Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 14 Novembre 2022

218

“Signore, che io veda di nuovo!”

“Abbi di nuovo la vista!”

Di nuovo. Perché il mendicante di Gerico non era cieco dalla nascita, c’era stato un tempo in cui aveva potuto godere della bellezza delle cose, dei volti, del lavoro delle proprie mani. Poi la vista, non sappiamo come e perché, si era offuscata. Ora l’uomo alle porte di Gerico dipende dagli altri: deve mendicare per sopravvivere e usare gli occhi degli altri per poter capire ciò che avviene intorno. La sua autonomia ridotta moltiplica all’infinito il suo desiderio: quando gli dicono che arriva Gesù, lo chiama con quanto fiato ha in corpo. Non vedendolo, deve gridare in tutte le direzioni, che lo si possa sentire ovunque. “Abbi pietà di me” significa: guarda la mia debolezza, guarda me che non riesco a vederti.

Al gridare risponde lo sgridare del gruppo del comitato di accoglienza di Gesù (loro ci vedono, il cieco no). Le invocazioni del cieco creano scompiglio, e in qualche modo turbano l’ incontro fra la popolazione di Gerico e il personaggio che deve entrare in città. Ma Gesù non sgrida, anzi chiede che il cieco gli sia condotto vicino. Lui sa che fra tutta quella gente intorno è lui quello che ci vede meglio, l’unico che riconosce Gesù come figlio di Davide, il compimento delle promesse di Dio per l’uomo. È questa fede che lo salva.

“È per un giudizio che io sono venuto in questo mondo, perché coloro che non vedono, vedano e quelli che vedono, diventino ciechi” (Gv 9, 39).

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi

I commenti di questo mese sono curati da Luisa Prodi