Card. Angelo Comastri – Commento al Vangelo del 1 Gennaio 2026

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Era giunta la “pienezza del tempo”

Commento al Vangelo a cura del Card. Angelo Comastri – Vicario Emerito di Sua Santità per la Città del Vaticano – Arciprete Emerito della Basilica Papale di San Pietro.

Link al video

La Pienezza del Tempo: L’Incontro che Cambia la Storia

Il commento del Cardinale Comastri esplora il significato profondo della venuta di Cristo, definita non come una coincidenza storica favorevole, ma come un’irresistibile esplosione dell’amore divino. Sottolinea che la nascita di Gesù rappresenta il fulcro della storia umana, capace di trasformare radicalmente l’esistenza di chiunque scelga di accoglierlo sinceramente.

Attraverso gli esempi di grandi santi, viene illustrato come l’incontro con Dio possa convertire l’egoismo in una carità contagiosa e in una pace interiore senza pari. Il testo invita a vivere il nuovo anno superando i confini dell’orgoglio personale per permettere a questo miracolo di bontà di rinnovarsi nel proprio cuore. In definitiva, l’essenza del messaggio risiede nella responsabilità dei credenti di testimoniare, con la propria vita, la bellezza di un Dio che si è fatto vicino all’umanità.

Trascrizione del video

Ecco la trascrizione del video del Cardinale Angelo Comastri, riorganizzata con la corretta punteggiatura per facilitarne la lettura:

«Sia lodato Gesù Cristo. Oggi inizia un nuovo anno. Chiediamoci: ma perché contiamo gli anni partendo da ciò che è accaduto a Betlemme? Trema la voce e batte il cuore nel ricordare l’avvenimento incredibile: più di 2000 anni fa Dio ha fatto un passo decisivo e irreversibile verso di noi. Dio ha lasciato che il suo figlio, in qualche modo, uscisse dall’abbraccio divino ed entrasse nella nostra storia pericolosa, infida, inospitale. Sì, inospitale soprattutto per Dio.

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Eppure è accaduto. È accaduto più di 2000 anni fa e questo avvenimento è la vertebra che tiene in piedi tutta la storia umana e dà senso agli anni che passano. Alcuni non lo sanno, altri non ci credono, ma noi sappiamo che questa è la verità e, proprio perché lo sappiamo, noi abbiamo una grande responsabilità davanti a Dio e davanti all’umanità. Noi dobbiamo essere l’eco e la prova vivente della verità di questa buona notizia; dobbiamo essere la dimostrazione che qualcosa sta cambiando nel mondo perché noi siamo stati cambiati dall’incontro con Cristo.,

Cerchiamo allora di capire bene che cosa è accaduto a Betlemme. Perché Dio ha fatto questo passo? Perché il figlio di Dio si è fatto uomo? La risposta che noi abitualmente diamo è questa: “È giunta la pienezza del tempo“. Ma che cosa significa? Alcuni pensano che la pienezza del tempo sia il momento giusto, l’epoca più opportuna o il tempo più favorevole per la venuta di Dio in mezzo a noi. Però, se andiamo a scrutare i tempi di Gesù, restiamo sconcertati. A Roma comandava Ottaviano Augusto, che aveva conquistato il potere attraverso una guerra civile crudelissima e l’eliminazione di tutti i suoi avversari. A Gerusalemme regnava Erode, un tiranno infame con le mani sempre macchiate di sangue (anche di suo figlio) e con la vita affogata in una stomachevole lussuria. Papini, quando racconta la vita di Gesù e arriva ad Erode, esclama: “Erode il Grande era un mostro“. Altro che pienezza dei tempi!

Eppure la Scrittura ci dice: “Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo figlio nato da donna, nato da Maria”., Cos’è allora la pienezza del tempo? Non è il tempo favorevole dalla parte degli uomini, ma è il tempo favorevole dalla parte di Dio; cioè il momento nel quale Dio non ha potuto più resistere ed è esploso in un gesto di amore che ancora oggi ci fa piangere di commozione. Gesù è un immeritato dono di amore. Il Natale è la festa dell’amore puro e gratuito, la più bella notizia che si possa raccontare agli uomini. Ce ne rendiamo conto? Come dovremmo commuoverci, intenerirci, sentirci inondati di gioia!

Dio, l’infinito, si è fatto vicino e si è legato irreversibilmente a noi per puro amore, per irresistibile esplosione di bontà. Questo fatto deve farci amare la vita e deve ricolmarci di ottimismo a tutta prova. Chiediamoci ancora: mentre passano gli anni, si vede qualche conseguenza della venuta di Dio in mezzo a noi? Sì, certamente si vede, e deve vedersi anche in noi. Gesù è un potenziale di amore divino che si è inserito nel tronco inaridito dell’umanità.,

Basta allora che un persecutore, davanti a Gesù, cada dal cavallo dell’orgoglio sulla via di Damasco ed ecco il miracolo: il persecutore si alza e diventa un innamorato di Cristo fino a girare il mondo per lui e a morire per lui. È la storia meravigliosa di Paolo di Tarso. Basta che un lussurioso e inquieto si nasconda nel silenzio e nella preghiera per ascoltare Cristo nei pressi di Milano, e nasce un gigante di santità che ancora oggi fa venire le vertigini: è la vicenda incantevole di Aurelio Agostino di Ippona, Sant’Agostino. Basta che una donna analfabeta si inginocchi davanti a Gesù e si consegni totalmente a lui, e nasce Caterina da Siena, una donna che è stata capace di dare una svolta decisiva alla storia del suo tempo ed ha avuto il coraggio di ricordare il Vangelo anche al Papa. Basta ancora che un giovane gaudente e malaticcio ascolti la voce di Cristo, e nasce Francesco d’Assisi, un gigante della povertà, della libertà interiore, della pace e del dialogo.,

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Questi sono i fatti, e possiamo continuare quanto vogliamo. Basta che in pieno secolo XX un povero fraticello si metta in sincero ascolto di Cristo, e nasce Padre Pio da Pietrelcina, un uomo che attira attorno a sé una folla strabocchevole di pellegrini da tutto il mondo. Basta ancora che una fragile donna senta la voce di Gesù che le dice “Ho sete”, e nasce il miracolo di Madre Teresa di Calcutta, un incendio di carità e un contagioso esempio di misericordia. Tutto questo nasce da Gesù, tutto questo parte da Betlemme. E poi milioni di persone che nel silenzio della casa, della fabbrica o degli ospedali hanno scritto pagine meravigliose di bontà sempre e soltanto per Lui.,

Un anno nuovo ci viene donato per accorgerci di Gesù, per accoglierlo sinceramente nella vita e lasciar continuare in noi la novità della bontà sbocciata nella povera mangiatoia di Betlemme. Un avvertimento però è doveroso: il limite tra il “prima di Cristo” e il “dopo Cristo” è un confine tracciato non nella storia, ma dentro di noi; è un segno interiore che attraversa il nostro cuore. Finché viviamo nell’egoismo, nell’orgoglio e nel rancore, siamo ancora “prima di Cristo”. Non lo dimentichiamo. L’anno che inizia sia davvero un anno segnato dall’accoglienza vera di Gesù. Facciamoci umili e caritatevoli con tutti, piccoli e semplici, e sentiremo il vagito di Gesù che nasce dentro di noi.

Buon anno. Ci accompagni in ogni giorno di questo nuovo anno lo sguardo materno di Maria, la Madre di Dio. Sia lodato Gesù Cristo».,

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