Brevi commenti alle letture della Messa del 20 Gennaio 2019 – Servizio della Parola

La gioia che crea comunità. Il Messia Gesù raduna il suo popolo intorno a un banchetto di nozze, immagine del regno di Dio: questo è il significato dell’episodio di Cana raccontato dal vangelo di Giovanni : tutta la narrazione evoca la gioia della festa per la sua presenza.

Il primo del “segni” che accompagnano la missione di Gesù è stato compiuto in un contesto gioioso di una festa di nozze. A Cana di Galilea Gesù offre un assaggio del regno di Dio che egli annuncia: la trasformazione dell’acqua in vino allude, in un linguaggio chiaramente simbolico, alla “novità” che lui è venuto a portare, e alla gioia di una liberazione.

La Legge viene superata dalla Grazia, il tempo messianico della salvezza annunciata trova in lui il suo compimento: nella gioia nasce una nuova comunità!

Il racconto del “segno” avvenuto a Cana, secondo il vangelo, vede i discepoli come spettatori dell’evento. Ad essi Maria, la madre, suggerisce:

«qualunque cosa vi dica, fatela». È il messaggio che interpella anche noi di fronte a Gesù.

Tutto avviene in un clima di gioia pure nella prima lettura, che anticipa il vangelo e dove l’immagine del rapporto tra sposi è usata per descrivere l’amore di Dio: questa relazione sponsale è l’unica in grado di riportare vita e speranza anche là dove sembrano regnare morte e disperazione.

Nella seconda lettura Paolo ricorre all’immagine del “corpo” per presentare l’identità vera della comunità cristiana: essa è corpo di Cristo, da lui resa ricca di molti e differenti doni.

Fonte: Servizio della Parola

ALTRO COMMENTO

“Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino»”.

Tutti ci cercano per quello che abbiamo, ma chi ti vuole davvero bene non tiene da conto di ciò che hai, ma di ciò che ti manca. L’amore vero è prendere a cuore la mancanza dell’altro, perchè in quella mancanza si gioca il meglio e il peggio della vita. Sono infatti le nostre mancanze la causa prima dei nostri peccati, ma sono altresì proprio le mancanze i punti di svolta dei grandi santi. Ritrovare il vino che manca non serve a riempire un vuoto, ma a cambiarne la sostanza.

Gesù non crea il vino dal nulla, ma cambia l’acqua in vino, cioè prende ciò che c’è e a partire da questo opera un cambiamento radicale. Quello che fino a ieri ti faceva peccare può cominciare ad essere il punto di forza della tua santità. Assurdo! Ma questo è il miracolo: il Signore è l’unico che può prendere sul serio la mia mancanza e trasformarla in santificazione.

Da cosa ce ne accorgiamo? Dal fatto che cominciamo a sentire un’inspiegabile letizia che non trova altra ragione se non nella Grazia di Dio.

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