Tempo di Pasqua
Preghiera
Dio, che hai redento lโuomo e lo hai innalzato oltre lโantico splendore, guarda allโopera della tua misericordia, e nei tuoi figli, nati a vita nuova nel Battesimo, custodisci sempre i doni della tua grazia.
Per il nostro Signore Gesรน Cristo…
Lettura
Dal Vangelo secondo Giovanni 13,16-20
In quel tempo, dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesรน disse loro: โIn veritร , in veritร vi dico: un servo non รจ piรน grande del suo padrone, nรฉ un apostolo รจ piรน grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, sarete beati se le metterete in pratica. Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma si deve adempiere la Scrittura: โโColui che mangia il pane con me, ha levato contro di me il suo calcagnoโโ. Ve lo dico fin dโora, prima che accada, perchรฉ, quando sarร avvenuto, crediate che Io Sono. In veritร , in veritร vi dico: chi accoglie colui che io manderรฒ, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandatoโ.
Riflessione
A partire da oggi, per tre settimane, tutti i giorni, eccetto le feste, il vangelo di ogni giorno รจ tratto dalla lunga conversazione di Gesรน con i discepoli durante lโUltima Cena (Gv 13 a 17). In questi cinque capitoli che descrivono lโaddio di Gesรน, si percepisce la presenza di quei tre fili di cui abbiamo parlato in precedenza e che tessono e compongono il vangelo di Giovanni: la parola di Gesรน, la parola delle comunitร e la parola dellโevangelista che fece lโultima redazione del Quarto Vangelo. In questi capitoli, i tre fili sono in tal modo intrecciati che il tutto si presenta come una tela unica di rara bellezza ed ispirazione, dove รจ difficile distinguere ciรฒ che รจ dellโuno e ciรฒ che รจ dellโaltro, ma dove tutto รจ Parola di Dio per noi.
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Questi cinque capitoli presentano la conversazione che Gesรน ebbe con i suoi amici, la sera del suo arresto e morte. Fu una conversazione amica, che rimase nella memoria del Discepolo Amato. Gesรน sembra che volle prolungare al massimo questo ultimo incontro, questo momento di molta intimitร . Lo stesso avviene oggi. Cโรจ conversazione e conversazione. Cโรจ la conversazione superficiale che usa parole e parole e rivela il vuoto delle persone. E cโรจ la conversione che va in fondo al cuore e rimane nella memoria. Tutti noi, ogni tanto, abbiamo questi momenti di convivialitร amichevole, che dilatano il cuore e costituiscono una forza nei momenti di difficoltร . Aiutano ad avere fiducia ed a vincere la paura.
I cinque versi del Vangelo di oggi tirano due conclusioni dalla lavanda dei piedi (Gv 13,1-15). Parlano (a) del servizio quale caratteristica principale dei seguaci di Gesรน, e (b) dellโidentitร di Gesรน, rivelazione del Padre.
Giovanni 13,16-17: Il servo non รจ piรน grande del suo padrone. Gesรน ha appena terminato di lavare i piedi dei discepoli. Pietro si impaurisce e non vuole che Gesรน gli lavi i piedi. โSe non ti laverรฒ, non avrai parte con meโ (Gv 13,8). E basta lavare i piedi; non cโรจ bisogno del resto (Gv 13,10). Il valore simbolico del gesto della lavanda dei piedi consiste nellโaccettare Gesรน quale messia Servo che si dona per gli altri, e rifiutare un messia re glorioso. Questo dono di sรฉ, servo di tutti รจ la chiave per capire il gesto della lavanda. Capire questo รจ la radice della felicitร di una persona: โSapendo queste cose, sarete beati se le metterete in pratica”. Ma cโerano delle persone, anche tra i discepoli, che non accettavano Gesรน, Messia Servo. Non volevano essere servi degli altri. Probabilmente, volevano un messia glorioso Re e Giudice, secondo lโideologia ufficiale. Gesรน dice: “Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma si deve adempiere la Scrittura: Colui che mangia il pane con me, ha levato contro di me il suo calcagno!โ Giovanni si riferisce a Giuda, il cui tradimento sarร annunciato subito dopo (Gv 13,21-30).
Giovanni 13,18-20: Ve lo dico fin dโora, perchรฉ crediate che IO SONO. Fu in occasione della liberazione dallโEgitto, ai piedi del Monte Sinai che Dio rivelรฒ il suo nome a Mosรจ: โIo sarรฒ con te!โ (Es 3,12), โIo sono colui che sonoโ (Es 3,14), โ’Sono’ o ‘Io sono’ mi mandรฒ fino a te!โ (Es 3,14). Il nome Yahvรฉ (Es 3,15) esprime la certezza assoluta della presenza liberatrice di Dio accanto al suo popolo. In molti modi e in molte occasioni questa stessa espressione Io Sono รจ usata da Gesรน (Gv 8,24; 8,28; 8,58; Gv 6,20; 18,5.8; Mc 14,62; Lc 22,70). Gesรน รจ la presenza del volto liberatore di Dio in mezzo a noi.
Per un confronto personale
Il servo non รจ piรน grande del suo signore. Come faccio della mia vita un servizio permanente agli altri?
Gesรน seppe convivere con le persone che non lo accettavano. Ed io?
Preghiera finale
Canterรฒ senza fine le grazie del Signore,
con la mia bocca annunzierรฒ la tua fedeltร nei secoli,
perchรฉ hai detto:
โLa mia grazia rimane per sempreโ;
la tua fedeltร รจ fondata nei cieli. (Sal 88)
