Pane per la vita del mondo
Dopo il racconto dellโuscita dallโEgitto (Es 1,1 โ 15,21), comprendente la descrizione della schiavitรน e della missione di Mosรจ (1,1 โ 10,29), il racconto della Pasqua (11,1 โ 13,16) e lโevento del Mar Rosso (13,17 โ 15,21), nella seconda parte (15,22 โ 18,27) il testo si sofferma sulla sfida del deserto. Dopo aver ricordato la protesta del popolo a Mara (15,22-27) e prima di descrivere quella avvenuta a Massa e Meriba (17,1-7), lโautore del libro ricorda il dono della manna e delle quaglie (16,1-36). Anche in questa riflessione ci avvaliamo del valente commentario allโEsodo approntato dal biblista piemontese Michelangelo Priotto (Bagnolo Piemonte [CN] 18/11/1945) docente allo Studio teologico Interdiocesano di Fossano (CN).
Mormorรฒ
Lโautore raccoglie qui la ricca meditazione della tradizione che ricordava come, dopo quella della sete, il popolo si trovi ad affrontare lโaltro grande nemico del deserto: la fame. Il 15 giorno del secondo mese dallโuscita dallโEgitto, โtutta la comunitร dei figli di Israele/kol-โฤdat benรช Yiลrฤโฤlโ si trova nel deserto di Sin. La localizzazione รจ incerta anche per lโassonanza fra le varie denominazioni: sรฎn/sรฎnay (Sinai), sรฎn/แนฃรฎn (Zin). Spesso il deserto di Sin รจ stato identificato con la distesa di sabbia detta Debbet er-Ramleh (dune di sabbia), tra Serabit el-Khadim e le propaggini dellโaltopiano di Tih. Ma lโitinerario della comunitร piรน teologico che geografico. Le date ricordate, lโespressione liturgica โcomunitร degli israelitiโ, le riflessioni sul sabato, sulla manna e la sua conservazione liturgica mostrano come il redattore sacerdotale intenda ricordare soprattutto il protagonista della storia: la presenza di YHWH fra il suo popolo. Alla luce della liturgia, egli sta rivivendo lโepopea di liberazione di Israele, ricordando lโevento del liberazione con un ritmo che segue il calendario liturgico e che ha visto celebrazioni in vari luoghi ben determinati.
La comunitร (liturgica) degli israeliti giunge al deserto di Sin un mese esatto prima della celebrazione della Pasqua, il 15 del secondo mese (= adar). In modo compatto celebra perรฒ una liturgia laica di mormorazione (wayyallรฎnรป/wayyallล[รด]nรป < lรปn/lรฎn). I destinatari delle critiche sono le due guide visibili del cammino, i fratelli Mosรจ e Aronne. Dopo Es 12,50, ricompare anche Aronne, probabilmente perchรฉ connesso al clima sacerdotale del brano, incentrato sulla manna e al sua conservazione. Il bersaglio ultimo della mormorazione รจ perรฒ la guida invisibile, YHWH. Egli non รจ manipolabile; รจ oggetto di pura fede, sostenuta perรฒ da segni concreti di amore e di interesse concreto per il suo popolo.
Il popolo celebra una liturgia laica antiesodica, che torna allโindietro non per magnificare e rendere presente una liberazione, ma per rivivere con nostalgia i pasti assicurati, pur in regime di schiavitรน. YHWH รจ ricordato com un sospirato agente che avrebbe dovuto dare la morte anzichรฉ permettere che i suoiย rappresentanti conducessero il popolo allo stesso risultato facendo patire inutilmente le pene dellโinferno e ย differendo solamente nel tempo lo stesso risultato finale.
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Il popolo ha appena vissuto e cantato lโepopea del passaggio del mar Rosso (Es 14,5 โ 15,21), eppure ย giร rimpiange la schiavitรน, pur senza nominarla. Celebrazione laica di morte, celebrazione negatrice della libertร , avvitamento smemorato e ingrato sulle sicurezze umane, senza la percezione della schiavitรน che inquina e avvelena tutto con la mancanza di libertร , di dignitร , della coscienza acquisita nel cammino di essere il popolo scelto da YHWH come sua โproprietร particolare/segullฤhโ (cf. Es 19,5; Dt 14,2) sulla terra che tutta appartiene a lui. Delle tre dimensioni di cui vive lโuomo e la comunitร , celebrate e rese presenti nella liturgia, gli israeliti amputano la profonditร del presente e lโinsondabile ma sicura prospettiva contenuta nel futuro. Del passato si ricordano solo i pasti (nella schiavitรน), del presente si vede solo la povertร della crosta superficiale (ignorando la profonditร della libertร acquisita), il futuro nemmeno รจ menzionato, mentre la spinta dinamica della speranza dovrebbe essere invece sempre la molla che sostiene e spinge in avanti il cammino di ogni uomo e di un popolo intero. Memoria avvelenata, memoria monca e ingrata. Memoria di โpanciaโ scollegata dal cervello. La sazietร in Egitto faceva dimenticare la schiavitรน, appiattiva sul presente senza orizzonti liberanti di futuro.
Pioggia di pane
โEccomi/hinenรฎโ ribatte YHWH al suo agente in campo Mosรจ, eccomi a โfar piovere/mamแนญรฎrโ, dopo la grandine punitrice dal cielo (9,18.23), anche del pane di vita per il popolo affamato e senza fede. Mangiavano pane di schiavitรน (v. 3), mangeranno un pane sconosciuto agli uomini (cf. Dt 8,3), che viene direttamente dal mondo provvidenziale di Dio. Farรฒ piovere pane, avranno pioggia che nutre, pane e acqua assicurati, vita certa nel deserto. โColui che cammina nella giustizia e parla con lealtร , che rifiuta un guadagno frutto di oppressione, scuote le mani per non prendere doni di corruzione, si tura le orecchie per non ascoltare proposte sanguinarie e chiude gli occhi per non essere attratto dal male: costui abiterร in alto, fortezze sulle rocce saranno il suo rifugio, gli sarร dato il pane, avrร lโacqua assicurata. (Is 33,15-17).
Lฤkem laแธฅem, per voi pane. ร lโamore personalizzato e sollecito di YHWH, che da Mosรจ rivolge la parola direttamente agli israeliti ingrati e sfiduciati.
Lโamore di YHWH รจ presente, gratuito verso gli ingrati, indiscriminato verso cattivi e giusti (cf. Mt 5,45), misericordioso verso i recriminatori, memore verso gli immemori. Gli israeliti tornano a compiere il peccato originale, il peccato di sempre: โdimenticare/ลกฤkaแธฅโ. La riflessione dellโautore รจ teologica, non un resoconto cronachistico. E il peccato divora ciรฒ che sta sotto la crosta dellโapparire. La mormorazione corrode i rapporti, rovina la relazione di alleanza, con lโamore preveniente e asimmetrico che lega YHWH agli israeliti
La prova
Il primo dei due comandi dato da YHWH รจ quello di โspigolare/raccogliere/lฤqaแนญ (e non qฤbaแนฃ)โ (il verbo tornerร 9 volte nel capitolo). Gli israeliti spigoleranno come i poveri difesi dal diritto di YHWH nel racimolare i resti della mietitura (cf. Lv 19,9; 23,22; Rt 2,2.3.7.8.15.16.19.23). Spigoleranno giorno per giorno il dono โdallโimmenso campo di grano del cieloโ (M. Priotto). Dovranno spigolare come poveri che dipendono dal dono immeritato. Porranno un limite alla loro voracitร e allo spirito di accumulo accaparratore egoistico e incredulo nei confronti della presenza quotidiana provvidente di YHWH. La vita nasce non dallโaccumulo, ma dallโaccoglienza di un dono. La logica vincente della pace deriva dallโaccoglienza del gratuito, non dalla pianificazione ragionieristica dellโaccaparramento prometeico. Io vivo grazie al dono dellโaltro, dal dono del suo sguardo, dalla luce dei suoi occhi, dal perdono delle sue lacrime. Deve essere sradicato anche lโaltro peccato originale, quello di voler mangiare e arraffare tutto, senza lasciar spazio allโaltro e al mistero. Questo il peccato della prima umanitร e di quella di sempre.
Questa รจ la prova a cui YHWH sottoporrร gli israeliti (โฤnaลลennรป). In questo modo egli potrร non tanto provocare il male della fame per vederne gli effetti nel popolo, ma โtestareโ la loro dipendenza dal dono e lโosservanza del sabato, in cui non si potrร spigolare, avendo raccolto una doppia razione doppia il venerdรฌ. Lโosservanza del sabato sta a cuore al redattore sacerdotale. Essa รจ segno dellโimitazione di YHWH che riposรฒ al settimo giorno (cf. Gen 2,2-3), chiamando lโumanitร a essere sua immagine e somiglianza nel riposo filiale che partecipa dellโesistenza โgratuitaโ di YHWH e della gioia che dร la sua esistenza celebrata nella comunitร . Figli che riposano liberi. Figli senza ossessione. Gratuitamente hanno ricevuto il dono del pane (pur col lavoro che esalta la dignitร dellโuomo). Nella gratuitร celebreranno la festa del Donatore e della comunitร dei suoi figli.
Manna e quaglie
YHWH ha ascoltato le โmormorazioni/telunnรดtโ degli israeliti. Egli รจ il Dio dellโesodo, che ha osservato, ha ascoltato e conosce le sofferenze del suo popolo ed รจ sceso per liberalo (cf. Es 3, 7.8). Il popolo sperimenterร lโessere pro-esistente del suo Dio godendo del pane e della carne grazie al fenomeno provvidenziale (non โmiracolo contro naturaโ) che appare allo svanire della rugiada mattutina. Una rugiada di pane, coriandoli commestibili. Pane che piove dal cielo di Dio. โLa manna proviene dalla secrezione di due insetti parassiti (trebutina mannipara e najacoccus serpentinus) di una pianta, la tamarix mannifera, che cresce nella zona centrale del Sinai. Si tratta di una sostanza resinosa, di sapore dolciastro, che si forma sui rami come goccia di rugiada, si scioglie al calore del sole e poi cade a terra, da dove viene setacciata e fatta seccare; i beduini della zona se ne servono come di un pane (cfr. G. Boschi, Esodo, pp. 164-165โ) (M. Priotto). Lโautore โne dร unโetimologia popolare, che corrisponde alla domanda spontanea che sorge negli israeliti di fronte a un elemento sconosciuto: โChe cosa รจ quello [/mฤn hรปโ]?โโ (M. Priotto). Il dono provvidenziale fornito dalla natura che si esprime nel deserto va letto a un livello piรน profondo: รจ segno di un Dio creatore che offe in cibo allโuomo i frutti della terra (cf. Gen 1,29). Cosรฌ sarร del dono delle quaglie, che cadono sfinite dal vento contrario che soffia a scadenze regolari nella zona mentre sono in viaggio per trasmigrare verso nord. โQuesto รจ il pane che diede YHWH a voi come cibo/leแธฅem โฤลกer nฤtan YHWH lฤkem leoklฤhโ, interpreta lโevento Mosรจ, lโagente plenipotenziario di YHWH. Unโindigestione di l e di แธฅ si potrebbe direโฆ
Pane povero, pane dei poveri. Pane essenziale, pane donato.
Pane dal cielo, pane degli angeli (cf. Sal 78[77],24-25: โfece piovere su di loro la manna per cibo e diede loro pane [lett. โgranoโ] del cielo: lโuomo mangiรฒ il pane dei forti [gr. LXX: โpane di angeli (aggelลn) mangiรฒ lโuomoโ]; diede loro cibo in abbondanza [lett. โprovvista a sazietร ]โ.
Pane del Donatore.
Pane di YHWH, di โColui-che-รจ-in-quanto-รจ-vicino-a-te-per-salvartiโ (cf. Es 3,14).
Il cibo che rimane
Alla folla, massa indistinta di persone che a Tabgha/Magadan avevano preso parte e goduto del grande segno della โmoltiplicazioneโ dei pani, si aggiungono altre persone su โbarchette/ploiariaโ giunte dalla vicina Tiberiade. Tutti insieme si dirigono a nord-est, verso la vicina Cafarnao, distante solo alcune insenature delle lago. La gente ha visto una sola barca rimasta, e una partita con i discepoli di Gesรน, ma senza di lui. Tutti si โpongono alla ricerca/zฤtountesโ di Gesรน. Da dove egli venga, chi sia, dove vada รจ il grande mistero che attraversa tutto il Vangelo di Giovanni. Per questo motiv
Il ciclo di Elia
Dopo aver narrato la successione di David al trono (1Re 1,1โ2,46) e aver descritto il regno di Salomone (3,1โ11,43), il libro di 1Re segue da vicino la tragedia dello scisma e della storia dei due regni fino alla caduta del regno del Nord nel 722 a.C. (1Re 12,1โ17,41). A questo punto lโautore finale dello scritto inserisce il ciclo del profeta Elia, che si concluderร in 2Re (1Re 17,1โ2Re 1,18). La struttura del ciclo di Elia puรฒ essere cosรฌ articolata: inizio del ciclo di Elia (17,1โ19,21), guerra aramea e continuazione del ciclo di Elia (20,1โ21,29), guerra aramea e conclusione del ciclo di Elia (22,1โ2Re 1,18).
Lโinizio del ciclo di Elia (1Re 17,1โ19,21) comprende: 17,1 annunzio della siccitร ; 17,2-7 prima parola di Dio; 17,8-16 seconda parola di Dio e miracolo della farina e dellโolio; 17,17-24 risurrezione del ragazzo morto; 18,1-2 terza parola di Dio; 18,3-16 Elia e Obadia; 18,17-40 ordalia sul monte Carmelo; 18,41-46 fine della siccitร ; 19,1-8 fuga nel deserto e viaggio verso il monte Horeb; 19,9-14 la teofania; 19,15-21 missione di Elia.
La vita
Gezabele (โรzebel = โAssenza di nobiltร del Principeโ?; โDove รจ il Principeโ?; โil Principe, Signore della terra esisteโ?; nome teoforo?) โ la moglie pagana del re di Israele Acab (874-853 a.C.), figlia di Etbร al, re dei sidoniti โ fa recapitare a Elia/โฤliyyฤhรป (โIl mio Dio รจ Elโ) la minaccia di dargli lโindomani stesso la medesima โvita/nepeลกโ che egli ha riservato ai 450 profeti di Baโal, morti ammazzati da lui al fiume Qishon, alle falde della catena del Carmelo dopo la tragica ordalia sul vero Dio (1Re 19,3; cf. 1Re 18,49).
โSpaventato/wayyirฤโโ (correzione del TM, <yฤrฤโ), Elia si alzรฒ e โse ne andรฒ verso la sua vita/wayyฤlek โel-napลกรดโ, fuggendo verso sud, verso il deserto del Negev, fino ad arrivare a Bersabea. Anche Mosรจ era dovuto fuggire dal faraone, rifugiandosi nel paese desertico di Madian (Es 2,14b-15), da dove poi si sarebbe recato al monte Horeb.
Elia fugge verso il confine sud di Israele, nella cittร famosa posta piรน a sud del regno di Giuda (di qui lโespressione โda Dan a Bersabeaโ, per indicare lโestensione massima di Israele, cf. Gdc 20,1).
La cittร aveva visto vari anni della vita di Abramo, lโerezione da parte sua di un altare e lo scavo di un pozzo (Gen 26,23-25), le sue alleanze con Abimelech re di Gerar (Gen 26,26-33), la partenza di Giacobbe per trovare moglie in Carran (Gen 28,10) e, infine, la sua partenza per lโEgitto sui carri forniti dal faraone, per scendere lร dove il figlio Giuseppe poteva salvare dalla fame tutta la famiglia (Gen 46,1-5).
Elia fugge โverso la sua vitaโ, verso le sue radici patriarcali, la vita della sua vita. Da lรฌ era partita la linfa della creazione nuova che YHWH aveva dato al suo antenato Abramo (cf. Gen 12,1ss).
Elia abbandona il suo servitore e si incammina da solo nel deserto. Si incammina verso lโessenzialitร , la spoliazione di sรฉ, la dipendenza totale da YHWH e dalla natura povera verso i suoi figli, povera ma non matrigna sterile verso di essi. Elia cerca il senso della prosecuzione della sua missione a favore di YHWH, un dio invisibile e non manipolabile, un dio non tanto della natura โ responsabile diretto dei cicli stagionali e della feconditร โ, quanto della storia, della liberazione di un popolo verso la sua dignitร e lโadorazione dellโunico dio.
Elia cerca riposo dalla battaglia, dalla persecuzione acerrima, dalla timidezza di un popolo che saltella sulle gambe (cf. 1Re 18,20), indeciso fra YHWH e Baโal. Nel deserto cerca se stesso, il senso dei suoi giorni e del suo compito, ma soprattutto cerca il volto del suo Dio, il rinforzo del sostegno che puรฒ fornirgli, la forza che proviene dal suo volto.
Depressione
Elia si siede sotto una โginestra/rลtemโ (Reatama roetam, del genere genista), un albero molto diffuso nella zona desertica meridionale (mar Morto, Petra, regione del Sinai). Inghiottito dalla depressione, โchiede [che sia presa] la sua vita per morire/wayyiลกโal โet-napลกรด lฤmรปt)โ. Elia voleva โandare verso la sua vitaโ lontano dalla perfida Gazabile, ora chiede a YHWH di prendergli la vita per la morte. โMolto (รจ) adesso/rab โattฤhโ, adesso basta! Tutta la fragilitร dellโuomo emerge dal di dentro, come accadde anche ad altri grandi della storia di Israele: Abramo (Gen 12,11-12; 20,2ss), Mosรจ (Nm 20,12), Davide (2Sam 11).
Elia non si sente migliore dei suoi padri, che vissero situazioni simili di forte scoraggiamento. Mosรจ aveva detto dopo le estenuanti mormorazioni del popolo che, nel deserto, chiedeva pane e carne: ยซNon posso io da solo portare il peso di tutto questo popolo; รจ troppo pesante per me. Se mi devi trattare cosรฌ, fammi morire piuttosto, fammi morire, se ho trovato grazia ai tuoi occhi; che io non veda piรน la mia sventura!ยป. ยซChi comanda รจ soloยป, diceva un brillante top manager morto recentemente.
Un profeta che deve richiamare un intero popolo alla fedeltร al suo Dio liberatore alla fine si esaurisce, entra in burn out. Da โseduto/wayyฤลกebโ (v. 4), Elia โsi mette a giacere/wayyiลกkabโ (v. 5). ร depresso. Non ha voglia di cercare intorno qualcosa da mangiare, un sorso dโacqua da bere. Il deserto non รจ mai totalmente โvuotoโ. Ma per Elia รจ meglio rifugiarsi nel sonno, anticipo della morte, chiudendo gli occhi di fronte alla realtร , negandola nella speranza di conseguire alla fine la vittoria su di essa e la pace.
Pane e acqua di pasqua
Un messaggero/angelo (di YHWH), perรฒ, โecco che lo colpisce con insistenza/wehinneh-zeh malโak nลgฤaโ bรด (gr. LXX: ฤpsato autou). Lo colpisce come, nellโepopea della liberazione per far celebrare al popolo di Israele la Pasqua nel deserto, YHWH aveva colpito con โpiaghe/negaโโ il faraone e lโEgitto (cf. Es 11,1) e come a Gerusalemme dโimprovviso lโangelo โcolpirร /epataxenโ il fianco di Pietro che dorme in prigione durante la vigilia della Pasqua e gli comanda:ย โAlzati/Risorgi/Anasta!โ (At 12,7; ipotizzabile in aramaico/ebraico: qรปm!).
Anche ad Elia lโangelo, dopo averlo ripetutamente toccato/colpito, comanda di alzarsi, di risorgere: โqรปm!โ. โOra basta voler morire! Alzati, mangia!โ. Il depresso non vuol mangiare, ma bisogna scuoterlo e stimolarlo almeno alla vita fisica. Poi bisognerร motivarlo per cosa vivereโฆ
Si ripete lโintervento provvidenziale giร sperimentato da Elia durante la fuga iniziale al torrente Cherรฌt (1Re 17,4-6): pane e carne mattina e sera, portati da un corvo; acqua abbondante attinta dal torrente (probabilmente lโattuale wฤdi el-Yฤbis, che nasce presso Tisbe, patria di Elia e si getta da est nel Giordano a 13 km a sud-est di Bet Shean).
Elia non si alza neppure. La depressione รจ una brutta bestia.
Gira solo la testa e proprio sotto il naso vede una โfocaccia di braceโ e una brocca dโacqua. ยซColui che cammina nella giustizia e parla con lealtร , che rifiuta un guadagno frutto di oppressione, scuote le mani per non prendere doni di corruzione, si tura le orecchie per non ascoltare proposte sanguinarie e chiude gli occhi per non essere attratto dal male: costui abiterร in alto, fortezze sulle rocce saranno il suo rifugio, gli sarร dato il pane, avrร lโacqua assicurataยป, dichiara il profeta Isaia (Is 33,15-16). Tutto vero, avrร pensato giร Elia un secolo prima. Ma ormai manca la voglia di vivere.
Elia si solleva appena appena sui gomiti, ma non รจ detto che si alzรฒ. Mangia e beve per forza, solo per far contento lโangelo della provvidenza di YHWH. Poi si rimette giรน, a morire lungo e disteso.
Lโangelo lo colpisce di nuovo e gli rinnova lโordine con le stesse parole. Quando le cose vengono dette โdue volte/ลกฤnรฎtโ significa che la cosa รจ importante (cf. Gen 22,15; 1Re 9,2; Ger 13,3; 33,1; Gn 3,1). Questa volta lโangelo gli dร pane, acqua e motivazione. Gli dร un ordine ma gli suggerisce anche implicitamente uno scopo, una meta. E una meta non vicina, visto che il cammino non sarร breve. Il cammino รจ troppo per Elia. Supera le forze umane, tanto piรน quelle di un depresso.
Elia obbedisce, forse come un automa. ร abituato a obbedire a YHWH e al suo angelo. Lโobbedienza gli sgorga dal profondo, piรน o meno voluta. Ma intanto mangia, beve e si mette in cammino. Lโangelo รจ stato reticente sulla meta.
Elia si mette in moto per vincere lentamente la sua depressione. Mentre cammina guarirร . Sente dentro di sรฉ che allโHoreb potrร trovare le radici, la fonte profonda, il pozzo che non tradisce. ยซBevi lโacqua della tua cisterna e quella che zampilla dal tuo pozzoยป (Pr 5,15), ammonisce il sapiente. LโAmata lo รจ per lโAmato: ยซFontana che irrora i giardini, pozzo dโacque vive che sgorgano dal Libanoยป (Ct 4,15).
Il pane dร a Elia una โforza/kลaแธฅโ che lo fa camminare il tempo che fu necessario a Mosรจ per entrare nellโintimitร con YHWH, sul monte della Pasqua di Israele. Il monte del dono della Torah, della stipulazione dellโalleanza del popolo libero, il monte del perdono e dellโalleanza rinnovata dopo il peccato del vitello dโoro (Es 24,18; 34,28).
Lร porta la forza del pane.
Un pane nel deserto.
Un pane di vita.
Un pane di Pasqua.
Mormoravano
Alla folla con cui Gesรน ha โdialogatoโ finora nel suo โdiscorsoโ sul pane, subentrano ora โi giudeiโ. In questo caso essi si identificano con la stessa โfollaโ di prima, ma che ora cede il passo alla mormorazione e allโincredulitร . Essi โcominciarono a mormorare/egoggyzonโ (imperfetto incoativo) contro di luiโ, con un sentimento misto di dispiacere e di incredulitร , a cui si opporrร la forte affermazione di fede da parte di Pietro in 6,68-68.
Mormorano (cf. anche in seguito, 6,43.61) come fecero i loro padri nel deserto dellโesodo di liberazione. In Es 16,2.7.8.9.12 รจ riportata la loro mormorazione (goggysmos) contro Mosรจ e Aronne (in realtร contro YHWH, cf. Nm 14,27.29 โcontro di meโ) per la mancanza di acqua e di cibo: cf. 16,2 wayyillรดnรป kol-โฤdatย (<lรปn/lyn; gr. LXX: diegoggyzen pasa hฤsynagลgฤ; cf. anche Es 17,3). Lo ricorda anche il salmo storico di confessione nazionale, il Sal 106(105),25: ยซMormorarono nelle loro tende, non ascoltarono la voce del Signoreยป.
I padri mormorarono contro YHWH (Nm 4,27.29), ora โi giudeiโ mormorano contro di lui, Gesรน, rivelatore definitivo del Padre (cf. Gv 1,18) che nessuno ha mai visto.
โI giudeiโ mormorano contro di lui, non accettano la rivelazione di Gesรน fatta nel v. 35 sul suo essere pane di vita, completandola con lโespressione โdisceso dal cieloโ, anzi, la mettono in discussione.
Dal pane che salva si trapassa in tal modo dalla questione soteriologica (vv. 36-40) alla questione cristologica. Tutti conoscono (โsappiamo/oidamenโ) lโorigine umana di Gesรน, come รจ possibile che egli sia il pane disceso dal cielo, di origine divina?
Gesรน risponde a loro: Non sono io il problema, nรฉ quello della mia origine, ma lo siete voi, col vostro atteggiamento. โSmettete di mormorareโ, comanda con autoritร . Apritevi al cammino della fede intima โ, il che equivale a โvenire a meโ (cf. v. 35).
Il tema centrale di questa parte del โdiscorso sul paneโ รจ quello della fede in Gesรน. Credere in lui รจ andare a lui.
Ma questo comporta due condizioni: lโelezione e la comprensione della Scrittura.
Attratti e edotti da Dio
Credere in Gesรน รจ un mistero di potenza divina, che supera le forze umane. Nessuno puรฒ credere in Gesรน se non รจ il Padre ad โattirarlo/helkuลโ. Questa forza di attrazione, uguaglia quella impiegata da Pietro nella sua pesca prodigiosa post-pasquale (Gv 21,11 โtrascinรฒ/heilkysenโ la rete [= la Chiesa] a terra), superando lโincapacitร dei โsetteโ a tirarla su (ouketi auto helkysai iskyon, Gv 21,6) dal mare di Galilea per la quantitร dei pesci trovati โsu comandoโ di Gesรน.
La forza del โtrascinamento/attrazioneโ puรฒ venire solo dallโobbedienza di Pietro al comando del Signore risorto di portare un poโ di pesce per fare colazione (cf. Gv 21,10). ร obbedienza che deriva dalla comunione con lโidentitร del Signore risorto (โร il Signore/Ho kyrios estinโ, v. 7a) percepita dal Discepolo Amato e che ha fatto gettare dโimpeto Pietro in acqua per raggiungerlo (v. 7b).
Il โtrascinamentoโ della rete ecclesiale deriva perรฒ in profonditร dal โtrascinamento/attrazioneโ che si genera dalla croce esaltante sulla quale Gesรน รจ stato innalzato nel suo amore, libero e completo (โfino alla fine, ei sto telos Gv 13,1). ยซโE io, quando sarรฒ innalzato da terra โ aveva detto Gesรน nellโUltima Cena, dopo aver lavato i piedi ai suoi โ, attirerรฒ tutti (pantas [acc. masch. plur.] helkysล) a meโ. Diceva questo per indicare di quale morte doveva morireยป (Gv 12,32-33).
Gesรน attrae tutti a sรฉ dalla croce perchรฉ lโha abbracciata con amore totale come un dono offertogli dal Padre per salvare tutti gli uomini, una occasione per mostrare a tutti gli uomini quanto il Padre li ami (cf. Gv 3,16-17) e quanto Gesรน ami il Padre (Gv 131). Al momento della sua โconsegna/arrestoโ nel โgiardinoโ escatologico (Gv 18,1) Gesรน aveva detto a Pietro che lo difendeva a mano armata: ยซโฆ Rimetti la spada nel fodero: il calice che il Padre mi ha dato (dedลken moi), non dovrรฒ berlo?ยป (Gv 18,11). La Passione รจ un dono del Padre a Gesรน e agli uomini.
Lโuomo potrร credere in Gesรน solo se il Padre โattiraโ a Gesรน chi si apre alla fede โandando a luiโ. Gesรน, a sua volta, โattiraโ tutti a sรฉ dalla croce gloriosa.
Edotti da Dio
ยซTutti saranno edotti da Dioยป รจ scritto Is 54,13, citato da Gesรน.ย E ognuno che ascolta il Padre che ha parlato nella Torah e nella storia, imparando da lui come discepolo attento, verrร a Gesรน, lโInviato definito del Padre e suo Rivelatore escatologico (Gv 1,18). Non che alcuno abbia mai visto il Padre, eccetto colui che (รจ) da presso Dio (ed ha messo la sua tenda fra gli uomini nellโincarnazione, cf. Gv 1,14).
Con forza e autoritร (ยซAmen, amenยป) Gesรน rivela che colui che crede (in continuitร , sottinteso: nel nome del Figlio) ha giร fin dโora la vita eterna (v. 47). Gesรน lo farร risorgere nellโultimo giorno (v. 44), ma, secondo lโโescatologia realizzataโ dellโevangelista Giovanni, egli giร vive qui la vita eterna, la vita divina, la vita nellโamore.
Mangiare il pane vivo
I vv. 47-48 sono sia la conclusione dei vv. 43-46 sia lโintroduzione ai vv. 48-51. Dal tema della fede si inizia a trapassare a quello del mangiare il pane della vita.
I padri hanno mangiato la manna, ma essa non era il vero pane genuino che scende dal cielo e che il Padre ora dร a Gesรน, a tutti i presenti (โvoiโ, v. 32). I padri ne mangiarono e sopravvissero come popolo quel tanto che bastรฒ loro per arrivare fino nelle steppe di Gerico, dove la manna cessรฒ e gli israeliti iniziarono a mangiare dei frutti della terra, la terra di Canaan (Gs 5,10-12). Nel frattempo era morto tutto il popolo che era uscito dallโEgitto (Gs 5,4). Essi non avevano ascoltato la voce del Signore (Gs 5,6; cf. Sal 106[105],25) Per questo, a Gerico Giosuรจ fece circoncidere tutti gli uomini che erano nati nel deserto.
La fede in Gesรน porta a mangiare il pane che lui rappresenta, un pane che scende dal cielo e che vince la morte. Chi ne mangia, non solo risorgerร nellโultimo giorno, ma ha la vita eterna fin dโora, vivrร per sempre di vita piena, divina.
Gesรน non รจ solo il pane che scende dal cielo per dare la vita agli uomini. Ora il pane e la vita si uniscono in un solo soggetto. Ora viene detto che Gesรน รจ โil pane vivo/vivente/ho artos ho zลnโ. Chi ne mangia non morirร , perchรฉ il pane รจ โil corpo/carne/sarxโ stesso di Gesรน che รจ per la vita del mondo, qui da comprendere come lโinsieme degli uomini.
Illuminato dalla fede post-pasquale, lโevangelista Giovanni allude al fatto che ora lโuomo, tutti gli uomini, non solo puรฒ appropriarsi della salvezza con la fede in Gesรน, ma anche con lโaccostarsi alla mensa eucaristica che fa memoriale della sua morte dal valore soteriologico. La morte di Gesรน, la sua โcarneโ, รจ โa favore/hyperโ della vita di tutti gli uomini.
Fede ed eucaristia.
Venire a te, mangiare te.
Mi approprio di te.
Tu mi attrai a te, mi trasformi in te.
ยซMangiate, amici, bevete;
Inebriatevi dโamoreยป (Ct 5,1c).
Commento a cura di padre Roberto Mela scj – Fonte del commento: Settimana News
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XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO โ Anno B
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- Colore liturgico: Verde
- 1 Re 19, 4-8; Sal. 33; Ef 4, 30 – 5, 2; Gv 6, 41-51
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo.
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 6, 41-51
ย
In quel tempo, i Giudei si misero a mormorare contro Gesรน perchรฉ aveva detto: ยซIo sono il pane disceso dal cieloยป. E dicevano: ยซCostui non รจ forse Gesรน, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque puรฒ dire: โSono disceso dal cieloโ?ยป.
ย
Gesรน rispose loro: ยซNon mormorate tra voi. Nessuno puรฒ venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterรฒ nellโultimo giorno. Sta scritto nei profeti: โE tutti saranno istruiti da Dioโ. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perchรฉ qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In veritร , in veritร io vi dico: chi crede ha la vita eterna.
ย
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo รจ il pane che discende dal cielo, perchรฉ chi ne mangia non muoia.
ย
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrร in eterno e il pane che io darรฒ รจ la mia carne per la vita del mondoยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 12 – 18 Agosto 2018
- Tempo Ordinario XIX
- Colore Verde
- Lezionario: Ciclo B
- Anno: II
- Salterio: sett. 3
Fonte: LaSacraBibbia.net
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