Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 9 Novembre 2022

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Il re Davide, dopo che ebbe smesso di abitare sotto una tenda per trasferirsi in una casa, manifestรฒ il progetto di costruire una dimora stabile per l’Arca dell’Alleanza, che fino ad allora aveva viaggiato nomade insieme al popolo. Pensava infatti che non era giusto che un uomo, per quanto glorioso e potente, abitasse un palazzo mentre Dio stesse ancora ricoverato sotto una tenda. Per bocca del profeta Natan, Dio indica a Davide di non dare corso al progetto: per ora desidera stare sotto la tenda, in attesa di avere una dimora stabile da un suo discendente.

Sembra che Dio preferisca rimanere in mezzo all’accampamento del popolo, nella precarietร  e nella mobilitร , piuttosto che abitare una dimora fissa, ma estranea alla vita comune. Anche perchรฉ un tempio stabile rischierebbe di diventare luogo di ricchezza, magnificenza, ritualitร  codificata, perdendo in tal modo il suo senso piรน profondo di luogo di incontro fra gli uomini e Dio.

Quello che Gesรน trova a Gerusalemme รจ proprio questo: un tempio in cui l’uomo non puรฒ entrare se non rompendo l’assedio dei mercanti e del rigore della casta sacerdotale. Questo modello di tempio rischia di essere uno scandalo (un inciampo, uno sviamento) per l’uomo semplice che cerca Dio: non stupisce che Gesรน si indigni, come in pochi altri episodi evangelici (la macina al colloโ€ฆ).

E finalmente comprendiamo la promessa di Dio a Davide: il tempio dove l’uomo si incontrerร  pienamente con Dio รจ Gesรน, il Dio con noi. Il tempio di Gerusalemme verrร  costruito e poi distrutto, il tempio rappresentato dal corpo di Gesรน verrร  distrutto dalla morte, ma poi resuscitato dalla potenza di Dio.

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per lโ€™Evangelizzazione e la Catechesi

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I commenti di questo mese sono curati da Luisa Prodi