Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 29 Dicembre 2021

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Simeone prende in braccio Gesรน e benedice Dio: un gesto tipicamente sacerdotale e un’autentica liturgia dell’offerta del sacrificio. Egli officia nel tempio la benedizione.

Una benedizione che fa eco a quella di Zaccaria nel suo cantico sacerdotale, ma anche a quella di Elisabetta che, insieme alla madre, impartรฌ la prima benedizione al frutto del grembo che era Gesรน. Un sacerdote, un laico, una donna che benedicono Dio e il Figlio di Dio: la benedizione non รจ ufficio d’รฉlite, ma esubero di gioia che ciascuno puรฒ offrire a Dio.

Tanta รจ la pienezza di questo giorno che Simeone chiede a Dio di morire, perchรฉ lo spazio del suo corpo non puรฒ contenerla ed anche il tempo si deve dilatare per poterne consegnare la grandezza. Simeone appare benedetto come il padre Abramo, che morรฌ โ€œvecchio e sazio di giorniโ€ riconciliandosi ai padri e sepolto dai suoi figli Isacco e Ismaele. Quel morire di Abramo era un nascere a vita piena, cosรฌ come adesso quello di Simeone: la vita piena รจ la salvezza di Israele, preparata da Dio davanti a tutti i popoli. (Rosanna Virgili, I Vangeli tradotti e commentati da quattro bibliste)

Per riflettere

Camminando con pazienza, Simeone non si รจ lasciato logorare dallo scorrere del tempo.
Con pazienza, egli custodisce la promessa, senza lasciarsi consumare dall’amarezza per il tempo passato. La pazienza di Simeone รจ specchio della pazienza di Dio. Questo รจ il motivo della nostra speranza: Dio ci attende senza stancarsi mai. (Papa Francesco, 2 febbraio 2021)


AUTORI: Michela e Roberto Roncella
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per lโ€™Evangelizzazione e la Catechesi

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