Chi dei due ha compiuto la volontร del padre?
La pericope odierna fa parte di una trilogia di parabole, dette โdi rotturaโ, pronunciate da Gesรน dopo il trionfale ingresso in Gerusalemme e nelle quali si ha il confronto-scontro decisivo tra il Nazareno e i capi giudaici.
Le tre parabole fanno immediatamente seguito allโepisodio in cui Gesรน, che si trova nel tempio di Gerusalemme ad insegnare, viene avvicinato dai sommi sacerdoti e dagli anziani del popolo, che vogliono sapere da lui con quale autoritร egli esercita il suo ufficio di maestro; e il Figlio di Dio, visto che essi non osano prendere posizione su Giovanni Battista, suo precursore, non dร loro alcuna risposta e, a sua volta, propone il primo racconto parabolico.
Ora, la parabola consiste in unโinteressante forma di strategia comunicativa, spesso utilizzata da Gesรน, che la mette in atto quando si trova di fronte ad interlocutori troppo condizionati dai loro pregiudizi o troppo sicuri di sรจ per accettare di mettersi in discussione.
Essa si compone di due momenti. Il primo consiste in un racconto fittizio, ma molto verosimile, tratto dallโesperienza quotidiana e condotto secondo una logica stringente che coinvolge lโascoltatore, portandolo ad esprimere un giudizio equilibrato e oggettivo.
Nella seconda fase il narratore trasferisce il racconto fittizio alla realtร dellโinterlocutore in forza di unโanalogia di struttura che il soggetto interessato non puรฒ piรน negare, prendendo atto cosรฌ che il precedente giudizio da lui formulato si applica magari proprio alla sua persona!
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Estremamente eloquenti a questo proposito sono nellโAntico Testamento lโepisodio di Davide e Natan (2 Samuele 12) e nel vangelo quello di Gesรน e Simone il fariseo narrato da Luca al cap.7 (vv.36-47). Ma anche nel brano di questa liturgia festiva possiamo constatare lโefficacia del metodo parabolico.
Il racconto รจ molto stringato, essenziale: un uomo, proprietario di una vigna, ha due figli, che si comportano in modo opposto; il primo obbedisce a parole, ma poi non fa nulla; il secondo dapprima risponde negativamente al comando del padre di andare a lavorare nella vigna, โma poi, pentitosi, ci andรฒโ (v.30). Il Nazareno chiede ai suoi interlocutori chi dei due ha veramente compiuto la volontร del padre e la risposta, logica e conseguente, รจ che solo il secondo figlio lo ha fatto.
A questo punto Gesรน attua la successiva fase della sua strategia. Si rivolge direttamente a sacerdoti ed anziani facendo chiaramente capire loro che nel raccontino parabolico il padre rappresenta Dio e i due figli le due categorie di uomini nelle quali รจ divisa la societร secondo il pensiero religioso giudaico: gli โelettiโ, i โchiamatiโ, tutti quelli che avevano risposto positivamente al Dio dellโAlleanza, ma senza impegnarsi in una vera conversione del cuore; e gli indifferenti alla Legge, o addirittura i โpeccatoriโ, che, come il secondo figlio della parabola, erano ufficialmente e formalmente trasgressori della Legge di Dio, ma in realtร avevano ascoltato e creduto alla predicazione di Giovanni Battista prima e di Gesรน dopo, si erano convertiti e avevano cambiato vita, adempiendo cosรฌ di fatto alla volontร di Dio espressa nellโinsegnamento di Gesรน.
Le parole del Messia sono piuttosto dure, anzi scandalose, tanto che solo Matteo ha conservato lโespressione โi pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dioโ (v.31); gli altri evangelisti lโhanno lasciata cadere.
Perchรฉ invece il primo evangelista lโha mantenuta? Perchรฉ esprime in modo lampante una precisa presa di posizione di Gesรน: egli non elogia certo pubblicani e prostitute in quanto tali, e in quanto pubblici peccatori, ma come persone che, di fronte a Cristo, hanno preso coscienza del loro peccato e hanno avuto la forza e il coraggio di convertirsi, cambiare vita e lasciare la vecchia strada peccaminosa. Eโ questo che Gesรน vuole, che ogni suo seguace prenda coscienza del suo status di peccatore; perchรฉ, come ha affermato chiaramente S.Paolo, โnon cโรจ distinzione: tutti hanno peccatoโ (Rom.3,22-23)
Quanto ad anziani e sacerdoti, si sono giร giudicati da sรฉ, dal momento che Gesรน mostra chiaramente che a loro alludeva il primo figlio della parabola, obbediente solo a parole. โVoi โ conclude Gesรน โ pur avendo visto queste cose, ( = pubblicani e prostitute che hanno creduto a Giovanni Battista) non vi siete nemmeno pentiti per credergliโ (v.32); e tanto meno hanno creduto al Nazareno.
Il primo livello della parabola (quello storico del tempo di Gesรน) รจ evidentemente un atto di accusa nei confronti dei capi giudaici che solo a parole, formalmente, hanno aderito alla chiamata di Dio, e soprattutto non hanno riconosciuto la salvezza portata dal Messia.
Quando poi Matteo redige il primo vangelo, siamo giร oltre la metร del Iยฐ secolo e lโinsegnamento della parabola ha come destinatari quei cristiani che si accontentavano di una dichiarazione puramente verbale e teorica della loro fede; questo รจ un punto su cui Matteo insiste molto: โNon chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerร nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontร del Padre mio che รจ nei cieli.โ (Mt.7,21).
Inoltre nel 49 d.Cr. il Concilio di Gerusalemme aveva decretato lโingresso nella comunitร cristiana dei convertiti provenienti dal paganesimo, senza che dovessero necessariamente passare attraverso il giudaismo; e questo aveva provocato la defezione di molti giudei convertiti, mentre i pagani accoglievano in massa il vangelo e dunque โpassavano avanti ai giudei nel regno di Dioโ (cfr. Matteo 21,31).
E oggi, come puรฒ essere letta la parabola? Ovviamente rimane sempre valida la denuncia del formalismo, che tuttavia subdolamente puรฒ tradursi nelle espressioni che capita di udire abbastanza spesso: โMa che male ho fatto? Io sono onesto, lavoro, ho cura della mia famiglia, non rubo, non rapino e non uccidoโฆโ Chi parla cosรฌ ha giร stabilito a priori che cosa รจ importante e che cosa non lo รจ; รจ graniticamente sicuro della sua non colpevolezza; il formalista infatti si sente perfetto, inattaccabile, giusto di fronte a Dio e agli uomini. Non si lascia interrogare e scuotere da nulla e nessuno: nรฉ dalla Parola e dalla voce stessa di Dio (= coscienza), nรฉ dalla Chiesa.
E questa tentazione di autogiustificazione รจ in agguato per tutti, รจ un rischio possibile sia a livello personale che istituzionale. Prendiamone atto allora e chiediamo sempre a Dio di donarci la presa di coscienza del nostro peccato!
Ileana Mortari – Sito Web
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Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 1 ottobre 2017 anche qui.
XXVI Domenica del Tempo Ordinario – Anno A
- Colore liturgico: Verde
- Ez 18, 25-28; Sal.23; Fil 2, 1-11; Mt 21, 28-32
Mt 21, 28-32
Dal Vangelo secondoย Matteo
In quel tempo, Gesรน disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: ยซChe ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentรฌ e vi andรฒ. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sรฌ, signore”. Ma non vi andรฒ. Chi dei due ha compiuto la volontร del padre?ยป. Risposero: ยซIl primoยป.
E Gesรน disse loro: ยซIn veritร io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti cosรฌ da credergliยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 01 – 07 Ottobre 2017
- Tempo Ordinario XXVI
- Colore Verde
- Lezionario: Ciclo A
- Salterio: sett. 2
Fonte: LaSacraBibbia.net
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