Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 29 Ottobre 2020

Medita

Gesù sceglie i suoi apostoli. Ci aspetteremmo che scegliesse i più forti, i più saggi, i più preparati, in una parola i migliori. Invece no: non sappiamo che criterio abbia usato ma di certo non ha preso gente speciale; infatti, come sappiamo, uno lo ha tradito, uno lo ha rinnegato, qualcuno ha cercato il potere e tutti sono fuggiti nel momento del suo arresto. Noi siamo come loro: paurosi, incoerenti, traditori… Gesù infatti non ci vuole perfetti, non saremmo umani, sa perfettamente che sbagliamo, che fuggiamo, che tradiamo… ma ci ha dato la possibilità di pentirci, di ritrovare l’amicizia con Lui perché ci ama di un amore infinito ed è pronto a perdonarci ogni volta che glielo chiederemo con cuore sincero. Non importa quante volte facciamo lo stesso errore, Lui ci guarda sempre con amore e ci perdona.
Gesù prega prima di scegliere gli apostoli, si affida al Padre prima di compiere una scelta importante. Anche noi siamo invitati a fermarci prima di prendere certe decisioni e pregare, affidare a Dio i nostri dubbi e le nostre paure e lasciare che sia lo Spirito Santo ad aiutarci nella nostra scelta.

Rifletti

Quanto la preghiera influenza le mie scelte? Mi perdo d’animo se mi trovo a commettere gli stessi errori più e più volte o confido nel perdono di Dio Padre?

…“Terzo giorno” e “opera compiuta” sono le espressioni che spiccano in questo brano per il loro molteplice e unico significato.
La prima collega immediatamente con la resurrezione, la seconda con la realizzazione di un progetto da concretizzarsi prima, in tre giorni.
Sembra quasi che il cammino che deve proseguire il profeta realizzandosi in una Gerusalemme così distruttiva sia paragonato al buio del sepolcro in cui Gesù resta dopo la morte in croce.
Dal sepolcro Gesù agisce comunque nei cuori di chi ripensa a Lui, al suo calvario, alla sua rivelazione anche agli occhi di chi non credeva in lui, e finalmente lo riconosce figlio di Dio.
L’“opera compiuta”, dunque, potrebbe sembrare il compimento dell’opera. Sarebbe il giusto raggiungimento di un obiettivo, di un fine, solo apparentemente un finale. In realtà apre alla novità della vita oltre la morte, al di là degli aspetti negativi e distruttivi da accettare, e sprona a non sfuggire da una Gerusalemme che ha rifiutato la parola di Dio.
Così è della nostra vita dove i nostri limiti, in una continua battaglia fra il bene e il male, non devono essere sfuggiti, ma devono essere riconosciuti, accettati, vissuti e solo allora superati con una prospettiva di rinascita che può trovare una guida, sempre, nella parola di Dio.

Per riflettere

Accetto i miei limiti come contenimento buono che mi guida sulla strada preparata per me?

Preghiera finale

Che gioia ci hai dato, Signore del cielo,
Signore del grande universo.
Che gioia ci hai dato, vestito di luce,
vestito di gloria infinita, vestito di gloria infinita.
Vederti risorto, vederti Signore,
il cuore sta per impazzire.
Tu sei ritornato, tu sei qui tra noi
e adesso ti avremo per sempre,
e adesso ti avremo per sempre.
Chi cercate, donne, quaggiù?
Chi cercate, donne quaggiù?
Quello ch’era morto non è qui:
è Risorto! Sì, come aveva detto anche a voi.
Voi gridate a tutti che è risorto Lui,
a tutti che è risorto Lui!
Tu hai vinto il mondo, Gesù,
tu hai vinto il mondo, Gesù, liberiamo la felicità.
E la morte, no, non esiste più,
l’hai vinta tu e hai salvato tutti noi, uomini con te,
tutti noi, uomini con te.
Uomini con te, uomini con te.
Che gioia ci hai dato, ti avremo per sempre.
(canto liturgico)


AUTORE: Consiglio Diocesano di Azione Cattolica di Pisa, Giovanni Mascellani, Luisa Prodi
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi
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