Il commento alle letture del 3 novembre 2019 a cura di Carlo Miglietta, biblista; il suo sito รจ “Buona Bibbia a tutti“.
LASCIARE TUTTO PER SEGUIRE IL SIGNOREย ย ย ย ย
Gesรน ci chiede quindi di stare dalla parte dei poveri, di essere per essi sacramento vivente della salvezza che egli ha portato. Ma per seguire il Signore, bisogna proprio essere poveri? La povertร individuale ed ecclesiale รจ proprio indispensabile per essere suoi discepoli? E quale livello di povertร รจ richiesto?
Lasciare ciรฒ che si possiede
C’รจ tutta una serie di testi evangelici che sono chiarissimi: la chiamata di Gesรน comporta il “lasciare ciรฒ che si possiede abbandonandolo”. Simone e Andrea, “lasciando (“aphรฉntes”) subito le loro reti, lo seguirono” (Mc 1,18; Mt 4,20); cosรฌ Giacomo e Giovanni “lasciando il loro padre Zebedeo nella barca con gli aiutanti, andarono dietro a Gesรน” (Mc 1,20; Mt 4,22). Luca, parlando della chiamata dei primi quattro discepoli, chiarisce che il concetto si estende alla totalitร dei beni: “Dopo aver riportato le loro barche a riva, lasciarono tutto e lo seguirono” (Lc 5,11), cosรฌ come a proposito di Levi dice: “Abbandonando (“katalipรฒn”) tutto lo seguรฌ” (Lc 5,28). In seguito, saranno i discepoli a dire a Gesรน: “<<Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito>>. Gesรน, rispondendo, espliciterร il “tutto” comeย “casa o fratelli o sorelle e madre o padre o figli (ndr: e Lc 18,29 aggiunge: “o moglie”) o campi a causa mia e a causa del vangelo” (Mc 10,28-30). Bisogna quindi lasciare i beni materiali e posporre anche le persone piรน care: “Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli e le sorelle e perfino la propria vita…, non puรฒ essere mio discepolo” (Lc 14,26); bisogna staccarsi persino dalla propria vita! Gesรน conclude: “Chi non porta la sua croce e non viene dietro a me, non puรฒ essere mio discepolo” (Lc 14,27).
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E’ un passo impegnativo, che va ben ponderato. Per questo Gesรน racconta la famosa parabola del tale che prima di costruire la torre deve fare bene i suoi calcoli, se non vuole essere deriso lasciando il lavoro a metร , e del re che prima di combattere una guerra deve ben vedere se ha le forze per vincerla: e, dopo questo pesante ammonimento, conclude: “Cosรฌ chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non puรฒ essere mio discepolo” (Lc 14,28-33).
Abbandonare proprio tutto?ย ย ย ย ย ย ย ย ย
Ma i primi discepoli rinunciavano davvero a tutto? L’esempio evangelico dell’unico convertito che si sa non aver abbandonato proprio “tutto” รจ Zaccheo, “capo dei pubblicani e ricco” (Lc 19,2). Egli infatti decide, davanti al Signore: “Ecco, Signore, io dรฒ la metร dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto” (Lc 19,8). Ci siamo sempre rifugiati in questo episodio per dire che ci sono vari livelli di chiamata alla povertร , e per accontentarci della situazione in cui siamo. In realtร la rinuncia di Zaccheo, uomo ricco, รจ molto forte. Egli dร ai poveri metร dei suoi beni; ma la sua ricchezza derivava probabilmente tutta, come pubblicano, dal “pizzo” che egli imponeva sulle tasse da versare ai Romani: restituire il quadruplo significava dare quindi… quasi tutto, se non tutto!
Si noti come la sua affermazione, piรน che sembrare una limitazione della donazione ai poveri, รจ invece chiara attestazione del primato della giustizia sulla beneficenza. Egli potrร dare ai poveri solo quando avrร fatto giustizia dei beni fraudolentemente accumulati. E’ anche da sottolineare che all’atto di giustizia egli accompagna anche una forte espiazione: il restituire quattro volte tanto, che nella Torah รจ richiesto in un solo caso, quello del furto di un montone (Es 21,37), e nella legge romana solo per i “furta manifesta”, quelli di pubblico scandalo.
Pare dunque chiaro che anche il gesto di Zaccheo si situi sulla linea di una ricerca di totalitร , pur fatta salva l’individualitร della chiamata e della situazione.
Il centuplo giร in questa vita
Dobbiamo chiarire una cosa: a chi abbraccia la povertร evangelica, condividendo i suoi beni con gli ultimi, Gesรน non promette solo la vita eterna, ma il suo aiuto provvidente giร in questa esistenza: <<In veritร vi dico: non c’รจ nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle e madre o padre o figliย o campi a causa mia e a causa del vangelo, che non riceva giร al presente cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e nel futuro la vita eterna>>” (Mc 10,28-30).
E’ Dio stesso che provvederร ai suoi, come ricorda Gesรน nell’ultima cena: “Quando vi ho mandato senza borsa, nรฉ bisaccia, nรฉ sandali, vi รจ forse mancato qualcosa?” (Lc 22,35).
Come dice Paolo, citando i Salmi (Sl 112,9): “Tenete a mente che chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierร e chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierร …. Del resto, Dio ha potere di fare abbondare in voi ogni grazia perchรจ, avendo sempre il necessario di tutto, possiate compiere generosamente le opere di bene, come sta scritto: <<Ha largheggiato, ha dato ai poveri; la sua giustizia dura in eterno>>” (2 Cor 9,6-9).
LA POVERTร, VOCAZIONE PER TUTTI
Al giovane ricco che gli chiede che cosa dovesse fare per avere la vita eterna, e che afferma di osservare giร i comandamenti, Gesรน risponde: “Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi” (Mc 10,17-27).
Ci si potrebbe chiedere se una chiamata cosรฌ radicale sia per tutti, o solo per qualche categoria speciale di discepoli. Di questa pericope evangelica nacquero ben presto tra i cristiani varie interpretazioni: quella rigoristica delle Chiese siriache che, enfatizzando il “vieni e seguimi” (Mc 10,21), poneva l’abbandono dei beni come condizione imprescindibile per essere battezzati; quella ascetico-monastica che, sottolineando il “dallo ai poveri” (Mc 10,21), parlava di questa Parola del Signore come di un “consiglio” per i “perfetti”, negandone la portata universale; quella spiritualistica, che vede nel “vendere tutto” l’invito a sbarazzarsi delle passioni (Clemente Alessandrino, CGS 17,166s-168s); quella personalistica, che legge l’episodio come caso individuale del giovane ricco, a cui Gesรน chiede, in quella particolare situazione, quello specifico passo come test del primato della sua sequela su tutto …
Ma la lettura piรน ovvia รจ quella che considera la condivisione con i poveri come irrinunciabile conseguenza dell’amore verso Dio e i fratelli. Nel discorso della montagna, il “Siate perfetti” (Mt 5,48) รจ rivolto a tutti; quindi anche i successivi: “Se vuoi entrare nella vita” (Mt 19,17) e: “Se vuoi essere perfetto” (Mt 19,21), che Gesรน rivolge al giovane ricco invitandolo a dare i suoi beni ai poveri e a seguirlo, hanno portata generale. La vocazione alla povertร รจ universalistica: Gesรน dice chiaramente: “Non c’รจ nessuno che abbia lasciato…” (Mc 10,29); e infine proprio: “Chiunque non rinunzia a tutti i suoi averi, non puรฒ essere mio discepolo” (Lc 14,33).
E’ inutile nasconderci: anche se in forme diverse, i discepoli di Gesรน sono chiamati a “dare tutto”. “Basilio, nella sue Regole, osserva che essere discepoli porta a rinunciare alle cose del mondo, spartendo ciรฒ che si ha con i poveri, <<perchรฉ soltanto cosรฌ si puรฒ condurre una vita conforme all’Evangelo>>” (J. de S. Ana, I poveri, sfida alla credibilitร della Chiesa, Claudiana, Torino, 1980, pg. 50). Tertulliano (155-220) dice che i cristiani hanno “tutto in comune, eccetto le spose” (Apolog. 39,11).
Tocca soprattutto ai laici, che costituiscono la stragrande maggioranza dei discepoli del Signore, riflettere su questa chiamata, troppo a lungo relegata e predicata come esclusiva dei religiosi. Ma limitando l’obbligo di condividere con i poveri ad alcune vocazioni specifiche si รจ mutilata la Parola di Dio, e anzi i cristiani occidentali sono diventati i principali responsabili della miseria mondiale e dei perversi meccanismi economici che la determinano. Quando mai un’omelia li chiama alla povertร ? Quando mai in confessione si sentono interrogati sull’uso dei propri beni? Certo, anche iย preti e i religiosi dovranno verificare se la loro รจ una povertร effettiva, o se รจ sufficiente trincerarsi dietro il fatto che “tanto i beni sono della Congregazione, della Diocesi, e seย muoio non posso lasciarli a nessuno”…
โฆ
Massimo, vescovo di Torino (morto tra il 408 e il 423), commentando il brano della conversione di Zaccheo (Lc 19,1-10), che dร la metร dei suoi beni ai poveri e restituisce quattro volte tanto a chi ha frodato, afferma: “Da lui (Zaccheo) possiamo capire che, per raggiungere la gloria di Cristo, le ricchezze non sono ostacoli, ma aiuti, purchรฉ chi le possiede non le sprechi in sregolatezze, ma le spenda a salvazione” (Serm. 95 extr.: CChL 23,381). E’ il pensiero di Ambrogio (339-397), vescovo di Milano: “Che i ricchi sappiano che non รจ una colpa essere ricchi, ma il non saper usare le ricchezze, che sono ostacolo per i ricchi, e per i buoni sono risorse di virtรน” (Trattato sul Vangelo di Luca 8,85).
“La ricchezza รจ un bene di uso per chi ne ha bisogno, รจ indifferente che uno la possegga e l’altro non la possegga. Chi volesse possederla solo in proprio realizzerebbe in sรฉ quell’ingiustizia che chiude all’uomo l’accesso alla via della vita” (V. Grossi, in AA.VV., L’annuncio del Regno ai poveri, LDC, Leumann-Torino, 1978, pg. 83).
Letture della
XXXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO โ ANNO C
Prima Lettura
Hai compassione di tutti, perchรฉ ami tutte le cose che esistono.
Dal libro della Sapienza
Sap 11,22 – 12,2
ย
Signore, tutto il mondo, infatti, davanti a te รจ come polvere sulla bilancia,
come una stilla di rugiada mattutina caduta sulla terra.
ย
Hai compassione di tutti, perchรฉ tutto puoi,
chiudi gli occhi sui peccati degli uomini,
aspettando il loro pentimento.
ย
Tu infatti ami tutte le cose che esistono
e non provi disgusto per nessuna delle cose che hai creato;
se avessi odiato qualcosa, non lโavresti neppure formata.
ย
Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non lโavessi voluta?
Potrebbe conservarsi ciรฒ che da te non fu chiamato allโesistenza?
ย
Tu sei indulgente con tutte le cose, perchรฉ sono tue,
Signore, amante della vita.
Poichรฉ il tuo spirito incorruttibile รจ in tutte le cose.
ย
Per questo tu correggi a poco a poco quelli che sbagliano
e li ammonisci ricordando loro in che cosa hanno peccato,
perchรฉ, messa da parte ogni malizia, credano in te, Signore.
Parola di Dio
Salmo Responsoriale
Dal Sal 144 (145)
R. Benedirรฒ il tuo nome per sempre, Signore.
O Dio, mio re, voglio esaltarti
e benedire il tuo nome in eterno e per sempre.
Ti voglio benedire ogni giorno,
lodare il tuo nome in eterno e per sempre. R.
ย
Misericordioso e pietoso รจ il Signore,
lento allโira e grande nellโamore.
Buono รจ il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature. R.
ย
Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza. R.
ย
Fedele รจ il Signore in tutte le sue parole
e buono in tutte le sue opere.
Il Signore sostiene quelli che vacillano
e rialza chiunque รจ caduto. R.
ย
Seconda Lettura
Sia glorificato il nome di Cristo in voi, e voi in lui.
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicรฉsi
2 Ts 1,11 – 2,2
ย
Fratelli, ย preghiamo continuamente per voi, perchรฉ il nostro Dio vi renda degni della sua chiamata e, con la sua potenza, porti a compimento ogni proposito di bene e lโopera della vostra fede, perchรฉ sia glorificato il nome del Signore nostro Gesรน in voi, e voi in lui, secondo la grazia del nostro Dio e del Signore Gesรน Cristo.
ย
Riguardo alla venuta del Signore nostro Gesรน Cristo e al nostro radunarci con lui, vi preghiamo, fratelli, di non lasciarvi troppo presto confondere la mente e allarmare nรฉ da ispirazioni nรฉ da discorsi, nรฉ da qualche lettera fatta passare come nostra, quasi che il giorno del Signore sia giร presente.
Parola di Dio
Vangelo
Il Figlio dellโuomo era venuto a cercare e a salvare ciรฒ che era perduto.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 19,1-10
ย
In quel tempo, Gesรน entrรฒ nella cittร di Gรจrico e la stava attraversando, quandโecco un uomo, di nome Zacchรจo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesรน, ma non gli riusciva a causa della folla, perchรฉ era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salรฌ su un sicomรฒro, perchรฉ doveva passare di lร .
ย
Quando giunse sul luogo, Gesรน alzรฒ lo sguardo e gli disse: ยซZacchรจo, scendi subito, perchรฉ oggi devo fermarmi a casa tuaยป. Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciรฒ, tutti mormoravano: ยซร entrato in casa di un peccatore!ยป.
ย
Ma Zacchรจo, alzatosi, disse al Signore: ยซEcco, Signore, io do la metร di ciรฒ che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tantoยป.
ย
Gesรน gli rispose: ยซOggi per questa casa รจ venuta la salvezza, perchรฉ anchโegli รจ figlio di Abramo. Il Figlio dellโuomo infatti รจ venuto a cercare e a salvare ciรฒ che era perdutoยป.
Parola del Signore
