HomeVangelo del GiornoArcidiocesi di Pisa - Commento al Vangelo del 23 Marzo 2024

Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 23 Marzo 2024

Commento al brano del Vangelo di: Gv 11, 45-56

E ora che Gesù, resuscitando Lazzaro, rivela sé stesso come Colui che possiede la pienezza della vita, “Che cosa facciamo?”, si chiedono i giudei, ci chiediamo noi. Di fronte ad un fatto così tangibile è impossibile restare indifferenti: alcuni giudei non hanno dubbi e non esitano a credere nel potere di Gesù; altri continuano a interrogarsi su cosa sia meglio fare e, nel dubbio, lo condannano.

La condanna è mossa dalla paura di accogliere la sfida di salvezza lanciata da questa figura umana ma allo stesso tempo così straordinariamente divina per quel suo diverso modo di parlare, costantemente illuminato dall’Amore, e per quel suo modo di agire, sempre rispondente alle caratteristiche della Misericordia. Senza volerlo, anzi con intenti del tutto opposti, i Giudei divengono strumenti del disegno di salvezza del Padre confermando che “Dio scrive dritto anche sulle righe storte degli uomini” (Bénigne Bossuet) e che il disegno salvifico del Signore passa per apparenti sconfitte umane.

Molte volte ci condanniamo alla morte interiore perché lucidamente rifiutiamo l’idea che Gesù possa trasformare la nostra vita facendoci uscire dalla tomba dell’egoismo, del torpore, della grettezza e disperazione. Uscire richiede fiducia; permettere a Gesù di togliere la pietra che schiaccia la nostra vita per investirci di Luce richiede pieno abbandono, fiducia e disponibilità a lasciarlo agire.

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Gesù è la Parola di Dio che richiama all’esistenza, che rimette in gioco la speranza, che ridisegna il futuro e dà anche alla morte, evento estremo e ineluttabile, una nuova e decisiva interpretazione: è un passaggio verso la gloria di Dio! Ora più che mai, ora che giunge l’“ora”, ci viene chiesto di venire fuori come Lazzaro e confessare la nostra Fede con le parole di Marta: “Io credo che tu sei il Cristo, il figlio di Dio vivo”.

Per riflettere

“Che cosa fare?”: questa è anche la nostra domanda. Mettiamo Cristo al centro della nostra vita; non ci risparmierà dalla prova, ma la rivestirà della nuova prospettiva del sacrificio offerto per amore.

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi

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