ยซDonna, dove sono? Nessuno ti ha condannata? [โฆ] Neanch’io ti condannoยป. Gesรน chiamato a giudicare un caso e ad esprimersi, per essere poi accusato a sua volta, non si cura dei tranelli tesi a farlo cadere in errore, ma ha a cuore la persona che ha di fronte. Nei suoi confronti egli sembra provare compassione e mettersi โnei panniโ della vicenda. Nonostante egli sia senza peccato e dunque, teoricamente, l’unico in grado di scagliare la pietra, non giudica ma perdona.
Si pone nell’ottica del peccatore, comprende il suo senso di colpa e lo stridore dei suoi sentimenti, quelli della donna adultera come di quelli che hanno deciso di non ucciderla. Vi รจ qui un’anticipazione di quello che sarร il suo sacrificarsi con cui prenderร su di sรฉ e toglierร i peccati del mondo. Quel farsi carico dell’errore altrui, infatti, ha anche il senso di saper guardare nel cuore degli uomini e saperli perdonare, fare la conoscenza del peccato pur senza averlo mai commesso.
Cristo allo stesso modo ci invita a non chiudere gli occhi, perchรฉ ad assumere questo sguardoโcome lui fa con noiโscorgeremo sempre un uomo o una donna che soffre, anche senza esserne consapevole. Ci congeda inoltre dicendoci che il perdono รจ sempre anche una missione: ยซVa’ e d’ora in poi non peccare piรนยป. Dal momento in cui comprendiamo dove noi e gli altri abbiamo sbagliato, siamo chiamati a farci propagatori di quel bene, di quella consapevolezza.
AUTORI: I commenti di questo mese sono curati da Monica e Giuseppe Lami
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per lโEvangelizzazione e la Catechesi



