Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 22 Ottobre 2023

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Verità. Gli erodiani cercano di usare una caratteristica di Gesù—il parlare con verità—per coglierlo in fallo. Il male parte da qualcosa di vero per distorcerlo in un ragionamento, allontanando l’uomo dall’esperienza di fede concreta. Gesù parla con verità, non ha soggezione e non guarda in faccia a nessuno.

Che meraviglia la cristallinità della Sua Persona! La totale autenticità e schiettezza di Cristo è involontariamente oggetto della stima anche dei suoi nemici. Questo deve essere il segno anche del cristiano: non temere la verità, ma esservi anzi fedele, anche quando questo implica il conflitto con il pensiero altrui.

Da questo conflitto può nascere un dialogo arricchente se la controparte è aperta al confronto: e in questo modo il dialogo anche tra credente e non credente diventa strada per conoscere di più la Verità, e cioè conoscere di più Cristo. Anche i non credenti sono compagni preziosi nel nostro cammino di fede: non lasciamo cadere le occasioni di dialogo franco con loro!

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Nella vita quotidiana si presentano spesso occasioni in cui ci chiediamo quale sia la volontà di Dio, quale sia la cosa giusta e lecita. Gesù non rifiuta la risposta alla domanda sul tributo, ma ne rimprovera la nascita: non un autentico desiderio di verità, ma il desiderio di prendere in fallo Dio.

Questo atteggiamento è l’esatto opposto del cercatore della verità, ma mira a usare la realtà per dimostrare una propria idea, costruisce le domande sulla vita in modo da perseguire un proprio obiettivo. Chi vive in questo modo perde la meraviglia dello stupore e del trovare la verità che riempie di gioia il proprio cuore.

Per riflettere

Preghiamo perché i fratelli ci trovino disponibili al dialogo sincero con loro, e perché i nostri rapporti quotidiani diventino terreno fecondo per la ricerca della verità.

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi