Commento al Vangelo del 10 Febbraio 2019 – p. Roberto Mela scj

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Isaia, โ€œYHWH salvaโ€

Isaia (โ€œYHWH salvaโ€) รจ il primo dei quattro Profeti Maggiori (Isaia, Geremia, Ezechiele, Daniele) e, secondo Is 1,1, visse a Gerusalemme sotto i re Ozia o Azaria (secondo la cronologia stabilita da Albright, 763-742 a.C.), Iotam (742-735 a.C.), Acaz (735-715 a.C.) ed Ezechia (co-reggente dal 727, reggente sui juris dal 715-687).

Il libro di 1Re ha un giudizio variegato su questi regnanti della fine dellโ€™VIII sec. a.C. (condiviso da Isaia che, in parte, ha contribuito a formarli): molto negativo per Acaz, abbastanza positivo per Ozia e Iotam, entusiasta per Ezechia.

La predicazione di Isaia fu raccolta dai discepoli per piรน di un secolo. Le sue parole autentiche sono reperibili nei cc. 1.2 โ€“ 4.5 โ€“ 10.14 โ€“ 23.28 โ€“ 32, caratterizzati da un linguaggio fantasioso, curato, ricco di immagini, espressione di una persona colta, che il libro presenta essere cresciuta allโ€™ombra del tempio di Gerusalemme. Una cultura come quella di Isaia era infatti difficilmente conseguibile fuori di Gerusalemme. Isaia cresce in un ambiente di tradizioni religiose che condizioneranno il suo messaggio: lโ€™elezione divina di Gerusalemme e della dinastia davidica.

Isaia nasce, probabilmente a Gerusalemme, al tempo del re Ozia (763-742 a.C.) e al momento della sua morte (742 a.C.) si afferma con piรน forza il tema della regalitร  di YHWH. Ed รจ YHWH, โ€œil re degli esercitiโ€, che gli occhi di Isaia vedono nel tempio.

Il suo libro รจ presentato come il resoconto di una visione che egli ebbe (Is 1,1), una terminologia profetica (แธฅฤzฤh/ โ€œavere una visioneโ€; แธฅลzeh/โ€œil veggenteโ€) che precede quella di derivazione asiatica hitnabbฤ“โ€™/โ€œprofetizzare in forma entusiasticaโ€ e nฤbรฎโ€™/โ€œprofeta (entusiasta)โ€. Il verbo แธฅฤzฤh indica spesso una visione profetica come quella di Balaam, profeta straniero, dove si dice ยซche egli vede la visione dellโ€™Onnipotenteยป (Nm 24,4.16).

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La capacitร  visionaria non era perรฒ mai disgiunta dalla parola. Isaia arriva addirittura a parlare di una โ€œparola che videโ€ (Is 2,1) e che descrive lโ€™oggetto della sua visione in โ€œun libro sigillatoโ€ (Is 29,11).

Il libro di Isaia

Oltre a pochi studiosi che sostengono la tesi di un solo profeta responsabile di tutto il libro, altri sostengono lโ€™opinione di tre libri attribuibili a tre profeti diversi (ad es. Is 1-39.40-55.56-66), mentre altri pensano a un solo libro con piรน voce profetiche. Infine, cโ€™รจ chi sostiene lโ€™esistenza di due libri (o un libro in due parti), con una comune esperienza profetica. Cosรฌ lo studioso A. Mello, che suddivide il libro in due parti: cc. 1โ€“33 (Le โ€œcose anticheโ€) e cc. 34โ€“66 (Le โ€œcose nuoveโ€). Nel suo commentario, Mello indica cinque linee teologiche principali rinvenibili nel libro: la salvezza, il resto di Israele, la santitร , il messia e Sion-Gerusalemme.

A puro titolo orientativo, proponiamo una possibile articolazione letteraria di Is 1โ€“12, avanzata da A. Mello.

Dopo il titolo e lโ€™introduzione al libro (1,1-31), una prima sezione propone โ€œUna visione di paceโ€ (2,1โ€“12,6): 2,1-5 Una pace universale; 2,6-22 Il giorno del Signore; 3,1โ€“4,6 Crisi politica e sociale; 5,1-30 Lโ€™invasione assira; 6,1-13 Missione di Isaia; 7,1-17 Lโ€™intervento presso Acaz; 8,1-20 La testimonianza scritta; 8,21โ€“9,6 La nascita del messia; 9,7โ€“10,4 Giudizio su Israele; 10,5-34 Contro lโ€™Assiria; 11,1โ€“12,6 La pace messianica.

Modelli vocazionali

Giร  commentando la narrazione della vocazione e missione del profeta Geremia (IV domenica per annum C) avevamo indicato alcuni elementi di questo genere letterario. Lo studioso Vogels individua quattro modelli allโ€™interno del genere letterario del racconto di vocazione: 1) un modello โ€œufficiale-soldatoโ€: non รจ lecita alcuna trasgressione del comando (Amos, Osea); b) padrone-servo: รจ lecita unโ€™obiezione (Mosรจ, Geremia); c) re-consigliere: in esso รจ lo stesso consigliere a proporsi, prima ancora di essere inviato; d) maestro-discepolo: il primo istruisce gradualmente il secondo (Eli-Samuele; Elia-Eliseo). ยซLa missione di Isaia, e soltanto quella di Isaia, rientra nel terzo modello, quello dellโ€™amico del re che contempla il suo voltoยป (A. Mello). Leggendo il racconto della missione di Isaia, ci si puรฒ chiedere, dunque, chi sia Dio, chi sia il profeta, quale sia la sua missione.

Il re nel tempio

Come i mistici dei secoli successivi, Isaia stenta a trovare un linguaggio capace di esprimere la sua esperienza trascendente dellโ€™Ineffabile. Dapprima egli accenna a una teofania (vv. 1-5), quindi descrive la consacrazione profetica (vv. 6-7) e, infine, la missione (8-12[13]).

Nel โ€œtempio/sala del tempio/ hรชkฤlโ€ (รจ interessante il fatto che lo stesso vocabolo denomini anche il palazzo regale), Isaia โ€œvede/wฤโ€™erhโ€ (< rฤโ€™ฤh) YHWH seduto su un โ€œtrono regale/kissฤ“โ€™โ€, โ€œalto/rฤmโ€ ed โ€œelevato/niล›ลกฤ“โ€™โ€. Il trono del re Ozia, morto nel 742, era solo una pallida idea di quel che Isaia vide nella teofania templare. Una regalitร  superiore, trascendente quella umana. Lo strascico del mantello regale riempiva la sala del tempio/il tempio, proprio come si puรฒ vedere nelle raffigurazioni regali dellโ€™epoca.

YHWH รจ un โ€œre/melekโ€ (v. 5), cosรฌ designato per la prima volta proprio da Isaia, termine altrimenti evitato pe non confonderlo con la divinitร  cananea, chiamata dagli ebrei โ€œmลlฤ“kโ€ (una denominazione irridente: le consonanti mlk designante il re sono vocalizzate con le vocali ล ed ฤ“ proprie del termine โ€œbลลกฤ“t/vergognaโ€). YHWH รจ il vero re. Non lo sono nรฉ Ozia appena morto, nรฉ Tiglat Pileser III, appena salito in trono a Ninive, capitale della superpotenza dellโ€™Assiria (744 a.C.).

Alcuni serafini, โ€œesseri (angelici) bruciantiโ€, stavano ritti sopra YHWH. Attestati solo qui, forse in riferimento ai โ€œserpenti bruciantiโ€ del deserto esodico (cf. Nm 21,6), sono diversi dai โ€œcherubiniโ€. Questi sono ben attestati nella documentazione extrabiblica e presentati dalla Bibbia allโ€™interno del tempio, nel Santo dei Santi. Sono raffigurati con una testa dโ€™uomo, torso di leone, zoccoli di vitello e ali di aquila.

I serafini hanno sei ali โ€“ sono quindi mobilissimi โ€“, modesti, dal volto non visibile e riproducibile a livello umano.

Santo, santo, santo

Il profeta Amos ricevette la chiamata e la missione profetica durante il suo lavoro agricolo di coltivatore di sicomori. Osea allโ€™interno di una infelicissima vicenda matrimoniale straziata dallโ€™infedeltร  mercenaria.

Isaia sperimenta la sua chiamata allโ€™interno del tempio, in un contesto liturgico. Gli ambienti di vita possono essere i piรน diversi, ma uguale รจ lโ€™imperativitร  e lโ€™irrevocabilitร  della chiamata, unita alla prontezza di risposta positiva richiesta con radicalitร .

Il Trisagion (dal greco โ€œhagios = santoโ€, in ebraico qฤdรดลก) cantato dai serafini in un inno a due cori alternati, rimanda alla โ€œsantitร โ€ di YHWH, cioรจ alla sua totale alteritร  rispetto al mondo cosmico e umano. Egli รจ il re โ€œTotalmente Altroโ€.

Il prezioso testimone del testo di Isaia rinvenuto a Qumran, il manoscritto 1QIsaiaa (1QIsaa) riporta solo una duplice acclamazione, presente invece in triplice ripetizione, liturgicamente la piรน plausibile, nelle antiche versioni giudaiche. Il Targum amplifica inoltre lโ€™acclamazione con queste parole: ยซSanto nel piรน alto dei cieli, sede della sua Presenza; Santo sulla terra, opera della sua Potenza; Santo nei secoli dei secoli il Signore onnipotenteยป.

โ€œIl Tre Volte Santo/il Santissimoโ€ trascende il cosmo e lโ€™umanitร , supera ogni umana possibilitร  di percezione e di accaparramento. Egli sfugge a ogni tentativo di sequestro da parte di uomini e nazioni, religioni e sistemi di pensiero umani (magari contro altri raggruppamenti umani, filosofici o religiosi).

La santitร  trascendente e inafferrabile di YHWH si coniuga alla sua gloria immensa. โ€œIl suo peso specifico interno/kฤbรดdโ€ di potenza e amore si manifesta anche allโ€™esterno non per narcisismo solipsistico ma per presenza salvifica vicina a Israele (e ad ogni uomo) in difficoltร . Lโ€™espressione del testo puรฒ essere intesa in due modi: ยซla gloria di Dio riempie tutta la terraยป oppure ยซriempimento di tutta la terra รจ la sua gloriaยป, nel senso senzโ€™altro piรน ricercato, che ยซla terra stessa e il mondo definiscono in che cosa consiste la gloria di Dioยป (A. Mello, che sostiene questa versione).

YHWH รจ โ€œil Tre Volte Santoโ€, qฤdรดลก, trascendente, e colui che, allo stesso tempo, รจ connotato da pesantezza, importanza, visibilitร  (kฤbรดd), che rimanda ad una sua visibilitร  anche sociale opposta al nascondimento tipico della santitร . YHWH รจ, allo stesso tempo, โ€œIl Totalmente Altroโ€ e โ€œIl Totalmente Pesante/Glorioso/Inserito nella storiaโ€.

Impuro

YHWH รจ โ€œIl Tre Volte Santoโ€ e โ€œIl Gloriosoโ€ e il fumo dellโ€™incenso riempie il suo palazzo/tempio, come ben sโ€™addice a Dio venerato come il โ€œTotalmente Superiore nel Potereโ€ allโ€™umanitร  e al cosmo, compresi i suoi re terreni, anche quelli che governano una superpotenza (come lโ€™Assiria o lโ€™Egitto). Tutto trema di fronte alla sua potenza, ogni costruzione umana non puรฒ reggere di fronte al suo potere eccelso.

Questi รจ Dio. Ma chi รจ il profeta?

Isaia si sente nidmรชtรฎ (v. 5), โ€œperduto, rovinato, annichilitoโ€ (< dฤmฤh/โ€œcessare, perire, essere perdutoโ€ (Alonso Schรถkel, CEI 2008, Einheitรผbersetzung, New Revised Standard Versiobn, New International Version, King James Version, American Standard Version, Traduction oecumenique de la Bible, La Bible de Jรฉrusalem, Chouraqui, Nova Vulgata [perii] ecc.). Annichilito dal Totalmente Altro e dal Sommamente Glorioso e Potente.

Intendendo in modo diverso, si puรฒ pensare al fatto che Isaia โ€œammutolisca/diventi mutoโ€ (< โˆšdmm/ โ€œtacere, ammutolireโ€). Le due radici possono confondersi e dal โ€œcessareโ€ si puรฒ giungere al senso di โ€œtacereโ€. Il contesto parla con insistenza di labbra e dellโ€™abilitazione profetica a parlare. Si puรฒ quindi anche preferire il secondo senso, come hanno fatto le versioni antiche giudaiche in greco (Aquila, Simmaco, Teodozione) e la stessa Volgata (taqui).

Isaia si sente perduto/ammutolisce perchรฉ avverte di essere completamente fuori posto, โ€œtotalmente altroโ€ da ciรฒ che lo circonda: โ€œ[sono] un uomo dalla labbra impure/โ€™รฎลก แนญemฤ“โ€™ ล›epฤtayim โ€™ฤnลkรฎโ€. Le labbra ritualmente impure lo rendono inadatto a parlare con Dio per poi riferire la sua parola agli uomini. Isaia si sente completamente immerso (betรดk) nella realtร  degli uomini che lo circonda, al popolo che lo circonda, un popolo dalle labbra impure. Il suo popolo.

Isaia รจ perfettamente uguale agli altri, come tutto il suo popolo. Un uomo impuro ritualmente (แนญฤmฤ“โ€™), in-degno di stare alla presenza del Totalmente Santo, il Tre Volte Santo (qฤdรดลก). Si sente im-possibilitato a farlo. Unโ€™impuritร  costitutiva, irrimediabile e insuperabile da parte dellโ€™uomo. Non รจ in sintonia ontologica, esistenziale e rituale con YHWH, il vero e unico Re di Israele.

Isaia si sente al centro di un processo di estraniamento. Totalmente โ€œimpuroโ€ come il suo popolo a cui appartiene, รจ stato fatto oggetto di una enorme grazia santificante. Senza suo merito e senza aver fatto alcunchรฉ, YHWH degli eserciti (non militari, ma delle schiere celesti!) lo ha gratificato della sua visione. ยซIl re, YHWH degli eserciti, i miei occhi hanno visto!ยป (v. 5).

Labbra impure, purificate col fuoco

Una cascata di roboanti vocali โ€œoโ€ scende a cascata nel v. 3, dallโ€™alto di YHWH. Una stalattite esile di โ€œรฎโ€ si eleva timida dalla terra, dal muto e perduto Isaia nel v. 5. Solennitร  della gloria di YHWH contrapposta in modo stridente allโ€™impuritร  costitutiva di Isaia. Eppure la grazia della visione รจ stata data, totalmente immeritata. Potremmo dire, con un accostamento di bassa lega, che egli ha ricevuto la grazia battesimale di essere ammesso alla presenza del re degli eserciti, il Signore tre volte santo.

Ma, se la vocazione di Isaia sarร  quella di essere profeta (gr. pro-phฤ“tฤ“s), un uomo che parla al posto di Dio davanti agli uomini (pro-phฤ“mi), occorre che riceva unโ€™abilitazione particolare, una grazia โ€œspecializzataโ€, potremo dire โ€“ continuando con stessa bassa lega di prima โ€“ la grazia della Confermazione, quella che lo abilita a esser profeta di YHWH presso il suo popolo (e non solo), in vista del suo ministero specifico e proprio.

Un essere bruciante vola verso Isaia, tenendo in mano una brace tolta dal fuoco che brucia sullโ€™altare di YHWH. Il fuoco della santitร  e dellโ€™incendio di amore misericordioso di YHWH per Israele e per tutte le nazioni. Con questa brace il serafino tocca le labbra di Isaia โ€œperduto/ammutolitoโ€, abilitandolo alla sua missione di profeta, uno che deve parlare. Mettendo in comunione il fuoco dellโ€™altare (= YHWH) con le labbra del profeta, questโ€™ultimo riceve un annuncio di grazia redentrice che lo riscatta dal peccato e dallโ€™impuritร  rituale e lo invia a parlare agli uomini da parte di YHWH.

La grazia bruciante di YHWH ha fatto sรฌ che โ€œsi รจ allontanata la tua colpa/sฤr โ€˜ฤƒwรดnekฤโ€, โ€œe il tuo peccato รจ stato espiato/weแธฅaแนญแนญฤtekฤโ€™ tekuppฤrโ€. รˆ il trionfo della grazia gratuita di YHWH, che personalmente espia, cioรจ lava via il peccato dalle labbra del (futuro) profeta Isaia. Nella Bibbia chi espia รจ sempre YHWH, mai lโ€™uomo. Nulla a che fare con lโ€™espiazione prevista dalla legge penale umana, che tocca allโ€™uomo che ha sbagliato (non sempre e non solo per colpa propriaโ€ฆ) nei confronti dei suoi simili e dellโ€™intera societร .

Eccomi, manda me!

Isaia sente la โ€œvoce tonante/qรดlโ€ di YHWH che chiede: ยซChi invierรฒ, e chi andrร  โ€œper noi/lฤnรปโ€ยป, a nostro vantaggio? Chi potrร  andare, inviato da YHWH circondato dalla corte regale (โ€œnoiโ€)? Isaia รจ prontissimo nella risposta generosa, segnata da enorme disponibilitร : โ€œEccomi, manda me/hinenรฎ ลกelฤแธฅฤ“nรฎโ€. Pronto come Abramo (Gen 22,1), pronto come fece ripetutamente Samuele alla voce di YHWH scambiata per quella di Eli (cf. 1Sam 3,5.6.8.9).

Unico caso tra i profeti, Isaia prende lโ€™iniziativa nellโ€™offrirsi al compito che il Signore vorrร  dargli. Avrร  una missione difficile, rivolta a gente che non vuol sentire la parola di YHWH e non vuole obbedirgli di cuore. La sua missione si tramuterร  nel โ€œfotografareโ€ la situazione di ribellione degli israeliti a YHWH, a rendere nota la loro situazione, a prendere atto della loro chiusura mortale agli inviti di YHWH. I vv. 9-12(13) โ€“ non letti nella liturgia odierna โ€“ descriveranno nei particolari la difficile missione affidata al profeta.

Come ogni profeta, Isaia รจ il punto di contatto tra il Tre Volte Santo, il Glorioso, e il popolo degli impuri.
Punto di contatto tra cielo trascendente e terra immanente.
Parola sospesa tra due rive, due labbra, due cuori.
Cielo e storia.
Profeta: Parola di Dio in parole umane.
Per conto di Dio, di fronte agli uomini.
Santitร  e Gloria si fanno storia.
Il profeta risponde: Eccomi, manda me!

Vocazione apostolica

Nella liturgia odierna, al racconto della vocazione profetica di Isaia (Is 6), fa da pendant quello della vocazione apostolica dei primi quattro discepoli di Gesรน (Lc 5,1-11).

Il messia Gesรน si presenta due volte: nella parola del discorso programmatico (Lc 4,14-30) e nelle opere di guarigione ((Lc 4,31-44). Subito dopo, Gesรน chiama i primi discepoli e cosรฌ Luca dimostra che ยซil ministero apostolico si fonda sul fatto di aver accompagnato Gesรน fin dallโ€™inizioยป (F. Bovon).

Il racconto di una pesca miracolosa circolava nelle comunitร  senza inquadramento cronologico, e per questo motivo Luca lo aggancia alla chiamata dei primi discepoli, mentre Giovanni lo innesterร  nel racconto delle apparizioni pasquali di Gesรน (Gv 21).

Preziose le note di inquadramento teologico-ermeneutico della pericope lucana che troviamo nel commentario di F. Bovon, grande specialista dellโ€™opera lucana: ยซLa comunitร  delle origini ha raccontato la pesca miracolosa in una prospettiva ecclesiologica che prende corpo per Luca in una vocazione, e per Giovanni in un insediamento. Pasqua fu effettivamente per i discepoli come una vocazione rinnovata. Cโ€™era forse allโ€™inizio della tradizione un racconto miracoloso accompagnato da una promessa a Simone; gli sviluppi, come la risposta alla chiamata in Luca, e lโ€™ordine di missione in Giovanni, sembrano trattati con riserva, secondari. Laa notizia dei discepoli che si alzano per seguire Gesรน รจ in Luca solo unโ€™appendice che proviene dalla combinazione del racconto con Mc 1,16-20: La chiamata stessa di Gesรน deute opisล mou, โ€œvenite qui, dietro a meโ€ (Mc 1,17), non viene riferita da Luca. Solo al v. 11 veniamo a sapere che i pescatori diventano discepoli e lasciano tutto e seguono Gesรนยป.

Ressa per la parola di Dio

Costruendo lโ€™โ€œinquadraturaโ€ dellโ€™episodio, Luca arricchisce gli elementi presenti nel parallelo di Mc 1,16-20. Per la prima volta compare in Luca il sintagma โ€œparola di Dioโ€. La โ€œparola-fatto/dฤbฤrโ€ di Dio si fa carne nellโ€™uomo Gesรน, plenipotenziario di Dio e suo ambasciatore, ma anche realizzatore in prima persona della parola del Padre.

La โ€œParolaโ€ e la sua โ€œcorsaโ€ sarร  un tema caro a Luca e quello principale della seconda parte della sua opera, gli Atti degli Apostoli. รˆ la parola di Dio pronunciata e inverata da Gesรน, che a sua volta diventa oggetto del โ€œvangeloโ€ proclamato dagli apostoli. Una parola potente, guaritrice, feconda, โ€œevangelizzanteโ€ (Lc 1,2 [servitori della Parola]; 1,4; 4,22.32.36 5,1; 6,47; 7,7.17; 8,11.12.13.15.21; 9,26.28.44; 10,39 [Maria che ascolta la sua parola]; 11,28 [beati chi lo ascolta]; 21,33 [non passerร ]; 24,19 [Gesรน, profeta potente in parola].44); At 1,1; 2,22.41; 4,4; 5,5; 6,2.4 [non va posposta al servizio delle mense].7 [cresceva]; 8,4 [i โ€œdisseminatiโ€ la evangelizzano in Samaria].25; 10,36; 11,1.19; 12,24 [cresceva e si moltiplicava] 13,44.46.48.49; 14,3 [parola della sua grazia, cf. Lc 4,22 Gesรน a Cafarnao!].14.23.25; 15 passim; 16,6 [in Asia].32 [in casa del carceriere a Filippi, dopo il divieto posto dallo Spirito di Gesรน alla predicazione in Asia]; 17,11 [a Berea รจ accolta con grande entusiasmo]13; 18,5 [a Corinto].11; 19,10 [per due anni a Efeso/in Asia].20 [a Efeso cresceva con vigore e si rafforzava]; 20,2 [in Macedonia].7 [lunga omelia di Paolo a Troade].32 [a Mileto Paolo affida gli anziani di Efeso a Dio e alla Parola della sua grazia, cf. Lc 4,22!]; 28,31 [a Roma, capitale dellโ€™impero che giunge fino ai confini della terra (cf. At 1,8), Paolo annuncia come banditore il regno di Dio e insegnando le cose/parole (ta tou kyriou Iฤ“sou) con tutta franchezza e senza impedimento].

Duc in altum!

A Gesรน non basta โ€œstare in piediโ€ sulla riva del lago di Genesaret ad annunciare la parola di Dio. Vede due barche (comunione ecclesiale fraternaโ€ฆ) che anchโ€™esse โ€œstavano in piediโ€ e con sovrana libertร  imbocca la via di fuga e sale su una per sfuggire alla ressa della folla. Solo in un secondo momento chiederร  a Pietro, il proprietario della barca (ma non della Chiesa: la โ€œmia Chiesaโ€, gli dirร  Gesรน in Mt 16,18!), di โ€œandare un poโ€™ piรน al largo/epanagagein oligonโ€, v. 3; cf. invece il progresso nel v. 4: โ€œepanagage eis to batos/andare al largo/verso il profondoโ€). Seduto, in posizione magisteriale, dalla barca โ€œecclesialeโ€ Gesรน insegna alle folle. Al termine del suo dire, Gesรน comanda a Pietro di โ€œpuntare verso il largo/andare al largo/verso il profondo/epanagage [epi+ana+agagein] eis to batosโ€ e di calare le reti โ€œper la pesca/eis agranโ€.

Pietro confessa la delusione sconfortata per la pesca notturna infruttuosa, benchรฉ svolta professionalmente nel tempo piรน propizio. Forse perรฒ Pietro conosceva un posto molto pescoso, dove ora tentare una breve pesca di consolazioneโ€ฆ

Lโ€™affabile e compianto archeologo benedettino B. Pixner (Untermais/Merano 1921 โ€“ Gerusalemme 2002), รจ stato uno spirito coraggioso e dalla vita molto movimentata durante la quale dimostrรฒ la presenza degli esseni nel quartiere sud-occidentale di Gerusalemme e la vicinanza di Gesรน al movimento stesso. Ha vissuto e insegnato per oltre venticinque anni in Israele, di cui dodici sul lago di Genesaret. Egli scrive cosรฌ: ยซNei mesi freschi, i pescatori di Cafarnao pescavano nelle acque davanti a Tabgha (Magadan), dove si trovava anche un porticciolo, detto โ€œporto di Pietroโ€. Il tilapia, โ€œpesce di s. Pietroโ€, fa parte di una specie tropicale che mal sopporta il freddo invernale. Attirati dalle acque provenienti dalle sorgenti calde di Tabgha (le Sette Sorgenti), in quella zona si formano grossi banchi di quel tipo di pesce. In inverno e in primavera se ne puรฒ fare una pesca abbondanteยป. Prosegue, con un commento concordistico col passo di Mc 1,26-30: ยซI figli di Zebedeo e quelli di Giona formavano una societร . Erano tornati a riva dopo aver pescato assieme agli operai stipendiati a giornata. Mentre gli altri preparavano le reti per lโ€™uscita successiva, Pietro e Andrea con le loro reti da lancio cercavano di prendere ancora qualche pesce nelle acque basse di Tabgha. Fu a questo punto che il Signore passรฒ e li chiamรฒ (cf. Mc 1,10-20)ยป (Con Gesรน attraverso la Galilea secondo il Quinto vangelo, Corazin Publishing, Rosh Pina 1996.2005, acquistabile solo in Israele).

Sono peccatore, ma sulla tua parolaโ€ฆ

Simone confessa al โ€œpadrone/colui che sta sopra/sovrintendente/epistataโ€ la sua delusione per lโ€™infruttuosa fatica notturna (apostolica!; kopiasantes, cf. Gv 4, 6.38[bis]; At 20,35 [Paolo nel suo testamento pastorale a Mileto]; Rm 16, 6.12[bis]; 1Cor 16,16; Gal 4,11 [Paolo spera di non aver faticato invano]; Fil 2,26 [i filippesi devono tenere salda la parola di vita ricevuta, in modo che Paolo non abbia ad aver โ€œcorso e faticatoโ€ invano]; Col 1,29; 1Ts 5,12; 1Tm 4,10; 5,17; 2Tm 2,6).

โ€œBasandosi tuttavia solo sulla parola/epi de tลi rhฤ“matiโ€ di Gesรน, Pietro si dice disponibile a obbedirgli (menziona solo il calare le reti, ma sottintende certamente anche โ€œil puntare verso il largo/lโ€™andare al largo/verso il profondoโ€).

La folla faceva ressa per ascoltare la Parola, Pietro โ€œsi appoggia fiducioso/epiโ€ sulla parola di Gesรน nonostante la frustrante pesca notturna (โ€œdeโ€ leggermente avversativo e correttivo: ho faticato invano, tuttavia continuerรฒ ad affaticarmi ancora, ma stavolta sulla tua parola, che amplia e corregge la mia pluriennale esperienza professionale).

โ€œAvendo fatto questo/poiฤ“santes toutoโ€, i pescatori fanno una pesca abbondantissima, tanto che hanno bisogno di riunire le forze di tutti i soci (metochois), cosicchรฉ vengano a โ€œprendere-insieme/sullambanesthaiโ€ il frutto della pesca che sta per rompere le reti dallโ€™abbondanza della seconda fatica, fatta sconsideratamente in pieno giorno, ma stavolta fatta con Gesรน. Ciรฒ che sta per rompere le reti e riempire le barche fino a rischiare di farle affondare รจ lโ€™abbondanza strabordante del pescato, non le divisioni/scismi/rivalitร  a cui allude la tunica inconsutile โ€œecclesialeโ€ di Gesรน che non venne tagliata in quattro dai soldati, ma che rimase โ€œunaโ€, tirata a sorte e โ€œvintaโ€ tuttโ€™intera alla โ€œtombolaโ€ della croce (cf. Gv 19,23-24).

Simone (nome ebreo Shimโ€˜on, che allude allโ€™ascolto) ora รจ menzionato anche con il secondo nome, il greco Petros che traduce lโ€™aramaico Kephaโ€™, che allude alla soliditร  della pietra.

Lโ€™evangelista Luca ce lo presenta mentre โ€œcadde ai piedi/prosepesen tois gynasinโ€ signoriali/kyriali di Gesรน riconosciuto e acclamato stavolta come โ€œil Signore/kyrieโ€ (v. 8), e non piรน semplicemente come โ€œil signore/padrone/colui che sta sopra /sovrintendente/direttore/epistataโ€ (v. 5).

Certamente, viene qui anticipata una percezione teologia che, a livello maturo, si avrร  solo con la pasqua, ma Pietro intuisce la signorialitร  trascendente di Gesรน dallโ€™abbondanza della pesca, frutto dellโ€™obbedienza letterale alla parola di Gesรน e compiuta con la sua presenza fisica a bordo, ancorchรฉ alla luce sfavorevole del giorno invece che nelle provvidenziali tenebre fitte della notte.

Pietro avverte la โ€œlontananzaโ€ della sfera di vita in cui รจ immerso Gesรน, totalmente altra rispetto alla sua, molto umana e fondata solo sulla propria esperienza professionale umana. Chiede che Gesรน โ€œesca da/si allontani da lui/exelthe apโ€™emouโ€, cioรจ si separi (rimanendo in tal modo โ€œsantoโ€) dalla sfera umana, immancabilmente peccatrice rispetto alla santitร  kyriale di Gesรน.

Predatore di uomini vivi. Bella promessaโ€ฆ

Una โ€œmeraviglia stupefatta/thambosโ€ โ€œaveva circondato da ogni parte/afferrato/racchiuso/avvolto/perieschenโ€ Pietro e tutti coloro che erano con lui per la โ€œpesca/caccia/cacciagione/preda/bottino/agraโ€ che โ€œavevano ricevuto/preso/elabon < lambanล = ricevere, non poieล = fare!). Una โ€œmeraviglia stupefattaโ€ che afferra anche Giacomo e Giovani, soci dโ€™azienda con Pietro (e con Andrea, ricorda il Vangelo di Marco). La pesca/caccia grossa รจ un dono ricevuto grazie alla fede fiduciosa e obbediente nella parola di Gesรน e alla presenza di Gesรน stesso sulla barca.

Isaia si sente un uomo dalla labbra impure e quindi tutto immondo e indegno di stare alla presenza di YHWH, pur essendo nel tempio. Viene purificato/โ€œespiatoโ€ dalla brace ardente dellโ€™altare sacrificale.

Pietro non viene purificato/โ€œespiatoโ€ da Gesรน, pur essendosi riconosciuto โ€œpeccatore/hamartลlosโ€ e ritrovandosi nellโ€™ambiente totalmente mondano in cui lavorava ogni giorno con la propria competenza professionale. Gesรน gli comanda di โ€œsmettere di avere paura/mฤ“ thambouโ€, perchรฉ immotivata. Egli รจ presente con lui, รจ sulla barca con lui, โ€œlavoraโ€ con lui: Sono tutti insieme sulla stessa barca della Chiesa e della vita. Non cโ€™รจ motivo di aver timore. Ora si va a Dio insieme, non per separazione dal mondo e dagli altri.

Pietro non viene purificato/โ€œespiatoโ€, ma riceve una promessa. Non riceve un esplicito invito/comando vocazionale a seguire Gesรน (cf. invece il deute opisล mou/su, dietro a meโ€ rivolto ad Andrea e a Pietro โ€“ Mc 1,17 โ€“ e lโ€™โ€œekalesen/chiamรฒโ€ rivolto a Giacomo e Giovanni in Mc 1,20).

Dallโ€™โ€œadesso in poi/apo tou nynโ€ messianico decisivo, Pietro riceve la promessa โ€œdi uomini (vivi) sarai in continuitร  un cacciatore-predatore/anthrลpous esฤ“i zลgrลnโ€ (verbo composto da โ€œzaล = vivereโ€ e โ€œagra/pesca-cacciaโ€). Gesรน aveva comandato a Pietro e compagni di puntare al largo e di calare le reti โ€œper la pesca/eis agranโ€ (v. 4). Pietro e i suoi soci avevano โ€œricevutoโ€ in dono unโ€™ottima e insperata (caccia/)pesca/agra (v. 9).

Ora la promessa rivolta a Pietro da Gesรน (e implicitamente ai suoi soci piรน stretti) รจ quella รจ di diventare in continuitร  pescatori/cacciatori di uomini (vivi).

Il pescatore trascina a terra i pesci vivi facendoli morire. Pietro deve diventare un cacciatore/predatore di uomini (vivi) perchรฉ restino vivi, vivi al massimo.

Cacciatore di uomini come si cacciano gli uccelli con la rete tesa fra gli alberi dei fossi di campagnaโ€ฆ Promessa unica in tutta la Bibbia. Lโ€™unica altra ricorrenza dellโ€™immagine si trova in Ger 16,16. Il profeta annuncia lโ€™invio minaccioso e punitivo da parte di YHWH di pescatori (alieeis nella LXX, chiaramente โ€œpescatoriโ€ e non โ€œcacciatoriโ€), che avrebbero pescato gli uomini disobbedienti a YHWH (alieusousin nella LXX, chiaramente un โ€œpescareโ€ e non un โ€œcacciareโ€), per infliggere loro una giusta punizione.

โ€œCondotte giรน/katagagontesโ€ le barche a terra, lasciate tutte le cose, si misero alla sequela di lui. Nessuno รจ ricordato per nome, ma il Vangelo di Marco (cf. Mc 1,16-20) specifica che si tratta delle due coppie di fratelli: Pietro (e Andrea, dimenticatoโ€ da Luca), Giacomo e Giovanni (v. 10). Gesรน chiama la โ€œsuaโ€ Chiesa a essere โ€œfraternaโ€โ€ฆ

Barche a terra, ogni cosa lasciata alle spalle (aphienetes ta panta).

รˆ la pronta e radicale risposta a due doni e a una promessa.

Isaia si era proposto come profeta a YHWH ed รจ stato โ€œespiatoโ€ in profonditร .

Pietro riceve i doni della presenza di Gesรน e di una pesca abbondantissima, insieme a quello di una promessa straordinaria, basata su un ossimoro: cacciatore-predatore di uomini/uccelli-pesci vivi perchรฉ restino vivi.

Pietro non riceve un esplicito comando vocazionale. Si รจ fidato di una parola, ha obbedito a un comando, ha ricevuto due doni e una promessa.

Non resta che cambiar reti, non mestiere!

Commento a cura di padre Roberto Mela scj
Fonte del commento: Settimana News

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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

QUINTA SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO

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Lc 5,1-11 Lasciarono tutto e lo seguirono.

In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesรน, stando presso il lago di Gennรจsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salรฌ in una barca, che era di Simone, e lo pregรฒ di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.

Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: ยซPrendi il largo e gettate le vostre reti per la pescaยป. Simone rispose: ยซMaestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterรฒ le retiยป. Fecero cosรฌ e presero una quantitร  enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dellโ€™altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. Al vedere questo, Simon Pietro si gettรฒ alle ginocchia di Gesรน, dicendo: ยซSignore, allontร nati da me, perchรฉ sono un peccatoreยป. Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; cosรฌ pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedรจo, che erano soci di Simone. Gesรน disse a Simone: ยซNon temere; dโ€™ora in poi sarai pescatore di uominiยป. E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

C: Parola del Signore. A: Lode a Te o Cristo.

Fonte: La Sacra Bibbia

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