Il commento alle letture di domenica 18 giugno 2017 a cura di don Enzo Pacini cappellano del carcere ยซLa Dogaiaยป di Prato.
La ยซnuditร ยป dellโEucarestia

La solennitร del Corpoย e Sangue del Signore ci ripropone temi giร incontrati nella settimana santa e nel tempo pasquale: il pane spezzato dellโultima cena (cf Mc 14, 22-25), quello condiviso con i discepoli di Emmaus (cf. Lc 24,30),ย secondo qualche commentatore anche il pane offerto sulla riva del lago dopo la pesca (cf. Gv 21,9), sottolineano la presenza di Cristo veicolata da questo elemento. Potremmo obiettare che in questi casi la presenza di Cristo era, per cosรฌ dire, duplice, il pane veniva spezzato da lui stesso presente visibilmente, mentre invece il pane eucaristico delle nostre celebrazioni รจ caratterizzato dal nascondimento: come canta lโinno ยซAdoro te devoteยป, sulla croce si era eclissata la divinitร di Gesรน, ma nellโeucarestia รจ nascosta pure la sua umanitร .
Ma anche nei momenti ricordati lโeucarestia non รจ affatto un di piรน, un segno puramente simbolico sovrastato dallโ umanitร visibile di Cristo o dalla sua condizione di risorto, รจ vero piuttosto il contrario: lโeucarestia rende percepibile il Cristo, apre gli occhi alla sua presenza, o, come nel caso di Giuda (cf. 13,27), ne oscura definitivamente la comprensione. Proprio la ยซnuditร ยป dellโeucarestia ci parla della pienezza di Cristo, la festa di oggi รจ perciรฒ caratterizzata da questa dimensione relazionale, affettiva, una sorta di sfida che ci chiede di metterci in gioco.
Storicamente essa nasce in un contesto devozionale, nel tanto vituperato medioevo, al punto che anche voci autorevoli a volte tendono a mettere in guardia riguardo a celebrazioni dal sapore troppo intimistico, per non dimenticare che lโeucarestia รจ il pane del cammino, non รจ tanto lรฌ per essere adorata ma per essere mangiata, realizzando in se stessi un cammino di crescita e di sequela. Quello del devozionalismo puรฒ essere anche un rischio reale, ma se devozione significa invece coinvolgimento, adesione, desiderio del volto del Signore (cf. Sal 26,8), non possiamo farne a meno.ย
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[ads2]Lโeucarestia, nella sua nuditร , cui accennavo prima, si incarica di mantenere sobrio lโatteggiamento del credente. Non รจ un sacramento che colpisce i nostri sensi, non vi sono effetti speciali, la semplicitร e la sua stessa fragilitร lo identificano. Lโidolo tende a meravigliare,ย a intimorire, la statua dโoro (cf. Dn 3,12) si ricicla in ogni tempo e latitudine. La piccola eucarestia ha solo quei raggi di latta dellโostensorio , assolutamente superflui del resto, ma si presentaย a noi come un frammento che racchiude lโinfinito e contro il quale possiamo solo sbattere la fronte oppure accoglierlo nelle nostre mani e nel silenzio del nostro ciarlare. ร un frammento intorno al quale si puรฒ ricostruire tutto un mondo.
Mi รจ tornata in mente la scena finale del film ยซLa storia infinitaยป, quando il protagonista e la bimba regina rimangono al buio, dopo che il nulla ha travolto tutto il loro mondo,ย con un granello luminoso di sabbia fra le mani e da quello il ragazzo riparteย per ricostruire tutto.ย Credo che lโEucarestia (senza voler mancare di rispetto) abbia questa funzione: รจ un frammento che contiene il tutto, principio da cui ripartire per una vita nuova. Essa non รจ, come nel film, il frutto della nostra fantasia ma ci portaย la fantasia di Dio, il suo pensiero e il suo progetto; la lente attraverso la quale guardare la nostra realtร ; il silenzio che mette in scacco il profluvio di chiacchiere che intossica il mondo, la ยซrissa delle lingueยป (cf. Sal 30,21) dei venditori di veritร a prezzo di saldo.
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Corpus Domini
- Colore liturgico: Bianco
- Dt 8, 2-3. 14-16; Sal. 147; 1 Cor 10, 16-17; Gv 6, 51-58
Gv 6, 51-58
Dal Vangelo secondoย Giovanni
In quel tempo, Gesรน disse alla folla:
ยซIo sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrร in eterno e il pane che io darรฒ รจ la mia carne per la vita del mondoยป.
Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: ยซCome puรฒ costui darci la sua carne da mangiare?ยป.
Gesรน disse loro: ยซIn veritร , in veritร io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterรฒ nell’ultimo giorno. Perchรฉ la mia carne รจ vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, cosรฌ anche colui che mangia me vivrร per me. Questo รจ il pane disceso dal cielo; non รจ come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrร in eternoยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 18 – 24 Giugno 2017
- Tempo Ordinario XI, Colore bianco
- Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 3
Fonte: LaSacraBibbia.net
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