Medita
Dopo la memoria di Stefano, oggi il calendario liturgico ricorda l’evangelista Giovanni. Il โdiscepolo che Gesรน amavaโ compare in diversi passi del Vangelo: nell’Ultima Cena, sotto la croce insieme a Maria, sul lago quando riconosce Gesรน risorto; ma il brano scelto non รจ tra questi: viene scelta la resurrezione di Gesรน. ร il brano cardine del Nuovo Testamento, quello su cui poggia le fondamenta il Cristianesimo: Gesรน, crocefisso, sconfigge la morte e risorge in mezzo a noi. Ed รจ lo stesso bambino di cui solamente due giorni fa abbiamo celebrato la nascita, quasi a ricordarci che il motivo per cui lo celebriamo sta proprio nella sua risurrezione.
โVide e credetteโ: Giovanni ha questo dono grande di poter vedere e vivere la presenza del Signore, ma รจ anche capace di credere ad un evento tanto grande e sconvolgente. Oggi riteniamo che basterebbe โvedereโ anche a noi, per rinnovare e testimoniare la nostra fede in Gesรน, ma ci dimentichiamo che la vera sfida sta piuttosto nel โcredereโ: quanti, ai tempi di Gesรน, hanno avuto l’opportunitร di vedere, eppure non hanno creduto. Persino gli apostoli, rifugiatisi nel Cenacolo dopo la morte del loro Maestro, rimasero lรฌ spaventati e spaesati, incapaci di credere fino in fondo.
Rifletti
Nel Vangelo si fa direttamente riferimento al โdiscepolo che egli amavaโ, in realtร non accostandolo mai esplicitamente alla figura di Giovanni. Ma quel discepolo โvide e credetteโ. Anche noi, se crediamo, se facciamo esperienza di Dio, possiamo essere e sentirci davvero discepoli amati.
Prega
O Dio, che per mezzo dell’apostolo Giovanni
ci hai rivelato le misteriose profonditร del tuo Verbo:
donaci l’intelligenza penetrante della Parola di vita,
che egli ha fatto risuonare nella tua Chiesa.
(dalla liturgia)
Fonte: Ascolta e Medita – Dicembre 2019 curato da Tommaso Rizzo e Rebecca D’Andrea – Arcidiocesi di Pisa – Centro Pastorale per lโEvangelizzazione e la Catechesi
