Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 28 Maggio 2021

588

Lungo, articolato e certamente di non facile comprensione, per noi semplici fedeli, il Vangelo di oggi. Qual è il senso dell’episodio della maledizione del fico, che sembra pure un tantino brutale? Perché è inserito, in due tempi, prima e dopo la cosiddetta “purificazione del tempio”? Povero fico, siamo tentati di dire, non era neppure la stagione giusta per i frutti!

Dobbiamo lasciare le spiegazioni a chi ha titolo per darle ma possiamo invece, come sempre, fare risonanza, esprimere con la dovuta umiltà ciò che la parola di Dio suscita in noi. Intanto, quale che sia il senso, se Marco ne parla (come pure Matteo, con sfumature e una cronologia un po’ diverse) deve essere importante, e non può certo avere a che fare con la semplice raccolta di frutta. È qualcosa che fa infuriare il Signore e sappiamo bene quando, con chi e perché Gesù si infuria. Tutto Egli sembra potere e voler perdonare ma non la falsità, non l’ipocrisia, non l’atteggiamento di chi tenta ad ogni costo di apparire bello esternamente ma è gretto e meschino nel cuore. Proprio chi ha il cuore corrotto, come direbbe papa Francesco. Gesù s’infuria contro l’ipocrisia, che ha pure preso possesso della casa del Signore, proprio il tempio messo a soqquadro da Gesù nel vangelo odierno.

Forse il fico è incorso nell’ipocrisia di chi ha le foglie (particolare questo notato da Marco, che certo non trova posto per caso nella narrazione) ma non produce frutto, chissà? Ma tutto ciò rammenta prima di tutto a noi che davanti a Dio siamo trasparenti. E che dobbiamo evitare la trappola demoniaca che ci porta ad essere persone false. E dobbiamo farlo non per evitare l’ira di Dio, perché anche questo sarebbe un comportamento ipocrita; dobbiamo farlo per amore, che non può esistere nella falsità.

Per riflettere

Una critica che riteniamo ingiusta spesso ci fa star male. Può però anche succedere che veniamo lodati per meriti che sentiamo di non avere. In questo caso, quali sentimenti proviamo? Desideriamo ugualmente che venga ristabilità la verità?

Preghiera finale

La grazia dello Spirito Santo illumini il mio cuore,
perché possa confessare con fiducia i miei peccati
e riconoscere la misericordia di Dio.
(dal rito della Riconciliazione)


AUTORE: Consiglio Diocesano di Azione Cattolica di Pisa, Beatrice Granaroli
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi