La gente mormora dubbiosa, con sospetto. Qual รจ la sorgente di questa posizione? Lo conosco, viene dal mio quartiere, dalla mia parrocchia, dalla mia cittร โฆ ci ho fatto elementari e medie, era scarso in geometria. Come รจ possibile che ora venga a insegnare a me? ร giovane: non ha ancora visto niente della vita. Come puรฒ parlare con cognizione? ร in preda all’entusiasmo della giovinezza. Non sono ancora arrivati i problemi veri.
Questa posizione deriva innanzitutto dal fatto di sentirsi spodestati di una posizione di superioritร , gerarchia, dovuta a capacitร o esperienza. Tu insegnare a me?
Cerchiamo invece di ascoltare le parole di tutti e cercare la veritร in loro, senza giudicare chi le pronuncia, e allo stesso tempo di dire parole semplici e vere. Una parola vera viene da un’esperienza, che รจ un momento incastonato nel tempo: le parole dei testimoni accanto a noi, e le nostre, sono e devono essere testimonianze semplici di ciรฒ che abbiamo veduto e vissuto. Se manteniamo questa umiltร nella testimonianza, sia nel farla che nel riceverla, possiamo fare spazio a Dio e non all’immagine deificata nostra e degli altri.
Per riflettere
Cerchiamo di osservare curiosi la nostra giornata per vedere dove il Signore appare con la sua parola e i suoi gesti vivificanti: cogliamo l’esperienza e siamo grati alla persona che ce la porta perchรฉ si รจ messa a disposizione di Dio come strumento.
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per lโEvangelizzazione e la Catechesi
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