Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 9 Aprile 2022

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«“Che cosa facciamo? Quest’uomo compie molti segni. Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione”. […] Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo». La passione di Gesù passa anche dall’opera di chi compie un errore o un profondo peccato.

In tal senso è come se il male fosse anche un momento del compiersi del bene, un tassello nel suo processo di realizzazione. È misteriosamente inevitabile che qualcuno tradisca Gesù e così si compiano le Scritture, così come sembra essere inevitabile l’incredulità dei sacerdoti e il disegno di duro cinismo politico del loro capo. Molto spesso chi chiediamo: perché il male? E ci sentiamo soli e abbandonati in una realtà che ci è difficile comprendere; ci sembra che lo sguardo del Signore e la sua misericordia non si posino su di noi e non abbiano a che fare con la nostra vita.

Eppure, guardare le cose con lo sguardo del Vangelo aiuta a renderci conto che l’attuarsi del bene comprenda in sé alcuni momenti di dolore, alcune tappe apparentemente ingiuste e indecifrabili. Quante volte riguardando indietro alla nostra vita, abbiamo capito che un momento di sofferenza sia stato un tempo duro ma profondamente fecondo per noi e la nostra fede? E quante altre volte, pur nel dolore, abbiamo imparato cose necessarie alla nostra esistenza? Se ci sforzassimo di considerarci all’interno di una storia di salvezza, forse anche il male assumerebbe senso nell’ottica di un disegno complessivamente misericordioso.


AUTORI: I commenti di questo mese sono curati da Beatrice Granaroli
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi