HomeVangelo del GiornoArcidiocesi di Pisa - Commento al Vangelo del 12 Marzo 2024

Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 12 Marzo 2024

Commento al brano del Vangelo di: Gv 5, 1-16

Il Vangelo di oggi è ambientato in una particolare zona di Gerusalemme che nella credenza comune si riteneva avesse delle proprietà taumaturgiche, la piscina di Bethesda. Gesù attraversando la folla di malati assiepati accanto all’acqua indugia su un uomo paralizzato da trentotto anni in una condizione di impotenza, solitudine e stanca attesa.

L’espressione “Non ho nessuno” traduce lo stato d’animo che alberga nel cuore di molti di noi che possiamo vivere in mezzo a tanta gente ma non sentirci davvero presi a cuore da nessuno, esattamente al contrario della vita spirituale che invece è l’esperienza di sentirsi presi a cuore da Qualcuno che ha un nome e un volto: Gesù

È possibile riprendere la propria vita in mano e ricominciare a camminare solo quando si fa esperienza di sentirsi voluti bene nel profondo e il cammino di fede è un’esperienza che cambia la vita proprio perché la libera dalle paralisi che nascono da quella sensazione di radicale solitudine che delle volte anestetizza il nostro cuore.

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In questo senso imparare a pregare può salvarci letteralmente la vita e aprirci ad una relazione d’amore.

Ci sono, infatti, aspetti della nostra umanità che attendono redenzione da tutta una vita, come la guarigione di quell’uomo nasce dall’obbedienza che non è mera esecuzione di una fredda norma ma è atto di fiducia e di amore.

Tuttavia, essere da lungo tempo infermi non significa necessariamente avere anche voglia di assumere la possibilità di un ritorno alla vita piena come compito e non soltanto come elemosina. Quest’uomo, da sempre immobile, sembra quasi prigioniero della rassegnazione, schiavo di quel vittimismo che puntuale viene a visitarci nella sofferenza, con le sue sinistre lusinghe.

Per riflettere

In ogni schema di Dio è insita una promessa, ma come avviene per tutte le Sue promesse, Dio può fare la Sua parte, la più importante e determinante, solo se noi per fede e senza esitare agiamo sulla Sua parola. Mi fido del Signore, delle sue promesse per la mia vita? Nelle mie giornate mantengo viva la speranza?

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi

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