Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 26 Novembre 2023

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Nell’ultima domenica dell’anno liturgico mediteremo uno dei testi piรน noti del Vangelo. La sua collocazione mette in risalto il contenuto del brano. Matteo dipinge un quadro con l’intento di mostrare qui e ora (ai discepoli come a tutti noi), lo scenario dove Cristo, unico Re dell’Universo, ci giudicherร  terminato il nostro cammino terreno.

La separazione tra destra e sinistra รจ molto diffusa nella Parola ed รจ funzionale per distinguere chi merita un premio negato invece agli altri. Dunque un giudice: รจ lo stesso che predicava la fede in un Dio misericordioso, il Nazareno che salva anche coloro che non chiedono perdono (l’adultera in Gv 8), il Figlio che sulla croce perdona il โ€œbuonโ€ ladrone e gli garantisce l’accesso nel Regno.

รˆ un giudice che pone davanti una realtร  che ben conosciamo. Noi stessi siamo giudici: siamo in grado di valutarci e consapevoli dei nostri errori. Che possono essere sanati, ma forse non lo desideriamo. Il Signore glorioso ci consegna il metro del giudizio che altro non รจ che lui stesso: alla sinistra andranno coloro che non hanno riconosciuto l’Emmanuele nella sorella e nel fratello. Ma andranno anche coloro che non hanno aiutato sorella e fratello al di lร  della fede nel Nazareno.

Il Signore indicherร  la destra per coloro che hanno intrapreso un cammino di sequela nei suoi confronti e anche quanti hanno agito con amore nei confronti con il prossimo. รˆ il messaggio vissuto dal Messia quando si รจ fatto ultimo come gli ultimi di quella societร  ed insegnato un amore mai condizionato dalla fede diversa, dal genere, dall’etร , dalla salute e da quelle condizioni in cui la fragilitร  umana รจ costretta a sperimentare.

La sinistra spetta a quanti pensano secondo logiche umane o anche religiose senza porre al centro Dio e gli altri. Alla destra andranno quanti, pur nelle difficoltร , hanno cercato l’incontro e la relazione con l’uomo, l’altro chiunque sia, ovunque si trovasse (i famosi crocicchi delle strade) per dare corpo e vita all’insegnamento del Maestro.

Per riflettere

Un Giudice severo? Dio ama le sue creature al punto da consegnare alla croce il suo Figlio che mai ha imposto la fede e sempre cercato di far comprendere la volontร  salvifica del Padre. Credere รจ vivere il suo insegnamento. โ€œChi crede in lui non รจ condannato; ma chi non crede รจ giร  stato condannatoโ€ (Gv 3, 18).

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per lโ€™Evangelizzazione e la Catechesi

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