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Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 30 Novembre 2023

Commento al brano del Vangelo di: Mt 4,18-22

Siamo giunti alla soglia dell’Avvento. La figura di Sant’Andrea, che ricordiamo oggi, può aiutarci ad entrare con lo spirito giusto nel nuovo anno liturgico che inizierà con la prima domenica di Avvento.

Andrea insegna quanto è prezioso essere pronti. Come le vergini sagge, anche lui è vigile e attento: sa cogliere l’importanza di quanto sta accadendo. Gesù chiama i due fratelli: ma chi era quell’uomo, perché seguirlo, cosa prometteva?

Sono persone vigili e pronte ad un evento che poteva accadere senza sapere quando, lasciano tutto e lo seguono. Subito, leggiamo nella pericope.

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Senza indugio lasciano quello che avevano per crescere nella fede: un tema già meditato in questo mese. Non sappiamo se lasciarono affetti familiari, ma certamente una vita dura ma che permetteva la sopravvivenza come pescatori, sì.

Inizierà la sequela, un cambiamento, la conversione da una stagione di fede e di prassi che il Galileo insegnerà condividendo con loro un tratto di storia.

Come spesso è stato messo in evidenza, è necessario testimoniare nella vita la fede nel Signore. Andrea lo dimostra da subito invitando suo fratello Simone a seguirlo: il futuro Pietro seguì Andrea che volle seguire Gesù. Lo fece professando un “credo” che anticipava molto pur senza comprendere tutto: l’Emmanuele è Dio-con-noi. Il Figlio di Dio, il Messia ha preso carne umana e abbiamo il privilegio di conoscerlo. Vale la pena.

Conoscerà un periodo intenso dove imparerà a vedere chi è quel Galileo. Sperimenterà una vicinanza ed una amicizia che saprà testimoniare fino al punto da essere, giustamente, riconosciuto come il “primo chiamato” e molto venerato dai fratelli ortodossi.

Come tutti i grandi eventi, come anche noi memorizziamo giorno, mese e anno e anche talvolta l’ora di eventi davvero significativi, troviamo nella Parola traccia di quanto fosse importante quella chiamata.

Per riflettere

“Circa le quattro del pomeriggio”: l’evangelista Giovanni sente la necessità di riportare l’ora. È l’ora dell’Avvento. Prepariamoci perché “subito” è necessario un periodo di prassi spirituale che ci prepari alla venuta dell’Emmanuele.

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi

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