HomeVangelo del GiornoArcidiocesi di Pisa - Commento al Vangelo del 25 Febbraio 2024

Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 25 Febbraio 2024

Commento al brano del Vangelo di: Mc 9, 2-10

La Trasfigurazione consiste nel contemplare la croce, nel vedere che Dio è Colui che mi ama talmente tanto da dare la vita per me. Sentirci amati in modo assoluto da Dio: è questa la trasfigurazione. Chi capisce questo comincia a volersi bene perché si sente bene. Una persona è trasfigurata quando si sente amata. Cambia la sua vita. Si passa dalla tristezza alla gioia, dall’inquietudine alla pace. La trasfigurazione è una cosa visibilissima.

Ricordiamoci dei frutti dello Spirito: amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, fedeltà, mitezza, libertà. Proviamo a pensare il contrario di questo e si vede subito se uno è schiavo o se uno è libero, se è arrabbiato o è mite, se uno è triste o se è contento, se è in guerra o se è in pace. Le prime sono vite che non vorremmo assolutamente vivere, meglio morire che vivere così. Le seconde sono vite belle, da figli di Dio, che possono crescere all’infinito.

Cerchiamo di tirar fuori da noi questa forma di Dio, quel Dio che è amore, pace, gioia, pazienza, benevolenza, fedeltà, mitezza e libertà, perché questa è vita, il resto è morte. E così potremmo essere anche noi nella luce piena. La luce è più che un simbolo di Dio, la luce è quella che fa sì che ogni cosa sia se stessa. La luce è intelligenza, è calore, è amore, suscita vita; se togliamo la luce c’è il nulla. Siamo chiamati tutti ad essere trasformati in luce. Ciò vuol dire che il nostro destino è qualcosa di infinitamente superiore e splendido.

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Siamo destinati a questo splendore, a vedere faccia a faccia questa gloria, ad essere trasfigurati in questa gloria, dice Paolo: saremo simili a Lui perché lo vedremo così come Egli è. Noi non possiamo neanche immaginarla questa bellezza alla quale siamo destinati: è la promessa di Dio attraverso Mosè e i profeti. È solo attraverso Mosè e i profeti che comprendiamo la grandezza di un Dio che fa alleanza con noi, che vuole essere il nostro futuro, che vuole che siamo con Lui. Lui si definisce l’Emanuele: colui che sta con noi. L’Amore fa sì che l’uno diventi l’altro. Come Lui è diventato noi, noi diventiamo Lui.

Dalla nube esce una voce. Dio non ha volto, ma è Parola. Gesù è il primo che ascolta il Padre amando tutti i fratelli, per questo è uguale al Padre, è il volto del Padre. Ha ascoltato la Parola del Padre, ma l’unica Parola del Padre è l’amore dei fratelli. Dio dice: è questi il Figlio mio, il diletto! È l’unico. Ascoltate Lui. L’unico comando di Dio Padre è: ascoltate Lui.

Noi diventiamo la Parola che ascoltiamo. Se ascoltiamo la Parola del Figlio realmente diventiamo come il Figlio, siamo il volto del Padre. Ecco allora qual è il cammino della trasfigurazione: questo ascolto che, giorno dopo giorno, ci cambia. Per questo è importante la lettura quotidiana del Vangelo. Perché davvero ci dà un modo di pensare e agire diverso un’opinione di noi diversa. Ascoltiamo il Padre, non c’è più bisogno di altre cose. Seguiamo quel Gesù uomo. È nella sua umanità che comprendiamo chi è Dio. Cristo è il Figlio diventato uomo, solidale con noi, in modo che noi possiamo sapere chi siamo, uguali al Padre, tramite il Suo amore e l’amore del Figlio.

Per riflettere

Sul Tabor rivelasti ai discepoli il volto glorioso del tuo Figlio. Preghiamo perché ciascuno di noi sappia sempre leggere i segni dei tempi che anche oggi ci offri, per sostenerci nella fiducia e nella speranza.

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi

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