HomeVangelo del GiornoArcidiocesi di Pisa - Commento al Vangelo del 23 Novembre 2023

Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 23 Novembre 2023

Commento al brano del Vangelo di: Lc 19,41-44

Il brano di oggi mette in evidenza, soprattutto, due aspetti centrali della nostra fede. Luca, come gli altri evangelisti, non ha mai nascosto, né poteva farlo, l’umanità presente nel Figlio di Dio fattosi carne.

Una carne vera, reale: Gesù fu uomo come noi, in tutto tranne che nel peccato. Ha realmente patito la fame e la sete; ha bevuto e mangiato; lavorato e dormito. Come ebreo è stato circonciso nella carne ed ammesso nella comunità dopo il rito di bar mitzvah; saliva al Tempio e frequentava la sinagoga.

Non meravigliamoci se ha anche pianto, se si è commosso, se ha sentito il dolore e ha veramente patito fino alla morte.

- Pubblicità -

Il pianto rivolto alla città di Gerusalemme, cioè al popolo che rappresentava, certifica, ammesso servisse ancora, l’amore che provava e il desiderio di condurre alla salvezza tutti gli abitanti. È veramente Emmanuele. È stato con loro ed è presente oggi, con i discepoli e gli abitanti della Galilea, Samaria e Giudea ma anche con quelli conosciuti al di fuori della Terra Santa: quindi anche con noi.

È morto per tutti. Il pianto sottolinea le conseguenze dell’enorme fragilità umana incapace di riconoscere il Salvatore. Duemila anni fa, non diversamente da oggi.

L’incapacità di oggi, dopo due millenni dalla prima venuta, purtroppo mostra come i nostri interessi prevalgano su quelli consegnati dal Maestro. Ci sentiamo forti e non bisognosi di nessuno; le guerre continuano dimenticando il messaggio di pace consegnato dal Signore. Chi vive una condizione normale o benestante tende a scordare stagioni diverse. Niente di nuovo.

Le parole che leggiamo e concludono la pericope sono durissime. Non è la volontà di un Dio che gode del dolore e della morte dell’uomo. Sono immagini che vogliono farci ricordare adesso e nel presente quanto è giusto e doveroso fare per gli altri. Ora e adesso.

Per riflettere

Gesù è morto in croce per i nostri peccati. La sua delusione, scoppiata in un pianto, non gli ha impedito di sacrificarsi fino alla fine. La nostra strada è accettare le mancanze e i limiti che ci attraversano, ma consapevoli di una Luce che non spegnerà mai il cammino da percorrere fino alla mèta finale.

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi

Articoli Correlati