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Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 20 Maggio 2024

Commento al brano del Vangelo di: Gv 19, 25-34

Gesù ci sorprende con la potenza e, al contempo, la grande semplicità dei suoi gesti. Di fronte ad un ragazzo impossessato, Egli si rende autore della liberazione di quello dagli spiriti impuri e riesce laddove tutti i discepoli avevano prima fallito.

Un segno grande, importante, che annuncia un’efficacia dell’azione di Cristo contro il male. D’altra parte, tuttavia, il brano ci invita a riflettere sulle cose e guardarle diversamente, con una prospettiva nuova da quella che normalmente assumeremmo.

Le parole di Gesù ci stupiscono infatti proprio per la loro chiarezza: «Questa specie di demòni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera». Sembra dunque che questo sia il fulcro fondamentale dell’azione del Figlio di Dio.

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Egli non si propone quale uomo dalle capacità straordinarie, al di sopra di quelle degli altri, incredibili, quanto invece radicato nella preghiera rivolta al Padre. Quel che ci mostra è qualcosa di cui siamo potenzialmente capaci tutti noi. Rivolgersi al Signore e domandare con umiltà, affidandosi.

Quel che fa la differenza è il modo in cui il Cristo è profondamente consegnato a Dio, la maniera con cui Egli è saldo nella relazione con Lui. Il Vangelo non ci dice perciò in che modo renderci autori di miracoli, certamente, ma ci mostra la via della fede; ci rende partecipi di un affidamento totale, che è appunto quello di Gesù nelle mani e nella volontà del Padre.

Ci permette di guardare dentro l’intimità di una relazione, che passa attraverso la richiesta, la fiducia, e il desiderio di seguire una volontà più grande e sapiente. Oggi la Scrittura ci educa all’essere figli di Dio senza timori, senza pretese straordinarie, ma con la disponibilità del sapersi affidare totalmente, senza riserve.

Per riflettere

Siamo in balia degli eventi o saldi nella preghiera? Di fronte alle contingenze della vita, ricordiamo che la preghiera è il nostro modo di rimanere saldi. Pregare non è solamente chiedere, reclamare, ma anche e soprattutto riporre la propria fiducia in un Padre che conosce ed opera il bene.

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi

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