Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 2 Maggio 2023

322

Oggi possiamo fare nostra la domanda dei Giudei: «Fino a quando ci terrai nell’incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente». Riflettere su questa domanda può servire ad aprirci gli occhi sulla nostra fede. La risposta di Gesù ci riporta alla concretezza del quotidiano: la fede è una questione pratica e non teorica.

Chi crede fonda la sua vita su qualcosa o qualcuno, su un valore che diventa il proprio punto di riferimento. Si tratta essenzialmente di un’esperienza di affidamento (“Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono”). Tuttavia, per noi, è più facile assecondare un’altra logica, vogliamo essere sicuri prima di riconoscere in Gesù la salvezza che aspettiamo e desideriamo.

In questo modo però rischiamo di non riuscire a leggere i molti segni che ci manifestano l’amore che Dio ha per noi. Spesso, infatti, per riconoscerli è necessario prima di tutto mettersi in cammino con la fiducia di chi sa di essere custodito (“Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono”).

- Pubblicità -

Fidandoci, una volta dentro il gregge, saremo capaci di sentire la Sua voce che ci accompagna.

Per riflettere

Quali sono stati i momenti di crisi del tuo cammino di fede? Quali sono i segni dell’amore di Dio nella tua storia? Di che cosa hai bisogno per dare fiducia?

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi