Commento al Vangelo del 19 novembre 2017 – p. Roberto Mela scj

- Pubblicitร  -

Lโ€™elogio della โ€œdonna forteโ€

Il libro dei Proverbi appartiene al blocco letterario dei โ€œlibriโ€ sapienzialiโ€, che intendono insegnare lโ€™arte del ben vivere fra gli uomini, a dirigere bene la societร , facendo tesoro dellโ€™esperienza umana ma sempre collegando gli eventi umani a una riflessione ispirata dal โ€œtimoreโ€ di YHWH, cioรจ dal rispetto ossequioso del discepolo credente verso lโ€™immensamente Altro e Alto, costituito dal Dio di Israele. La sapienza del ben vivere partecipa, infatti, della qualitร  divina della sapienza che รจ stata intrisa nel creato, che ne partecipa con la sua mirabile struttura, pur presentando realtร  drammatiche e insolubili allโ€™uomo.

Secondo S. Pinto, dopo i 1,1-7, i sette versetti del Prologo che danno il titolo allโ€™intera opera, seguono sette collezioni di detti, risalenti a varie epoche e autori, introdotti da espressioni che forniscono loro il tema principale: 1,8โ€“9,18 (Istruzioni della Sapienza); 10,1โ€“22,16 Proverbi di Salomone); 22,17โ€“24,22 (Le parole dei sapienti); 24,23-34 (Anche queste sono parole per i saggi); 25,1โ€“29,27 (Anche questi sono proverbi di Salomone, raccolti dagli scribi di แธคizqiyya, re di Giuda); 30,1-33 (Massime di Agur, figlio di Yaqeh, da Massa); 31,1-31 Massime di Lemuel, re di Massa).

Il poema alfabetico o acrostico (31,10-31, in cui ogni versetto รจ preceduto dallโ€™indicazione di una delle 22 lettere dellโ€™alfabeto ebraico) dal quale รจ tratta la lettura liturgica รจ un โ€œinnoโ€ che loda le gesta di una donna ideale, simile agli inni che lodano i trionfi militari (cf. Gdc 5).

Unโ€™articolazione utile del testo (suggerita da M. Milani) potrebbe essere questa: vv. 10-11, titolo e introduzione generale (si abbozza la figura della donna e la fiducia del marito); vv. 12-18, prima descrizione della donna (lโ€™operativitร  รจ principalmente legata al commercio e secondariamente al lavoro domestico); vv. 19-20, prima conclusione (chiasmo; le palme delle mani sono al centro del ritratto); vv. 21-27, seconda descrizione (si riprende il simbolismo del fare, si richiama il commercio, si sottolinea maggiormente il tema della casa, si anticipa il rimando alle โ€œporte della cittร โ€); vv. 28-29, seconda conclusione (invito allโ€™elogio riservato alla famiglia); vv. 30-31, conclusione generale (lโ€™esortazione alla lode รจ rivolta a tutti: โ€œle porte della cittร โ€).

รˆ chiaro che non possiamo leggere questo brano sapienziale astraendo dalla cultura del tempo biblico in cui รจ stato composto, cultura sapienziale assunta totalmente da YHWH che โ€œispiraโ€ lโ€™autore rispettando la sua vera autorialitร , con i pregi e le lacune antropologiche, sociali, culturali, religiose con le quale egli recepisce ciรฒ che YHWH intende dire.

- Pubblicitร  -

Non si puรฒ fare un โ€œcopia e incollaโ€ di tutto ciรฒ che viene lodato nellโ€™inno della โ€œdonna forte/di valoreโ€, nel tentativo assurdo di riprodurre oggi i lineamenti socio-culturali-economici di un tempo assolutamente diverso da quello del terzo millennio, caratterizzato in modo tutto particolare dal mutamento (non sempre totalmente positivo!) nella concezione della donna, della sua dignitร  e del suo ruolo nella famiglia, nella societร , nellโ€™ambito lavorativo ed ecclesiale.

Questo non toglie nulla al fatto che molti popoli si potranno sentire descritti alla lettera nei particolari del testo. Si immagini il mondo africano, dove gran parte della struttura dellโ€™economia domestica grava sulle spalle delle donne.

Gli affari vanno bene

Lโ€™inno alla โ€œdonna forteโ€ che conclude il libro dei Proverbi loda senzโ€™altro la figura positiva di una donna impegnata attivamente nellโ€™economia domestica, producendo reddito familiare, ma tenendosi aperta con una certa libertร  di movimento al commercio con altre realtร  produttive, vicine e lontane.

Il maestro saggio dei Proverbi non puรฒ che lodare il matrimonio monogamico vissuto nella fedeltร  per lโ€™uomo: รจ un vantaggio reale, e viene raccomandato fin dalle prima pagine del libro (cc. 2; 5; 6). Il commercio della donna forte va bene, ma il primo ambito di impegno รจ quello della famiglia. Ella si alza presto, prepara cibo ricercato (alcuni elementi dei quali fa venire da lontano), dร  ordini ai servi ma lavora anche di persona. La sua capacitร  di sapiente economia domestica รจ unita a doti di imprenditorialitร  che lei mette a frutto con una certa libertร . Mostra forza โ€œvirileโ€ nel comprare un campo, business normalmente riservato agli uomini, e lo lavora di persona.

Attenzione al povero

Al centro del suo cuore (e centro dellโ€™inno) cโ€™รจ lo slancio/getto (vb. ลกฤlaแธฅ v. 19a) e lโ€™apertura delle mani verso il lavoro manuale tipicamente femminile della conocchia, senza dimenticare mai la solidarietร  sociale dello โ€œslancio/gettoโ€ (vb. ลกฤlaแธฅ v. 20b) delle sue mani verso โ€œil poveroโ€. Questo non รจ mai assente dal suo universo mentale, che altrimenti ne farebbe una semplice donna piccolo-borghese, rinchiusa nel suo piccolo mondo antico. Laboriositร  personale e solidarietร  sociale verso le fasce piรน deboli e prive di ammortizzatori sociali ne fanno una donna non assente dallโ€™universo umano piรน ampio del benessere e dellโ€™interesse puramente individuale e familiare. รˆ questo probabilmente il centro letterario dellโ€™inno.

Occupata, non pre-occupata

Nei vv. 21ss si prosegue notando che forza e dignitร  sono il vestito della โ€œdonna forteโ€. Gli abiti che confeziona per sรฉ e per i suoi familiari le danno serenitร  per il futuro e rendono nobile la sua stessa persona con la loro preziosa sobrietร . La sua casa รจ un piccolo laboratorio di sartoria e pelletteria e fornisce prodotti finiti ai grandi magazzini ed empori nazionali e internazionali. Il surplus viene reinvestito nel โ€œlaboratorioโ€ domestico, con sapiente strategia di economia โ€œaziendaleโ€.

Nonostante il carico di lavoro โ€“ la prima ad alzarsi e lโ€™ultima a coricarsi e talvolta bisogna finire un lavoro urgente e la notte si fa in bianco โ€“, il suo animo รจ unificato, sereno e pacificato, non stressato e โ€œstrappatoโ€ in mille direzioni. Si tiene โ€œoccupataโ€ non โ€œpreoccupataโ€.

Suo marito รจ lodato alle porte della cittร , dove si riunisce lโ€™assemblea degli uomini importanti e degli anziani, che, accanto al vocรฌo e al cicaleccio del mercato, giudicano le vertenze giudiziarie minori, โ€œgiudici di paceโ€ ante litteram. I suoi figli e le sue figlie la lodano apertamente, perchรฉ lei รจ sapiente nel fare e nel parlare.

Donna โ€œsapienteโ€

รˆ un modello della sapienza umana e biblica. Lei avverte infatti โ€“ e qui spunta lโ€™apporto tipicamente religioso della scienza biblica โ€“ che la bellezza e lโ€™operositร  umana creatrice di benessere sono dei valori, ma โ€œvaporosiโ€, un โ€œsoffioโ€, realtร  caduche e transitorie, sfuggenti. Non sono โ€œvanitร โ€, moralmente vacue e condannabili, ma certamente un โ€œsoffioโ€ (hebel) su cui tanto ha rifletto il saggio Qoรจlet.

Lโ€™inno volge al termine e scopre le carte, quelle importanti. Il v. 30b รจ difficile a livello testuale e il testo ebraico puรฒ essere tradotto: โ€œla donna che teme YHWH (con mutazione di vocali; lett. โ€œil timore di YHWH) รจ da lodareโ€. Il testo greco della LXX rende: ยซUna donna saggia sarร  lodata/il timore del Signore, ecco quello di cui bisogna vantarsiยป (tr. L. Mazzinghi).

รˆ evidente che la donna dalle mille doti ritratta in Pr 31 supera di gran lunga le stesse grandi figure femminili che costituiscono le colonne portanti della storia di Israele: Sara, Miriam, Rama, Ester, Giuditta ecc. La sua figura ha molti tratti simbolici. Il suo elogio, posto a conclusione del libro, fa da pendant positivo allโ€™immagine della donna โ€œstranieraโ€ descritta in Pr 1โ€“9 con molti tratti negativi.

La donna di Pr 31 รจ ยซfigura del sapiente che ha messo in pratica gli insegnamenti della sapienza contenuti nel libro. รˆ probabilmente per questa ragione che il poema รจ stato posto volutamente a conclusione del libro stessoยป (L. Mazzinghi). Non un elogio alla piccola borghesia quindi, ma allโ€™operositร  responsabile e aperta ai poveri e fondata sulla fede in YHWH, sullโ€™ascolto della sua parola messa a confronto con la realtร  concreta, tipica del โ€œsapienteโ€ della Bibbia.

ยซรˆ stato un gran lavoratoreยป, si dice spesso al funerale di tante persone. Il libro dei Proverbi ci ricorda altre due realtร  fondamentali: apri la mano ai poveri e fonda โ€œil โ€œsoffioโ€ della tua vita sulla salda roccia della fede nel Dio della vita.

Parabole

Andando incontro al termine dellโ€™anno liturgico, la Chiesa offre ai fedeli come cibo di vita le parole decisive, ultime, โ€œescatologicheโ€ di Gesรน. Esse riguardano le realtร  essenziali del traguardo della vita di fede e ricordano le qualitร  da mettere in campo per vivere fin dโ€™ora e rimanere nella vita buona del Vangelo, facendolo โ€œfruttificareโ€ nella fioritura della propria esistenza.

Gesรน si serve delle parabole, โ€œacculturateโ€ al suo tempo. Nei loro elementi fondamentali devono essere realistiche, โ€œcredibiliโ€, rapportate al contesto e alle logiche di vita ben conosciuti dagli interlocutori.

A Gesรน e allโ€™evangelista non preme che il lettore vi si rapporti come a delle allegorie, con i loro elementi da decodificare con precisione per poi riferirli con esattezza al referente ultimo, esterno al racconto. Le parabole sono storie fittizie con una loro logica precisa, che induce โ€œnecessariamenteโ€ a una conclusione inevitabile da trarre e da esprimere personalmente, per poi applicarla alla vita che muta in continuazione.

La risposta personale porterร  a mettere in atto dinamiche di vita inattese, nuove, non messe in freezer una volta per tutte dalla meticolosa decriptazione allegorica.

Consegnรฒ i suoi beni

Un โ€œuomo/anthrลposโ€ โ€“ con tutta probabilitร  ricco possidente โ€“ โ€œaffida/paredลkenโ€ (Mt 25,14.20), โ€œdona/edลkenโ€ (v. 15) i โ€œbeni/hyparchontaโ€ di sua proprietร , ai suoi โ€œservi/schiavi/doulousโ€. Nella societร  greco-romana queste figure potevano talvolta anche salire la scala sociale fino a diventare potenti liberti, spesso amministratori con ampie responsabilitร  e libertร  di manovra. Lโ€™uomo deve โ€œpartire per un paese lontano/apodฤ“mลnโ€; probabilmente รจ un grosso commerciante, un imprenditore a livello internazionale. รˆ possibile che la sua assenza si prolunghi per โ€œmolto tempo/polyn chrononโ€, senza pensare che i pericoli dei viaggi per mare e per terra potevano anche essere mortali per coloro che li intraprendevano.

Dando i numeri

Lโ€™โ€œuomoโ€ โ€“ chiamato in seguito โ€œkyrios/signore/padroneโ€ (vv. 18.19.21[bis].22.23[bis].24.26) โ€“ consegna con la massima fiducia il suo denaro ai suoi servi. Un talento corrispondeva a circa 26 o 34 chilogrammi dโ€™argento e corrispondeva a 6.000 denari (la paga giornaliera di un operaio era dio un denaro). Al primo servo il padrone affida cinque talenti (la retribuzione di 82 anni lavorativi di 365 giorni), al secondo due (la paga di 32,8 anni lavorativi), al terzo il corrispettivo di 16,4 anni lavorativi. Ipotizzando โ‚ฌ 30.000 per la retribuzione annua odierna di un impiegato, si arriva rispettivamente a โ‚ฌ 2.460.000,00 per il primo servo, a โ‚ฌ 984.000 per il secondo ed โ‚ฌ 492.000 per il terzo. Ipotizzando invece una retribuzione annua odierna di โ‚ฌ 50.000,00, si arriva a โ‚ฌ 3.280.000,00 per il primo servo, โ‚ฌ 1.312.000,00 per il secondo ed โ‚ฌ 656.000 per il terzo. Sono cifre di tutto rispetto, pur nel loro alto grado di ipoteticitร .

I primi due โ€œlavorano/ฤ“rgazetoโ€ il denaro affidato loro, guadagnando ciascuno il 100%, il doppio della somma di partenza.

Il terzo servo nasconde in una buca il denaro del suo signore. Modalitร  accettata a quei tempi come strategia legittima di custodia di un bene altrui, essa perรฒ non poteva recuperare lโ€™eventuale perdita di valore dovuta allโ€™inflazione che poteva intervenire nel frattempo.

Entra nella gioia

ยซDopo molto tempoยป arriva il momento del rendiconto chiesto dal โ€œpadrone dei servi/kyrios tลn doulลnโ€, da colui che aveva pieno potere di disporre delle loro vite e dei loro beni.

I primi due servi dichiarano rispettosamente al loro padrone il โ€œguadagno ottenuto/kerdainลโ€, ricevono entrambi la lode di โ€œservo buono/agathos e affidabile/fedele/pistosโ€ e la promessa di un avanzamento di carriera davvero importante. Sopra di tutto, perรฒ, sono invitati a entrare nella stanza padronale costituita dalla โ€œgioiaโ€ del loro padrone. Il padrone aveva affidato loro i suoi beni, andando loro incontro con massima fiducia; ora li invita a entrare nel suo intimo, nella gioia sua che โ€œconterrร โ€ anche le loro vite future.

Il terzo servo riconosce la signoria del padrone โ€“ che รจ anche un โ€œuomoโ€ โ€“, ma rinfaccia a lui di essere un uomo โ€œduro/esigente/sklฤ“rosโ€ che richiede dei guadagni non fruttati direttamente dal suo lavoro. Ammette di aver agito โ€œper paura/phobฤ“theisโ€ โ€“ e non orgoglioso della fiducia ricevuta โ€“ e ricorda la sua tattica prudente di custodia del bene affidatogli, legittima, ma โ€œimproduttivaโ€.

Egli riceve lโ€™aspro rimprovero di essere un servo โ€œmalvagio/ponฤ“rosโ€ e โ€œtimido/riluttante/pauroso/esitante/che si tira indietro/pigro/oknnฤ“rosโ€. Ha solo riportato la somma di partenza, diminuita dallโ€™inflazione e senza gli interessi che un deposito in banca โ€“ altra strategia economica prudente di investimento โ€“, che almeno avrebbe recuperato lโ€™inflazione e fruttato degli interessi, pur non richiedendo alcun โ€œimpegnoโ€ personale del depositante. Privato del suo talento, il terzo servo viene licenziato in tronco e gettato nel luogo della perdizione definitiva/escatologica (buio e stridore di denti).

A chi ha sarร  dato

Gli ultimi versetti del racconto contengono gli elementi parabolici โ€œparadossaliโ€ che si distanziano dalla realtร  ben presente agli ascoltatori e che fanno loro intuire che si sta parlando dโ€™altro, della logica tipica del Regno dei cieli.

A Gesรน non interessa certamente il lavoro ossessivo o gli investimenti a rischio e di alto rendimento, in vista di un guadagno rapido (lโ€™usura non รจ del tutto esclusa neanche dallโ€™operato dei primi due serviโ€ฆ).

Il talento โ€œricevuto/presoโ€ dal terzo servo viene donato a chi possiede giร  dieci talenti, frutto del suo โ€œlavoroโ€. E questo tratto paradossale viene spiegato da Gesรน. Chi impegna la propria vita lavorando, mettendo a frutto i doni ricevuti, mettendoci la faccia, senza vivere sulla difensiva, arricchisce se stesso. A chi possiede, perchรฉ ha trafficato, si รจ messo in gioco, sarร  donato da Dio in sovrabbondanza di vita buona e soddisfacente, che riempie il cuore.

We trust in God, ma non nel biglietto su cui cโ€™รจ scrittoโ€ฆ Non si tratta di soldi, ma di vita, di vita divina, di gioia del Padre del Signore/Kyrios Gesรน risorto dai morti e tornato โ€œdopo lungo tempoโ€ a visitare il suo popolo a cui ha dato piena fiducia. Gesรน non propone alcun criptocalvinismo e neppure considera la ricchezza ipso facto segno della benedizione divina, come in molti testi dellโ€™Antico Testamento.

Gesรน cerca la pienezza della gioia della nostra vita, ben impiegata e soddisfacente perchรฉ donata a se stessi e agli altri nellโ€™impegno quotidiano, nella sfida agli eventi che si presentano, nel lavorio incessante contro il โ€œtirarsi indietroโ€ e il vivere โ€œandando al minimoโ€, col freno a mano tirato.

รˆ evidente che non occorre drogarsi per โ€œandare al massimoโ€ e cosรฌ โ€œvivere una vita spericolataโ€.

La vita fiorisce dal di dentro, dono affidato con fiducia da chi ci vuole bene.

La vita fiorisce donandola, โ€œlavorandolaโ€.

Cerchio la gioia? โ€œEntra nella gioia del tuo Signoreโ€, che รจ morto e risorto per te, perchรฉ tu abbia la vita e lโ€™abbia in abbondanza (cf. Gv 10,10).

Commento a cura di padre Roberto Mela scj – Fonte del commento: Settimana News

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 19 novembre 2017 anche qui.

XXXIII Domenica del Tempo Ordinario – Anno A

Mt 25, 14-30
Dal Vangelo secondoย  Matteo

14Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentรฌ compassione per loro e guarรฌ i loro malati. 15Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: ยซIl luogo รจ deserto ed รจ ormai tardi; congeda la folla perchรฉ vada nei villaggi a comprarsi da mangiareยป. 16Ma Gesรน disse loro: ยซNon occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiareยป. 17Gli risposero: ยซQui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!ยป. 18Ed egli disse: ยซPortatemeli quiยป. 19E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sullโ€™erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzรฒ gli occhi al cielo, recitรฒ la benedizione, spezzรฒ i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla. 20Tutti mangiarono a sazietร , e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. 21Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini. 22Subito dopo costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sullโ€™altra riva, finchรฉ non avesse congedato la folla. 23Congedata la folla, salรฌ sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassรน, da solo. 24La barca intanto distava giร  molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. 25Sul finire della notte egli andรฒ verso di loro camminando sul mare. 26Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: ยซรˆ un fantasma!ยป e gridarono dalla paura. 27Ma subito Gesรน parlรฒ loro dicendo: ยซCoraggio, sono io, non abbiate paura!ยป. 28Pietro allora gli rispose: ยซSignore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acqueยป. 29Ed egli disse: ยซVieni!ยป. Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andรฒ verso Gesรน. 30Ma, vedendo che il vento era forte, sโ€™impaurรฌ e, cominciando ad affondare, gridรฒ: ยซSignore, salvami!ยป.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 19 – 25 Novembre 2017
  • Tempo Ordinario XXXIII
  • Colore Verde
  • Lezionario: Ciclo A
  • Salterio: sett. 1

Fonte: LaSacraBibbia.net

LEGGI ALTRI COMMENTI AL VANGELO

Altri Articoli
Related

Paolo Curtaz – Commento al Vangelo di giovedรฌ 25 (Notte di Natale) Dicembre 2025

Benvenuto, Dio I pastori sono storditi dal freddo e confusi...

don Vincenzo Marinelli – Commento al Vangelo del 22 dicembre 2025

"L'anima mia magnifica il Signore" Quando l'anima si innalza spontaneamente...

don Andrea Vena – Commento al Vangelo di giovedรฌ 25 Dicembre 2025

Carissimi amici,il cammino liturgico dellโ€™Avvento ci porta alla grotta...

Sr. Palmarita Guida – Commento al Vangelo del 22 Dicembre 2025

Maria ha giร  detto sรฌ.Non chiede prove per credere.Eppure Dio,...