,10 [per due anni a Efeso/in Asia].20 [a Efeso cresceva con vigore e si rafforzava]; 20,2 [in Macedonia].7 [lunga omelia di Paolo a Troade].32 [a Mileto Paolo affida gli anziani di Efeso a Dio e alla Parola della sua grazia, cf. Lc 4,22!]; 28,31 [a Roma, capitale dellโimpero che giunge fino ai confini della terra (cf. At 1,8), Paolo annuncia come banditore il regno di Dio e insegnando le cose/parole (ta tou kyriou Iฤsou) con tutta franchezza e senza impedimento].
Duc in altum!
A Gesรน non basta โstare in piediโ sulla riva del lago di Genesaret ad annunciare la parola di Dio. Vede due barche (comunione ecclesiale fraternaโฆ) che anchโesse โstavano in piediโ e con sovrana libertร imbocca la via di fuga e sale su una per sfuggire alla ressa della folla. Solo in un secondo momento chiederร a Pietro, il proprietario della barca (ma non della Chiesa: la โmia Chiesaโ, gli dirร Gesรน in Mt 16,18!), di โandare un poโ piรน al largo/epanagagein oligonโ, v. 3; cf. invece il progresso nel v. 4: โepanagage eis to batos/andare al largo/verso il profondoโ). Seduto, in posizione magisteriale, dalla barca โecclesialeโ Gesรน insegna alle folle. Al termine del suo dire, Gesรน comanda a Pietro di โpuntare verso il largo/andare al largo/verso il profondo/epanagage [epi+ana+agagein] eis to batosโ e di calare le reti โper la pesca/eis agranโ.
Pietro confessa la delusione sconfortata per la pesca notturna infruttuosa, benchรฉ svolta professionalmente nel tempo piรน propizio. Forse perรฒ Pietro conosceva un posto molto pescoso, dove ora tentare una breve pesca di consolazioneโฆ
Lโaffabile e compianto archeologo benedettino B. Pixner (Untermais/Merano 1921 โ Gerusalemme 2002), รจ stato uno spirito coraggioso e dalla vita molto movimentata durante la quale dimostrรฒ la presenza degli esseni nel quartiere sud-occidentale di Gerusalemme e la vicinanza di Gesรน al movimento stesso. Ha vissuto e insegnato per oltre venticinque anni in Israele, di cui dodici sul lago di Genesaret. Egli scrive cosรฌ: ยซNei mesi freschi, i pescatori di Cafarnao pescavano nelle acque davanti a Tabgha (Magadan), dove si trovava anche un porticciolo, detto โporto di Pietroโ. Il tilapia, โpesce di s. Pietroโ, fa parte di una specie tropicale che mal sopporta il freddo invernale. Attirati dalle acque provenienti dalle sorgenti calde di Tabgha (le Sette Sorgenti), in quella zona si formano grossi banchi di quel tipo di pesce. In inverno e in primavera se ne puรฒ fare una pesca abbondanteยป. Prosegue, con un commento concordistico col passo di Mc 1,26-30: ยซI figli di Zebedeo e quelli di Giona formavano una societร . Erano tornati a riva dopo aver pescato assieme agli operai stipendiati a giornata. Mentre gli altri preparavano le reti per lโuscita successiva, Pietro e Andrea con le loro reti da lancio cercavano di prendere ancora qualche pesce nelle acque basse di Tabgha. Fu a questo punto che il Signore passรฒ e li chiamรฒ (cf. Mc 1,10-20)ยป (Con Gesรน attraverso la Galilea secondo il Quinto vangelo, Corazin Publishing, Rosh Pina 1996.2005, acquistabile solo in Israele).
Sono peccatore, ma sulla tua parolaโฆ
Simone confessa al โpadrone/colui che sta sopra/sovrintendente/epistataโ la sua delusione per lโinfruttuosa fatica notturna (apostolica!; kopiasantes, cf. Gv 4, 6.38[bis]; At 20,35 [Paolo nel suo testamento pastorale a Mileto]; Rm 16, 6.12[bis]; 1Cor 16,16; Gal 4,11 [Paolo spera di non aver faticato invano]; Fil 2,26 [i filippesi devono tenere salda la parola di vita ricevuta, in modo che Paolo non abbia ad aver โcorso e faticatoโ invano]; Col 1,29; 1Ts 5,12; 1Tm 4,10; 5,17; 2Tm 2,6).
โBasandosi tuttavia solo sulla parola/epi de tลi rhฤmatiโ di Gesรน, Pietro si dice disponibile a obbedirgli (menziona solo il calare le reti, ma sottintende certamente anche โil puntare verso il largo/lโandare al largo/verso il profondoโ).
La folla faceva ressa per ascoltare la Parola, Pietro โsi appoggia fiducioso/epiโ sulla parola di Gesรน nonostante la frustrante pesca notturna (โdeโ leggermente avversativo e correttivo: ho faticato invano, tuttavia continuerรฒ ad affaticarmi ancora, ma stavolta sulla tua parola, che amplia e corregge la mia pluriennale esperienza professionale).
โAvendo fatto questo/poiฤsantes toutoโ, i pescatori fanno una pesca abbondantissima, tanto che hanno bisogno di riunire le forze di tutti i soci (metochois), cosicchรฉ vengano a โprendere-insieme/sullambanesthaiโ il frutto della pesca che sta per rompere le reti dallโabbondanza della seconda fatica, fatta sconsideratamente in pieno giorno, ma stavolta fatta con Gesรน. Ciรฒ che sta per rompere le reti e riempire le barche fino a rischiare di farle affondare รจ lโabbondanza strabordante del pescato, non le divisioni/scismi/rivalitร a cui allude la tunica inconsutile โecclesialeโ di Gesรน che non venne tagliata in quattro dai soldati, ma che rimase โunaโ, tirata a sorte e โvintaโ tuttโintera alla โtombolaโ della croce (cf. Gv 19,23-24).
Simone (nome ebreo Shimโon, che allude allโascolto) ora รจ menzionato anche con il secondo nome, il greco Petros che traduce lโaramaico Kephaโ, che allude alla soliditร della pietra.
Lโevangelista Luca ce lo presenta mentre โcadde ai piedi/prosepesen tois gynasinโ signoriali/kyriali di Gesรน riconosciuto e acclamato stavolta come โil Signore/kyrieโ (v. 8), e non piรน semplicemente come โil signore/padrone/colui che sta sopra /sovrintendente/direttore/epistataโ (v. 5).
Certamente, viene qui anticipata una percezione teologia che, a livello maturo, si avrร solo con la pasqua, ma Pietro intuisce la signorialitร trascendente di Gesรน dallโabbondanza della pesca, frutto dellโobbedienza letterale alla parola di Gesรน e compiuta con la sua presenza fisica a bordo, ancorchรฉ alla luce sfavorevole del giorno invece che nelle provvidenziali tenebre fitte della notte.
Pietro avverte la โlontananzaโ della sfera di vita in cui รจ immerso Gesรน, totalmente altra rispetto alla sua, molto umana e fondata solo sulla propria esperienza professionale umana. Chiede che Gesรน โesca da/si allontani da lui/exelthe apโemouโ, cioรจ si separi (rimanendo in tal modo โsantoโ) dalla sfera umana, immancabilmente peccatrice rispetto alla santitร kyriale di Gesรน.
Predatore di uomini vivi. Bella promessaโฆ
Una โmeraviglia stupefatta/thambosโ โaveva circondato da ogni parte/afferrato/racchiuso/avvolto/perieschenโ Pietro e tutti coloro che erano con lui per la โpesca/caccia/cacciagione/preda/bottino/agraโ che โavevano ricevuto/preso/elabon < lambanล = ricevere, non poieล = fare!). Una โmeraviglia stupefattaโ che afferra anche Giacomo e Giovani, soci dโazienda con Pietro (e con Andrea, ricorda il Vangelo di Marco). La pesca/caccia grossa รจ un dono ricevuto grazie alla fede fiduciosa e obbediente nella parola di Gesรน e alla presenza di Gesรน stesso sulla barca.
Isaia si sente un uomo dalla labbra impure e quindi tutto immondo e indegno di stare alla presenza di YHWH, pur essendo nel tempio. Viene purificato/โespiatoโ dalla brace ardente dellโaltare sacrificale.
Pietro non viene purificato/โespiatoโ da Gesรน, pur essendosi riconosciuto โpeccatore/hamartลlosโ e ritrovandosi nellโambiente totalmente mondano in cui lavorava ogni giorno con la propria competenza professionale. Gesรน gli comanda di โsmettere di avere paura/mฤ thambouโ, perchรฉ immotivata. Egli รจ presente con lui, รจ sulla barca con lui, โlavoraโ con lui: Sono tutti insieme sulla stessa barca della Chiesa e della vita. Non cโรจ motivo di aver timore. Ora si va a Dio insieme, non per separazione dal mondo e dagli altri.
Pietro non viene purificato/โespiatoโ, ma riceve una promessa. Non riceve un esplicito invito/comando vocazionale a seguire Gesรน (cf. invece il deute opisล mou/su, dietro a meโ rivolto ad Andrea e a Pietro โ Mc 1,17 โ e lโโekalesen/chiamรฒโ rivolto a Giacomo e Giovanni in Mc 1,20).
Dallโโadesso in poi/apo tou nynโ messianico decisivo, Pietro riceve la promessa โdi uomini (vivi) sarai in continuitร un cacciatore-predatore/anthrลpous esฤi zลgrลnโ (verbo composto da โzaล = vivereโ e โagra/pesca-cacciaโ). Gesรน aveva comandato a Pietro e compagni di puntare al largo e di calare le reti โper la pesca/eis agranโ (v. 4). Pietro e i suoi soci avevano โricevutoโ in dono unโottima e insperata (caccia/)pesca/agra (v. 9).
Ora la promessa rivolta a Pietro da Gesรน (e implicitamente ai suoi soci piรน stretti) รจ quella รจ di diventare in continuitร pescatori/cacciatori di uomini (vivi).
Il pescatore trascina a terra i pesci vivi facendoli morire. Pietro deve diventare un cacciatore/predatore di uomini (vivi) perchรฉ restino vivi, vivi al massimo.
Cacciatore di uomini come si cacciano gli uccelli con la rete tesa fra gli alberi dei fossi di campagnaโฆ Promessa unica in tutta la Bibbia. Lโunica altra ricorrenza dellโimmagine si trova in Ger 16,16. Il profeta annuncia lโinvio minaccioso e punitivo da parte di YHWH di pescatori (alieeis nella LXX, chiaramente โpescatoriโ e non โcacciatoriโ), che avrebbero pescato gli uomini disobbedienti a YHWH (alieusousin nella LXX, chiaramente un โpescareโ e non un โcacciareโ), per infliggere loro una giusta punizione.
โCondotte giรน/katagagontesโ le barche a terra, lasciate tutte le cose, si misero alla sequela di lui. Nessuno รจ ricordato per nome, ma il Vangelo di Marco (cf. Mc 1,16-20) specifica che si tratta delle due coppie di fratelli: Pietro (e Andrea, dimenticatoโ da Luca), Giacomo e Giovanni (v. 10). Gesรน chiama la โsuaโ Chiesa a essere โfraternaโโฆ
Barche a terra, ogni cosa lasciata alle spalle (aphienetes ta panta).
ร la pronta e radicale risposta a due doni e a una promessa.
Isaia si era proposto come profeta a YHWH ed รจ stato โespiatoโ in profonditร .
Pietro riceve i doni della presenza di Gesรน e di una pesca abbondantissima, insieme a quello di una promessa straordinaria, basata su un ossimoro: cacciatore-predatore di uomini/uccelli-pesci vivi perchรฉ restino vivi.
Pietro non riceve un esplicito comando vocazionale. Si รจ fidato di una parola, ha obbedito a un comando, ha ricevuto due doni e una promessa.
Non resta che cambiar reti, non mestiere!
Commento a cura di padre Roberto Mela scj
Fonte del commento: Settimana News
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QUINTA SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO
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Lc 5,1-11 Lasciarono tutto e lo seguirono.
In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesรน, stando presso il lago di Gennรจsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salรฌ in una barca, che era di Simone, e lo pregรฒ di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: ยซPrendi il largo e gettate le vostre reti per la pescaยป. Simone rispose: ยซMaestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterรฒ le retiยป. Fecero cosรฌ e presero una quantitร enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dellโaltra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. Al vedere questo, Simon Pietro si gettรฒ alle ginocchia di Gesรน, dicendo: ยซSignore, allontร nati da me, perchรฉ sono un peccatoreยป. Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; cosรฌ pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedรจo, che erano soci di Simone. Gesรน disse a Simone: ยซNon temere; dโora in poi sarai pescatore di uominiยป. E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.C: Parola del Signore. A: Lode a Te o Cristo.
Fonte: La Sacra Bibbia
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