
La Domenica delle Tentazioni di Cristo, prima Domenica di Quaresima, segna la prima tappa del cammino di conversione pasquale. Essa parte dal nostro deserto, dal quale si alza accorato il grido della nostra preghiera: ยซSรฌ, le mie iniquitร io le riconosco, il mio peccato mi sta sempre dinanziยป [Sal 51 (50),5].
Il Padre ascolta questo grido e come risposta invia suo Figlio. Gesรน, nuovo Adamo, allโinizio del suo ministero sceglie di vivere e attraversare il deserto, sperimentando anche tutte le tentazioni che ivi si presentano (Vangelo) affinchรฉ la sua obbedienza al Padre riscatti la disobbedienza del primo Adamo (II lettura). Per causa sua dal primordiale giardino della comunione piena con Dio lโumanitร si ritrovรฒ nel deserto della prova; ora per mezzo di Gesรน il deserto diventa esodo, destinato ad essere quel giardino dove lui sarร seppellito e dal quale risorgerร , distruggendo il potere del peccato e della morte. Da quel deserto cambiato in giardino Dio e lโumanitร nuova potranno camminare e vivere insieme.ย
In questa I domenica il Vescovo nella chiesa cattedrale, o in altra chiesa, celebra il rito dellโelezione o iscrizione del nome dei catecumeni che saranno battezzati nella prossima Veglia Pasquale. Per questa celebrazione si utilizza il formulario proprio (MR p. 763).
La Quaresima, ยซsegno sacramentale della nostra conversioneยป (colletta), in questa prima Domenica, attraverso lโesperienza liturgica, coinvolge il senso ecclesiale e spirituale del gusto. La comunitร e ogni fedele sono chiamati a nutrirsi di ogni Parola che esce dalla bocca di Dio (cf. Mt 4,4). Il nutrimento della Parola ci fa gustare lโEucaristia, con la fragranza della vita fraterna e della caritร operosa.ย
PREPรRATI
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ยซFiglio, se ti presenti per servire il Signore, prepรกrati alla tentazione.ย
Abbi un cuore retto e sii costante, non ti smarrire nel tempo della prova. Stai unito a lui senza separartene,ย
perchรฉ tu sia esaltato nei tuoi ultimi giorniยป (Sir 2,1-3).ย
Il Libro del Siracide esprime bene lo status del credente: la consapevolezza di servire il Signore รจ un dono e un impegno costante a vigilare. La fede non รจ unโassicurazione per la vita tranquilla e senza difficoltร , ma la prova รจ parte integrante dellโesperienza credente del discepolo.
Il pellegrinaggio spirituale che la Quaresima ci fa vivere รจ un percorso intenso che intende aiutare la comunitร cristiana e ogni fedele a riscoprire i cardini essenziali della propria vita spirituale. Se questo tempo liturgico ordinariamente รจ legato al cammino penitenziale vissuto anticamente dai penitenti pubblici e dai catecumeni, assume un carattere tutto speciale grazie al ciclo A del Lezionario, che ci offre un vero cammino iniziatico in preparazione alla celebrazione dei sacramenti pasquali durante la Veglia Santa.
La struttura del percorso biblico segue uno schema binario: mentre le prime due domeniche prevedono ogni anno i racconti delle tentazioni del Signore e della trasfigurazione, le tre domeniche successive differiscono e ci offrono unโattenzione teologica propria. In questo anno in particolare i vangeli presentano dei rimandi al mistero celebrato nel battesimo: lโacqua con la Samaritana (III), la luce con il Cieco nato (IV) e la vita nuova con la โrisurrezione o reviviscenzaโ di Lazzaro (V). Di fatto questi testi sono accostati al cammino catecumenale che prevede le varie tappe del tempo di โpurificazioneย o illuminazioneโ. In occasione della prima Domenica รจ previsto il Rito di elezione o dellโ iscrizione del nome con il quale il catecumeno viene โelettoโ, scelto dalla comunitร ecclesiale perchรฉ ritenuto ormai idoneo alla celebrazione unitaria dei sacramenti dellโiniziazione cristiana durante la Veglia di Pasqua (o, per motivi seri, durante la cinquantina pasquale, magari a Pentecoste). Dalla terza alla quinta domenica sono previste ordinariamente le Consegne (Traditiones) del Simbolo di Fede e della Preghiera del Signore, oltre agli Scrutini e agli Esorcismi maggiori.ย
Lo specimen delle due prime domeniche รจ di indicare il punto di partenza della condizione della vita credente e la sua meta, comprendere che la tentazione, la prova sono la modalitร ordinaria con la quale il credente deve confrontarsi e verificarsi, ma guardando al Signore, vincitore del peccato e della morte, come anche ci dimostra la trasfigurazione, anticipazione della risurrezione.
ALLA TENTAZIONE
Le letture prevedono un intreccio tematico tra tentazione e peccato, in un confronto dinamico tra lโesperienza del Primo Adamo e quella del Secondo, il Cristo. Ad Adamo che soccombe alla tentazione (I lettura) fa riscontro Gesรน che vince la tentazione (Vangelo) e offre a ogni cristiano la possibilitร di fare delle proprie cadute l’occasione di conoscere la grazia salvifica di Dio (II lettura).
Il racconto genesiaco ci riporta allโorigine di alcune dinamiche interiori presenti nel cuore umano attraverso un fraintendimento delle parole stesse del Signore. Dio avverte lโuomo di non mangiare solo il frutto di un albero (Gen 2,16-17) per non incontrare la morte, invece, grazie al tentatore, questo รจ frainteso in chiave frustrante come ingiunzione di non mangiare alcun frutto del giardino. La proibizione dell’unico frutto, piรน che il permesso-comando di mangiare tutto il resto, colpisce e ferisce la creatura che si vede attratta da ciรฒ che รจ interdetto. ยซMa il serpente disse alla donna: โNon morirete affatto! Anzi, Dio sa che il giorno in cui voi ne mangiaste si aprirebbero iย vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo il bene e il maleโยป (Gen 3,4-5). La seduzione del maligno verte su due fronti: il presentare negativamente lโatteggiamento di Dio nei confronti della creatura e nellโilludere la coppia genesiaca che potrร essere โuguale a Dio, ma senza Dioโ, nella conoscenza del โbene e maleโ. Nel linguaggio biblico il conoscere รจ un sapere esperienziale e vitale; lโespressione si presta a molteplici interpretazioni: probabilmente indica la possibilitร della creatura di essere โpadrone e generatoreโ di tutte le azioni buone e cattive, di essere โonnipotenteโ. Cosa accadrebbe se questo fosse possibile? La smania dellโonnipotenza appare allโorizzonte del cuore superbo della creatura umana fin dalle origini, confermata e causata anche da una falsa idea/immagine di Dio che vuole detenere un โpotere tutto per sรฉโ e dalla presunzione umana di volersi superare andando oltre i propri oggettivi limiti, che sono anche i confini esistenziali in cui lโuomo e la donna si riconoscono creature e non creatori, collaboratori di Dio e non padroni della vita e del creato.ย
Il primo grande ammonimento che il cammino quaresimale offre ai catecumeni e a chi vive con stile catecumenale-iniziatico questo cammino quaresimale รจ proprio quello di riscoprirsi creatura e non creatore, di accogliersi nella propria condizione di fragilitร e limite come possibilitร sanante e non come esperienza frustrante.
NON TI SMARRIRE NEL TEMPO DELLA PROVA
Gesรน attraversa la tentazione, non la rimuove, accetta di misurarsi con essa: non proietta l’immagine del nemico su realtร esterne, ma accetta che la potenza della tentazione si dispieghi nell’intimo del cuore. Solo chi vince la potenza del divisore in sรฉ stesso puรฒ cacciare i demoni dagli altri.
La vittoria di Gesรน รจ interiore e spirituale, poichรจ attinge alla forza della Parola di Dio. I passi citati nella versione matteana richiamano il cammino esodale del popolo dโIsraele con tre citazioni del Deuteronomio che si rifanno a tre episodi fondamentali: la mannaย e le quaglie (Es 16); Massa e Meriba (Es 17); il vitello d’oro (Es 32). Il ricordo della Parola di Dio, la memoria Dei come la definivano i Padri, รจ ciรฒ che guida Gesรน alla vittoria. Tale memoria Dei non รจ semplice ricordo di frasi bibliche, ma evento spirituale che interiorizza la presenza di Dio nel cuore dell’uomo attraverso la virtus stessa che la Parola di Dio ha di realizzare quanto comunica, di essere performativa non solo ad extra, ma anche ad intra. Attraverso la Parola rileggere il proprio vissuto e consegnarsi a Dio.ย
Le tre tentazioni hanno una sequenza spaziale interessante: si parte dal deserto, per giungere al tempio di Gerusalemme e infine a un monte altissimo. Il deserto nella tradizione biblica (midbar) indica il suolo del silenzio e dellโascolto interiore della Parole e delle tante parole che possono affollare la mente ed il cuore. Il deserto รจ il luogo per antonomasia delle tentazioni che il popolo dโIsraele ha sperimentato, e allo stesso tempo รจ lo spazio vitale nel quale la Parola di Dio ha guidato e illuminato il popolo fino a condurlo alla terra promessa, giร simboleggiata dalla consegna delle Dieci Parole.
Come il popolo d’Israele matura la sua vocazione di popolo di Dio nel deserto, cosรฌ Gesรน, prima di iniziare la sua missione, va nel deserto. Il Signore, perรฒ, al contrario d’Israele vince la triplice tentazione dei beni materiali, del successo e del potere: dove l’antico Israele soccombeva, colui che simboleggia il nuovo Israele resiste e vince.
Nella prima tentazione Gesรน rifiuta il ruolo messianico in maniera spettacolare e prodigiosa, ma lo vive nella fedeltร a Dio come ogni uomo giusto e credente. Anche i bisogni materiali quotidiani rappresentati dal pane, rivelano che cโรจ un bisogno piรน profondo che nasce dalla relazione con Dio: egli con la sua Parola crea, dona vita e nutrimento. Egli non accetta di circonscrivere sรฉ stesso, anzi, alla fine della sua missione, nellโultima cena, sceglie di essere il vero pane spezzato che nutre e salva (Mt 26,26-27).
Nella seconda tentazione Gesรน รจ condotto sul punto piรน altoย del tempio, luogo sacro per eccellenza, e non vuole โprovare Dioโ, ma affidarsi a lui, senza la pretesa della spettacolarizzazione miracolistica. ร una dinamica tipica del cuore umano quella di approfittarsi di una relazione di confidenza, osando andare oltre i limiti. Gesรน ci invita al rispetto del Padre con atteggiamento di fiducia filiale.ย
Nella terza tentazione il Signore รจ condotto su un indefinito monte altissimo per adorare il maligno in cambio di tutte le ricchezze, il potere e il prestigio possibile. La proposta subdola del demonio prevede un fine buono da raggiungere attraverso una logica cattiva, un compromesso con il male. Ma Gesรน non cede a questa forma di schiavizzazione e ci insegna che lโunico culto e adorazione sono per Dio.
Tutto questo avviene attraverso la citazione della Parola, ma mai dialogando direttamente con il maligno. Anche questo รจ un criterio di discernimento spirituale: nella tentazione non si dialoga con il maligno – altrimenti si cede – ma solo con Dio, affidandoci a lui.
STAI UNITO A LUI SENZA SEPARARTENE
Il Vangelo di questa domenica inizia con una annotazione fondamentale: ยซIn quel tempo, Gesรน fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavoloยป (4,1). Dopo il Battesimo il Signore รจ guidato dallo Spirito nel deserto e qui la prova รจ fondamentale per โautenticareโ la sua missione. Il termine โtentazioneโ, in greco peirasmรณs, indica la prova, la verifica, il vagliare e discernere. Ecco quindi il senso delle tentazioni: il dimostrare le intenzioni profonde del cuore nel volere aderire al Padre di ogni bontร . Per un eletto ai sacramenti dellโiniziazione cristiana e per noi che viviamo una โmistagogiaโ del dono della grazia battesimale questo significa che le tentazioni sono una opportunitร per verificare il nostro desiderio di adesione piena al Signore. Il dono dello Spirito Santo nel Battesimo non esime dalle esperienze di tentazione e prova, ma offre una forza interiore per affrontare in maniera credente e coerente questeย difficoltร . Cosรฌ ben si esprime S. Gregorio Nazianzeno sintetizzando quanto questa prima tappa spirituale prevede per ogni credente:ย
Se dopo il battesimo ti assalirร colui che ha perseguitato e inseguito la luce – e di certo ti assalirร dal momento che ha assalito anche il Verbo e mio Dio a causa del rivestimento della carne aggredendo la luce nascosta attraverso ciรฒ che era visibileย tu hai modo di vincerlo: non temere la lotta! Opponigli l’acqua, opponigli lo Spirito, nel quale si spegneranno tutte le frecce infuocate del Maligno. ร Spirito, ma che dissolve le montagne [cf. Sal 96 (97),5]; รจ acqua, ma che spegne il fuoco. Se [il Divisore] ti assale ponendoti sotto gli occhi la tua povertร – ha osato farlo con Cristo – e cercherร di ottenere che le pietre divengano pane (cf. Mt 4,3-4) facendoti vedere che hai fame, non ignorare i suoi propositi. Insegnagli quello che non ha imparato, opponigli la parola di vita che รจ il pane disceso dal cielo e che dona vita al mondo (cf. Gv 6,33). Se ti tende un laccio attraverso la vanagloria – lo fece anche con Cristo conducendolo sul pinnacolo del tempio e dicendogli:ย
ยซGettati di sottoยป (Mt 4,6) perchรฉ mostrasse la sua divinitร ย non farti trascinare in basso dal desiderio di innalzarti. Se ottiene questo, non si fermerร qui. ร insaziabile, ricorre a tutti gli espedienti. Lusinga con il bene, ma conclude con il male. Questo รจ il suo modo di combattere (Discorsi 40,10).ย
Fonte: il sussidio Quaresima/Pasqua CEI
