Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 14 Ottobre 2023

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La donna della folla, di certo piena di ammirazione per Gesù, esalta Lui e sua madre con l’esclamazione: “Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!”. Questa esclamazione però nasconde sottilmente il pensiero di una differenza di possibilità di beatitudine tra chi è legato a Dio tramite legami carnali o di circostanze privilegiate, e la gente normale. Gesù si oppone con delicatezza a questo pensiero: “Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!”.

La possibilità di beatitudine non è legata alle circostanze di vita a cui siamo legati, ma alla nostra adesione a Dio, alla disponibilità ad ascoltare e guardare i segni che indicano la sua volontà, e a seguirli. È una possibilità per tutti. Nei vangeli di questo mese compaiono più volte i termini “beati” e “beato”: “Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete” e “Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli”, o ancora “Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito?

Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così”. Tutte le volte questi termini sono legati a una posizione di attenzione verso la vita: ascoltare, vedere, mettere in pratica. La modalità di vivere con letizia la vita è quella di vivere intensamente il reale, come il Servo di Dio Luigi Giussani sottolinea tante volte nei suoi scritti. “La formula dell’itinerario al significato ultimo della realtà qual è? Vivere il reale, ci dice schiettamente don Giussani. Si capisce, allora, l’importanza del reale per il vivere.

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L’unica condizione per essere sempre e veramente religiosi, cioè uomini (non pii, uomini!), è vivere sempre intensamente il reale. Per questo uno che vive intensamente il reale, anche se è contadino o casalinga, può sapere di più del reale che un professore, perché la formula dell’itinerario al significato della realtà è quella di vivere il reale senza preclusione, senza rinnegare e dimenticare nulla” (Appunti dagli interventi di Davide Prosperi e Juliàn Carròn alla Giornata d’inizio anno degli adulti e degli studenti universitari di CL. Mediolanum Forum, Assago, 1 ottobre 2011).

Per riflettere

Preghiamo perché possiamo affrontare la nostra giornata con un’attitudine all’ascolto e nella ricerca della letizia vera, segno della presenza divina.

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi