Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 24 Maggio 2021

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Finito il tempo di Pasqua ricomincia quello ordinario e la lettura del Vangelo di Marco.
Fra i personaggi dei Vangeli di cui possiamo delineare il tratto psicologico, il giovane ricco è uno in cui sembra facile riconoscersi. Alla sua prima domanda, Gesù dà una risposta che è nel perfetto solco della Legge. Legge “antica” ma dalla quale, parola di Gesù stesso, non cadrà neanche un trattino, una lettera per quanto minuscola. In effetti, anche se oggi non vengono quasi più chiamati con il loro nome, i peccati che contravvengono i comandamenti, quei pilastri della convivenza umana, sono e rimangono gravi offese a Dio, al prossimo e pure a colui o colei che li commette. Ottima dunque la risposta del giovane e augurabile che anche noi, interrogati sul punto, la possiamo fornire alla luce di una coscienza tenuta nel giusto allenamento.

I problemi vengono dopo. Gesù sapeva della “rettitudine” del giovane, ma conosceva bene quali fossero gli ostacoli che si frapponevano alla nuova via che Egli stava per mostrargli. Una via in base alla quale la legge non è abolita, ma viene automaticamente soddisfatta vivendo nell’unica prospettiva dell’amore per Dio e i fratelli.

Le difficoltà del giovane sono anche nostre. Egli se ne va triste, forse non si è accorto dello sguardo d’amore con cui Gesù lo ha guardato. Forse non ha potuto sentire le sue parole, messaggere di misericordia anche per chi ha molti beni e il cuore chiuso. Rispetto a lui, che pure ha avuto lo straordinario privilegio di incontrare e di parlare con il Signore, abbiamo quindi qualche piccolo vantaggio di posizione. Cerchiamo di non sprecarlo.

Per riflettere

La forza di provocazione della Parola s’impone soprattutto in quel campo, tragico per l’uomo, che sono le ricchezze, le cose, i beni, l’autosufficienza. In questo campo il fedele—persona consacrata o laica—deve sistematicamente convertirsi, perché il fascino di questi idoli è potente e lacerante. (Cardinale Silvano Piovanelli)

Preghiera finale

Beato l’uomo che teme il Signore
e cammina nelle sue vie.
Vivrai del lavoro delle tue mani,
sarai felice e godrai d’ogni bene.
La tua sposa come vite feconda
nell’intimità della tua casa;
i tuoi figli come virgulti d’ulivo
intorno alla tua mensa.
Così sarà benedetto l’uomo
che teme il Signore.
Ti benedica il Signore da Sion!
Possa tu vedere la prosperità di Gerusalemme
per tutti i giorni della tua vita.
Possa tu vedere i figli dei tuoi figli.
Pace su Israele!
(Salmo 127)


AUTORE: Consiglio Diocesano di Azione Cattolica di Pisa, Beatrice Granaroli
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi