Dio non fa miracoli per avere pubblica gloria o consenso: tutti i miracoli visti finora li compie in disparte. Quando parla di aver ottenuto giร una ricompensa, non รจ Dio che per ripicca non ci ricompensa, ma siamo noi che ci siamo giร ricompensati da soli, ci siamo riempiti di noi stessi, e come puรฒ Dio riempire qualcosa di giร pieno? Non รจ un contrappasso ma semplicemente il rispetto, da parte di Dio, delle nostra libertร e delle nostre scelte di vita. Si parla di elemosina, preghiera e digiuno.
Ciascuna di queste cose ha ovviamente un significato precipuo, ma in comune hanno che Gesรน ci chiede di farle nel segreto, cioรจ nella sinceritร del nostro cuore. Gesรน ci รจ come sempre da esempio e quando opera molte delle guarigioni miracolose รจ mosso esclusivamente dal suo amore per noi. Se quindi noi suoniamo le trombe e ci mettiamo in mostra quando facciamo qualche โopera buonaโ vuol dire che in fondo non lo stiamo facendo con il cuore. Perรฒ, se ci pensiamo, mostrarci benevoli e giusti di fronte agli altri รจ un qualcosa di normale ed istintivo; in una societร civilizzata รจ quasi qualcosa di richiesto, e che male c’รจ alla fine?
Dipende cosa si nasconde dietro a questo bisogno di far vedere di essere buoni: ha forse a che fare con la nostra autostima? Forse con il nostro bisogno di sentirci amabili e di meritarci un po’ di amore, rispetto, e stima? Rischiamo che i nostri sforzi nel compiere l’elemosina siano essi stessi un’elemosina di autostima, che l’interlocutore delle nostre preghiere non sia Dio ma โun pubblicoโ che cerchiamo di ingraziarci, e che i nostri digiuni non siano un strumento per la nostra conversione ma un tentativo di colpevolizzare chi non ci dร tutte le dovute attenzioni che crediamo di meritare.
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per lโEvangelizzazione e la Catechesi



