Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 15 Giugno 2023

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Gesù fa un’aggiunta al comandamento “non uccidere”, che va alla radice del suo significato. Decidere di uccidere deriva da una rabbia, un disprezzo, un odio contro l’altro, per cui anche un’offesa molto meno grave dell’uccisione sarà sottoposta a giudizio in quanto rappresenta già una violazione del comandamento dell’amore.

È percorrendo il cammino insieme al nostro prossimo che ci accorgiamo che egli non è un nostro avversario, ma un compagno e un fratello nel nostro stesso viaggio. È dal riconoscerci compagni e fratelli che nasce il comandamento dell’amore e questo amore non ha niente a che fare con la giustizia; è un amore gratuito, senza doveri, senza misura. Per questo motivo non è necessario uccidere il prossimo per compiere peccato: se disprezziamo e umiliamo il nostro compagno, anche una sola parola, un’offesa, è sufficiente per annientarlo.

E questa condizione di disordine nei rapporti col prossimo colpisce tutti gli aspetti della nostra vita, inclusa la celebrazione della relazione con Dio. L’atto liturgico, infatti, non può prescindere dalla vita e non può essere portato avanti se non siamo in pace con l’altro. Perché si possa proseguire bisogna quindi riconciliarsi col fratello, non avere giudizi e rabbia contro il prossimo. E Gesù sottolinea una fretta: bisogna riconciliarsi presto con l’altro, prima che sia troppo tardi.

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Per avere una vita spirituale piena bisogna quindi coltivare sia il rapporto in verticale con Dio, sia quello orizzontale con i nostri fratelli. Credere è quindi doppia capacità di amare, Dio e gli altri, e non è possibile privilegiare una dimensione rispetto all’altra.

Per riflettere

Riusciamo a presentarci all’altare con un cuore leggero, libero dai conflitti con gli altri e in pace? Quante volte usiamo l’ira per pigrizia o egoismo, quando basterebbe mettersi in ascolto dell’altro, per comprenderlo e camminare al suo fianco?

✝️ Commento al brano del Vangelo di:  ✝ Mt 5,20-26

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi