Oggi nel Vangelo di Giovanni si intrecciano due metafore: quella della porta dell’ovile e quella del pastore. Dio รจ il pastore e Gesรน รจ la porta attraverso la quale si entra e si esce.
Gesรน ci chiede di prendere come riferimento della nostra vita la sua, come riferimento dei nostri giudizi e dei nostri pensieri il Vangelo. Questo non significa che tutti debbono diventare cristiani o entrare nella Chiesa per salvarsi, per avere vita piena, ma significa che รจ necessario che ci siano testimoni della veritร del Vangelo, cioรจ che mostrino che le leggi che indica sono leggi di vita: che amare fino a giungere a donare la vita รจ la condizione perchรฉ l’umanitร trovi la pace e realizzi la giustizia, che la violenza non conduce alla realizzazione del Regno di Dio, che la condivisione รจ una legge fondamentale per la crescita delle persone.
Queste leggi fondamentali devono essere mostrate vere soprattutto dove c’รจ l’odio, dove c’รจ la violenza, dove c’รจ l’attaccamento alle cose, lรฌ ci devono essere comunitร che mostrano la veritร del Vangelo. Il Signore ci chiama a compiere questa missione, lรฌ dove viviamo. Siamo disposti a compierla?
ATTI 2, 14-41
La prima lettura รจ tratta dagli Atti degli apostoli, dove la predicazione di Pietro proclama il messaggio centrale del cristiano: Dio ha manifestato a noi il suo volto di misericordia. Le ultime parole del discorso di Pietro proclamano Gesรน come il Signore, indicando cosรฌ che l’unica possibile relazione con lui รจ quella che riconosce il valore sempre attuale e permanente della storia di Gesรน. E’ esattamente quanto intuiscono gli uditori del discorso dell’apostolo, che si sentono trafiggere il cuore dalle sue parole.
Il cuore trafitto, significa che la persona รจ stata colpita fortemente dalla parola ascoltata, e che si sente interpellata nella sua libertร (il cuore), provocata a dare una risposta che proceda dall’intimo della persona. Ciรฒ che ha colpito il cuore non รจ stato certamente l’aspetto formale e retorico del discorso di Pietro, ma l’annuncio nuovo su Dio, su un Dio che si rivela nel Crocifisso. D’altra parte il cuore รจ trafitto anche perchรฉ รจ convinto del proprio peccato; in quella parola in cui si annuncia il Crocifisso viene dichiarata infatti anche la responsabilitร degli uomini in quella morte. Il cuore trafitto รจ esattamente la libertร umana che si riconosce fallimentare, malata, che necessita di guarigione.
La domanda rivolta a Pietro e ai fratelli: “Che cosa dobbiamo fare?”, ha la risposta nella conversione sincera, in cui si riconosce la profonditร del proprio peccato e si intraprende un nuovo esodo verso il Signore della propria vita. Pietro propone l’atto del battesimo come segno che sigilla un cammino di conversione e l’accoglienza della fede. Gesรน รจ l’autoritร sul cui nome la comunitร celebra il rito del battesimo. Non รจ il battesimo di Giovanni, ma รจ il battesimo di Gesรน: รจ lui che ha l’autoritร di rendere vero questo gesto. Indica anche l’appartenenza al Signore. Nel battesimo si attua un nuovo esodo, visto come passaggio di proprietร dalla schiavitรน del mondo ad una vita consegnata nelle mani di Cristo Gesรน, vita in cui si dร il compimento della promessa. Il battesimo sigilla l’accoglienza della fede, che rende possibile vivere in una condizione nuova inaugurata dalla Pasqua di Cristo. E’ un rito che immette nella comunitร dei credenti, nella Chiesa. All’inizio della comunitร erano in tutto 120 persone, ora se ne aggiungono molte altre, come conseguenza dell’adesione alla parola della predicazione, adesione sigillata appunto dal battesimo che ne รจ seguito.
E’ interessante anche come il racconto di Luca su queste nuove adesioni metta il passivo: “e quel giorno furono aggiunte circa tremila persone”, per sottolineare che รจ Dio ad aggiungerle alla comunitร , e non in primo luogo la decisione personale dei singoli convertiti.
GIOVANNI 10, 1-10
Siamo stati creati dal grido di Dio: “Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza”. Conosciamo dunque la voce del Verbo, la cui musica risuona nel silenzio della nostra unicitร , appena accettiamo di essere noi stessi con i nostri limiti e la nostra libertร . Le mille dipendenze dalle quali ci lasciamo sedurre nascono dalla nostra paura di rimanere soli; sono esse i ladri e i briganti che devastano il nostro cuore, che ci fanno perdere la rotta e fuggire la realtร per approdare alla menzogna, all’illusione.
L’essere umano nasce uscendo dal recinto dell’uteroattraverso la porta che apre su una nuova forma di vita, ma egli in quel momento sente solo il proprio grido. Le voci degli altri ancora non instillano senso nรฉ sicurezza. Il fatto di abitare nella famiglia farร sรฌ che l’orecchio si sintonizzerร con il suono delle parole per interiorizzare i valori sui quali strutturare l’esistenza. La scommessa della vita รจ passare da un recinto all’altro attraverso la porta giusta, individuando le voci liberanti per trovare in esse la forza di andare oltre, lasciandosi guidare dalla parola rivelatrice di veritร , quella del vero pastore.
La clausura delle monache รจ quel recinto emblematico, che simboleggia la necessitร di raccogliere le energie, senza sprecarle su pascoli effimeri, per trovare la forza di varcare una nuova soglia verso la pienezza del Regno. Tuttavia, a che cosa serve la vita religiosa, se non apre all’infinito, dove il Risorto aspetta tutti, oltre il tangibile, oltre il tempo e lo spazio? Chi entra in clausura dovrebbe poter diventare un invito per tutti a seguire il Pastore verso l’interioritร , dove risuona la sua voce che chiama tutti per nome, nella perfetta comprensione e stima dell’unicitร di ciascuno, con il peso di ereditร che configura la sua bellezza e la sua debolezza.
Tutti abbiamo bisogno di uno spazio, piccola clausura dell’interioritร , dove ritrovare se stessi e uscire da ogni evento dietro il Pastore che ne apre la dimensione di bene. Ognuno si porta dentro il sogno di un recinto, che lo separi dai sussurri seduttori, ma finchรฉ, come Ulisse, vogliamo goderci il canto delle sirene, restiamo legati al palo dei nostri desideri, rinchiusi nel tempo e nello spazio, non siamo in grado di fidarci della voce del Pastore, che ci apre orizzonti di eternitร e che ci invita a seguirlo nella festa della vita.
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Amici, il Signore Gesรน instaura con ognuno un rapporto personale, ognuno esperimenta cosa significhi essere conosciuti nel profondo: noi conosciamo il timbro della sua voce e solo attraverso di lui entriamo nel mistero d’amore del Padre. Gesรน รจ la porta, il passaggio che conduce al volto di Dio e ne rivela la misericordia senza limiti. Entriamo attraverso di lui alla gioia e alla pace del nostro pellegrinaggio terreno.
A cura di Carla Sprinzeles | via Qumran
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IV Domenica del Tempo di Pasqua
- Colore liturgico: Bianco
- At 2, 14. 36-41; Sal.22; 1 Pt 2, 20-25; Gv 10, 1-10
Gv 10, 1-10
Dal Vangelo secondo Giovanni
1ยซIn veritร , in veritร io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da unโaltra parte, รจ un ladro e un brigante. 2Chi invece entra dalla porta, รจ pastore delle pecore. 3Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. 4E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perchรฉ conoscono la sua voce. 5Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perchรฉ non conoscono la voce degli estraneiยป. 6Gesรน disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro. 7Allora Gesรน disse loro di nuovo: ยซIn veritร , in veritร io vi dico: io sono la porta delle pecore. 8Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. 9Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarร salvato; entrerร e uscirร e troverร pascolo. 10Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perchรฉ abbiano la vita e lโabbiano in abbondanza.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 07 – 13 Maggio 2017
- Tempo di PasquaVII, Colore – Bianco
- Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 4
Fonte: LaSacraBibbia.net
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