HomeVangelo del GiornoAlessandro Ginotta - Commento al Vangelo del giorno, 18 Marzo 2024

Alessandro Ginotta – Commento al Vangelo del giorno, 18 Marzo 2024

Commento al brano del Vangelo di: Gv 8,1-11

Ecco la storia di un amore che ci deve trasformare, aprendo le nostre mani e facendo cadere le nostre pietre.

Colta in flagrante adulterio. La legge in questi casi era implacabile: la donna doveva morire di morte atroce, sotto una raffica di pietre scagliate dagli accusatori. Un destino terribile e crudele. Ma, prima di addentrarci nel cuore di questo brano, dobbiamo fare una premessa sulla paternità del testo. E’ infatti molto probabile che la pericope dell’adultera non facesse parte della stesura originale del Vangelo di San Giovanni.

Immagino il vostro sbigottimento, amici miei, nel leggere queste parole e, vi confesso, che io stesso rimasi sbalordito quando, alcuni anni fa, venni a conoscenza dei dubbi condivisi da numerosi critici moderni: il brano che ci parla dell’adultera non compare in nessuno dei manoscritti più antichi del Vangelo di Giovanni, ma appare, la prima volta, nella Vulgata, traduzione in latino della Bibbia dall’antica versione greca ed ebraica, realizzata alla fine del IV secolo, da Sofronio Eusebio Girolamo. Dobbiamo anche aggiungere che, nessuno dei Padri della Chiesa dei primissimi secoli, fa qualche riferimento a questa pericope collegandola al quarto Vangelo.

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Ma non ci perdiamo d’animo: il testo, riportato nel Vangelo, al di là dei dubbi sulla sua paternità, è certamente ispirato. Ci sono alcune ipotesi sulla sua origine. La prima è che si tratti di uno “scambio” di autori, probabilmente un errore commesso da un amanuense medievale che, per distrazione, voltando pagina, trascrisse all’inizio di un capitolo di san Giovanni un testo che in realtà era di san Luca. La pericope, che non sembra di paternità giovannea per lo stile, per vocabolario e per contenuto, si adatta perfettamente allo stile lucano: alcuni dei termini utilizzati in questo frammento, li ritroviamo soltanto in altri brani del Vangelo di San Luca e negli Atti, scritti dallo stesso apostolo. E questa è una spiegazione che ritengo piuttosto probabile.

Secondo altri critici, la pericope sarebbe stata inserita in un secondo momento: un monaco potrebbe aver annotato, a margine di una pagina del Vangelo, un appunto riguardante un racconto tramandato oralmente su questo episodio e, ad una copia successiva del manoscritto, questo brano sarebbe stato trascritto insieme al testo originale, entrando così di fatto a far parte del Vangelo di Giovanni. […] Continua a leggere qui.

Per gentile concessione di Alessandro Ginotta

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Fonte: La Buona Parola, il blog di Alessandro Ginotta https://www.labuonaparola.it/
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