Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 10 Aprile 2020

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Medita

Venerdì Santo. Dopo l’umiltà, ecco l’amore sconfinato di Dio per l’uomo. Una grande santa, Caterina da Siena, diceva, guardando il crocifisso: «Chi è quello stolto bestiale che, vedendosi così amato, non ami a sua volta?» La risposta, sappiamo, non è scontata.
Gesù ha portato l’amore, Gesù ha rivelato un Dio che è amore, Gesù ha mostrato che cosa voglia dire amare fino alle estreme conseguenze, amare senza ricevere nulla in cambio. Eppure Cristo e quella Croce su cui Egli è salito sono e saranno sempre “segno di contraddizione”. È impossibile non riflettere, alla luce di due millenni di storia cristiana, sulla verità di quelle parole profetiche pronunziate dal vecchio Simeone. Allora se la sapienza del mondo illude che l’uomo possa darsi da solo la salvezza, noi rimaniamo fermi sulla stoltezza della Croce di Cristo, la sola che quella salvezza davvero può darci. Sì, «noi ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo, perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo.»
Certo, la croce, la nostra croce personale ci fa paura. Di fronte alla sofferenza, nostra e dei nostri cari, ci ribelliamo, a volte arriviamo persino a rimproverare Dio. Ma non ci sono altre vie che conducano alla vita vera; è proprio dalla porta stretta che dobbiamo passare. È importante allora guardare ancora a Gesù e a sua Madre, come soli veri modelli. Anche Gesù ha avuto paura della croce, e allora non dobbiamo vergognarci se anche noi ne siamo spaventati. Gesù però ha avuto fiducia nell’amore sconfinato del Padre, e per questo alla sua volontà si è abbandonato. E dunque anche noi dobbiamo avere la certezza che la croce non sarà l’ultima parola. Facile a dirsi. Ci aiuti Maria, che le sue croci ha sempre accettato con fede, Lei, Madre della speranza.

Rifletti

A Dio possiamo chiedere tutto e spesso chiediamo proprio di tutto. Egli poi, nei tempi e nei modi che più si addicono alla nostra salute spirituale, ci concede ciò che per noi è bene. Quante volte però gli chiediamo la grazia di saper accettare la croce? Quante di aumentare la nostra fede nel suo amore di Padre provvidente?

Prega

Non c’è amore più grande
di quello della croce;
non c’è libertà più vera
di quella dell’amore;
non c’è fraternità più piena
di quella che nasce
dalla croce di Gesù.
(Giovanni Paolo II)

Fonte: Ascolta e Medita – Aprile 2020 curato da Domenico Coviello, Angela Castino – Arcidiocesi di Pisa – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi