Cosa ha da dirci un bambino? La vita come lui o lei la vede, le cose come le percepisce, la vita come la osserva scorrere. Dell’infanzia si puรฒ cogliere la leggerezza con cui si guarda alle vicissitudini, ma anche la serietร con cui si sanciscono i legami.
Da essa si puรฒ trarre la profonditร dell’affidarsi, cosรฌ come la lealtร nell’impegnarsi in qualcosa. Del mondo dei โpiccoliโ non esiste solo l’aspetto dell’ingenuitร o della paura, della debolezza o della scoperta del mondo; in essi troviamo anche la disponibilitร alla sorpresa, la profonda fede in un principio di Bene, l’attesa fruttuosa per ogni circostanza che abbia a che fare con un Padre buono.
Il Signore non ci vuole cogliere nella nostra sola fragilitร d’essere umani, dunque, ma anche nell’entusiasmo, nella curiositร e nella fede radicale di cui siamo capaci. E se questo non ci รจ possibile comprenderlo con le parole, Egli ce lo dimostra per mezzo delle scritture tramite un gesto, un’accoglienza, una predisposizione benevola verso quelli che dagli altri sono ritenuti insignificanti.
Cos’รจ l’uomo di fronte alla potenza di Dio? Eppure, ciascuno di noi, uno per uno, appare agli occhi del Padre come una creatura irripetibile e degna di ogni bene.
Per riflettere
Proviamo a predisporci alla preghiera, facendoci piccoli, mettendoci alla presenza di un Padre buono, che ha su di noi uno sguardo d’amore. Guardiamo alla realtร con questo esercizio, cercando in noi la parte piรน semplice, piรน affidata a Dio. Riflettiamo attorno al nostro ruolo, alle nostre vite, recuperando un po’ di questa ricchezza.
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per lโEvangelizzazione e la Catechesi