IL LEBBROSO E I LEBBROSI
Domenica scorsa la parola di Dio ci ha invitati a riflettere, nella luce della fede, sulla malattia e sui malati. Il tema ritorna oggi, in riferimento a una malattia diffusa ai tempi di Gesรน (e ancora oggi in molti paesi), la lebbra, e a un lebbroso che il Signore guarisce.
โSe vuoi… lo voglioโ
Come la gente guardasse al lebbroso si puรฒ vedere dalla 1ยช lettura. Naturalmente, lโordine dato dal Signore a Mosรจ e ad Aronne non va visto con lโocchio del medico di oggi. Il timore della lebbra, malattia ritenuta allora non solo contagiosa ma inguaribile, induceva a isolare il lebbroso con misure che suonano disumane, obbligandolo a portare โvesti strappate e il capo scopertoโ, ad abitare โfuori dellโaccampamentoโ, a gridare, quando sโavvicinava gente, โImmondo! Immondo!โ. Possiamo dunque immaginare in quale stato dโanimo il nostro lebbroso โvenne a Gesรนโ. Ma non cโรจ, nei suoi gesti e nelle sue parole, espressione di rivolta nรฉ di scoraggiamento per il rifiuto. Piuttosto lo vediamo animato da un sentimento di umiltร e di fiducia: โLo supplicava in ginocchio e gli diceva: โSe vuoi, puoi guarirmiโโ.
ร con questo animo che siamo invitati ad avvicinarci a Gesรน, consapevoli dโessere anche noi affetti da quella lebbra dello spirito che รจ il peccato, chiedendo a lui che, โmosso a compassioneโ, voglia guarirci, cioรจ darci il perdono e la grazia della sincera conversione.
I lebbrosi
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โMosso a compassioneโ. Se queste parole cโispirano fiducia nel ricorrere al Medico divino per ottenere la guarigione, debbono nello stesso tempo suonare come ammonimento ad avere compassione dei tanti che anche oggi sono affetti da questo male e hanno estremo bisogno di aiuto. Rara nei nostri paesi, la lebbra รจ una piaga che affligge dolorosamente i paesi poveri, in proporzioni che non possono non destare allarme, provocare il rimorso e impegnare allโazione chiunque non intenda chiudersi nel guscio del proprio egoismo.
osi che ho potuto avvicinare nel Kenya e nel Brasile mi richiamavano le moltitudini di malati che affollano i lebbrosari di altri paesi: 20 milioni secondo recenti informazioni giornalistiche. Molti preferiscono ignorare questa, come tante altre piaghe sociali. Il cappellano di un lebbrosario del Brasile, un religioso olandese di 75 anni che condivide da decenni la vita dei suoi โparrocchianiโ, denunciava con dolore lโindifferenza di molti parenti che li hanno completamente abbandonati.
Dโaltra parte non sono pochi โ รจ confortante costatarlo โ coloro che come Gesรน sentono compassione dei lebbrosi e traducono questo sentimento in unโazione pronta, generosa, spesso eroica per aiutarli a guarire e per alleviare le loro sofferenze fisiche e spirituali. Sacerdoti, religiose, laici hanno chiesto come un privilegio di poterli servire con dedizione di fratelli. Moltissimi altri, in tutti i paesi, si fanno un dovere di provvedere i mezzi economici necessari per lโassistenza e la cura dei lebbrosi.
Con queste offerte รจ possibile dare un aiuto a diversi lebbrosari di varie nazioni dellโAfrica, dellโAsia e dellโAmerica Latina. Soprattutto, queste somme sono una dimostrazione di amicizia, come ha ben capito chi scriveva da un lebbrosario: โSiamo felici di sapere che abbiamo degli amici. La vostra amicizia รจ il piรน bel dono che potete darci: anche noi vogliamo dividere con voi il pane dellโamiciziaโ. Ho fiducia che questa prova non sarร meno convincente anche in futuro.
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Ma sono solo questi i lebbrosi di cui ci dobbiamo preoccupare? Se il lebbroso รจ un impuro, perciรฒ un escluso, che deve abitare โfuori dellโaccampamentoโ, lontano dal consorzio degli uomini, sarร giusto vedere dei lebbrosi dโoggi in tanti fratelli che, in vari modi e per varie ragioni, sono isolati, dimenticati, emarginati, tenuti lontano da quelli che stanno bene e preferiscono non essere disturbati dalla vista della miseria e della sofferenza. Il dovere fondamentalmente umano di considerare e trattare ogni uomo come fratello sโimpone con forza nuova al cristiano, impegnato ad amare il prossimo come se stesso, anzi come ci ha amato Gesรน. Di qui lโammonimento del Concilio: โDovunque cโรจ chi manca di cibo e bevanda, di vestito, di casa, di medicine, di lavoro, di istruzione, dei mezzi necessari per condurre una vita veramente umana, chi รจ afflitto da tribolazioni e da malferma salute, chi soffre lโesilio o il carcere, ivi la caritร cristiana deve cercarli e trovarli, consolarli con premurosa cura e sollevarli porgendo aiutoโ (Apostolicam actuositatem, 8).
Ma lโimpegno del cristiano non puรฒ fermarsi qui, ma deve mirare, soggiunge il Concilio, a eliminare โnon solo gli effetti, ma anche le cause dei mali; lโaiuto sia regolato in modo tale che coloro i quali lo ricevono vengano, a poco a poco, liberati dalla dipendenza altrui e divengano autosufficientiโ.
Per questo il cristiano deve tenere gli occhi aperti sulla realtร sociale, individuarne le carenze di comportamento e di strutture, lavorare e lottare con tutti gli uomini di buona volontร per renderla piรน umana.
Il campo di lavoro รจ immenso; lo spirito รจ quello di Gesรน, che si muove a compassione di chi soffre; รจ quello di Paolo, che si sforza di piacere a tutti in tutto, senza cercare lโutile suo, โma quello di molti, perchรฉ giungano alla salvezzaโ. Non solo alla guarigione del corpo, non solo alla liberazione dallโoppressione e dallโingiustizia, ma alla salvezza totale, in questa vita e nellโaltra. Per questo Gesรน ha operato pregato sofferto, per questo รจ morto sulla croce.
Paolo conchiude con unโesortazione che racchiude tutto un programma di vita: โFatevi miei imitatori, come io lo sono di Cristoโ. S. Giovanni Crisostomo rileva opportunamente come lโapostolo prenda lo spunto dallโargomento particolare (se sia lecito mangiare le carni immolate agli idoli), dโimportanza limitata, di cui sta trattando, per proporre una norma di condotta universale e bellissima: dare in tutto gloria a Dio. E commenta: โQuesta รจ la regola del cristiano veramente perfetto, รจ la sua precisa definizione, รจ la vetta piรน alta a cui dobbiamo tendere… E ciรฒ che piรน di tutto ci fa diventare imitatori di Cristo รจ prenderci cura del prossimoโ.
โTutto per la gloria di Dioโ
Perchรฉ, ci ricorda il nostro s. Massimo, โcolui che vuol essere fedele cristiano sempre, deve rendere lode al Padre e Signore suo e tutto fare per la sua gloriaโ; e citando le parole di Paolo che abbiamo ascoltato, esorta a compiere โtutte le nostre azioni in compagnia e alla presenza di Cristoโ, e soprattutto a pregare assiduamente al mattino e alla sera. Perchรฉ pregare รจ certamente chiedere qualcosa al Signore, come ha fatto il lebbroso; ma รจ anche, lo ricorda pure s. Massimo, rendere grazie a lui, รจ riconoscerlo potente e buono, รจ dimostrargli amore filiale.
ย Fonte
Tratto da โOmelie per un anno 1 e 2 โ Anno Aโ โ a cura di M. Gobbin – LDC
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della VI Domenica del Tempo Ordinario – Anno B
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- Colore liturgico: Verde
- Lv 13,1-2.45-46;
- Sal.31;
- 1 Cor 10,31 – 11,1;
- Mc 1, 40-45.
Mc 1, 40-45
Dal Vangelo secondo Marco
40Venne da lui un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: ยซSe vuoi, puoi purificarmi!ยป. 41Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccรฒ e gli disse: ยซLo voglio, sii purificato!ยป. 42E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. 43E, ammonendolo severamente, lo cacciรฒ via subito 44e gli disse: ยซGuarda di non dire niente a nessuno; vaโ, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosรฉ ha prescritto, come testimonianza per loroยป. 45Ma quello si allontanรฒ e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesรน non poteva piรน entrare pubblicamente in una cittร , ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 11- 17 Febbraio 2018 2018
- Tempo Ordinario VI
- Colore Verde
- Lezionario: Ciclo B
- Anno: II
- Salterio: sett. 2
Fonte: LaSacraBibbia.net
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