Martedรฌ della terza settimana di Quaresima: perdonare 70 volte sette
Tante volte mi vengono rivolte domande sul perdono sottoponendomi casi e casi diversi: โโฆ ma se questo ha fatto questo e questoโฆ io come mi devo comportare? Devo perdonare oppure no?โ. Nel Vangelo di oggi Gesรน non prende in esame nessun caso; dona una regola per tutti e per sempre. Dopo aver letto questa regola, prendete in mano il Vangelo e trovate una sola volta in cui Gesรน dice che lโoffeso non debba perdonare lโoffensore. Vi risparmio la fatica. Non lo dice mai.
Ora analizziamo insieme il vangelo di oggi.
Allora Pietro gli si avvicinรฒ e gli disse: Signore, quante volte dovrรฒ perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte?
Ma quante volte bisogna perdonare il fratello se pecca contro di noi? Cโรจ una misura? Pietro detta a Gesรน come misura: il sempre. Sette volte. Il sette รจ numero perfetto.
E Gesรน gli rispose: Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette.
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Per Gesรน non si deve perdonare sempre, ma sempre per sempre. Sempre allโinfinito. Gesรน con queste sue parole abolisce la legge della vendetta, proclamata da Lamech allโinizio della storia dellโumanitร , secondo quanto ci insegna il Libro della genesi: Lamech disse alle mogli: Ada e Zilla, ascoltate la mia voce; mogli di Lamech, porgete l’orecchio al mio dire: Ho ucciso un uomo per una mia scalfittura e un ragazzo per un mio livido. Sette volte sarร vendicato Caino ma Lamech settantasette”. Adamo si unรฌ di nuovo alla moglie, che partorรฌ un figlio e lo chiamรฒ Set. “Perchรฉ – disse – Dio mi ha concesso un’altra discendenza al posto di Abele, poichรฉ Caino l’ha ucciso”. (Gen 4,23-25).
La vendetta degli uomini senza Dio รจ un sempre allโinfinito. Il perdono degli uomini di Dio, di Cristo, รจ un sempre allโinfinito. Il perdono deve essere allโinfinito perchรฉ lโodio e la vendetta sono allโinfinito.
E Gesรน racconta la parabola del servitore spietato.
il regno dei cieli รจ simile a un re che volle fare i conti con i suoi servi. Incominciati i conti, gli fu presentato uno che gli era debitore di diecimila talenti.ย Non avendo perรฒ costui il denaro da restituire, il padrone ordinรฒ che fosse venduto lui con la moglie, con i figli e con quanto possedeva, e saldasse cosรฌ il debito. Allora quel servo, gettatosi a terra, lo supplicava: Signore, abbi pazienza con me e ti restituirรฒ ogni cosa. Impietositosi del servo, il padrone lo lasciรฒ andare e gli condonรฒ il debito.
Il debito del servo รจ cosรฌ elevato che anche se avesse lavorato tutta la vita non avrebbe potuto estinguerlo. Una cosa resta da fare: appellarsi alla misericordia del Signore. Gli chiede un poโ di pazienza. Gli promette anche di restituirgli ogni cosa, pur sapendo che tutto รจ impossibile per lui. Il padrone si impietose. Lo lascia andare. Gli condona tutto il debito. Lui รจ ora libero. ร salvo. Non deve niente al suo padrone. Puรฒ iniziare una vita tutta nuova. Non ha piรน il pesante fardello del suo debito. Tanto grande รจ la misericordia del padrone: immensa, sconfinata, senza limiti.
Ma cosa succede?
Appena uscito, quel servo trovรฒ un altro servo come lui che gli doveva cento denari e, afferratolo, lo soffocava e diceva: Paga quel che devi! Il suo compagno, gettatosi a terra, lo supplicava dicendo: Abbi pazienza con me e ti rifonderรฒ il debito. Ma egli non volle esaudirlo, andรฒ e lo fece gettare in carcere, fino a che non avesse pagato il debito.
Appena uscito questo servo, sul quale si era manifestata in modo cosรฌ alto la misericordia del padrone, trova un altro servo come lui che gli doveva cento denari. ร un debito abbordabilissimo.
Gli esperti di economia antica dicono che diecimila talenti equivalgono a 60 milioni di paghe giornaliere. Questo secondo il calcolo matematico, secondo invece il calcolo simbolico, lโequivalenza รจ tra lโimpossibile assoluto, per sempre, e il possibile facile, in poco tempo, in un istante.
Questo servo invece crudele, malvagio, spietato: โAfferratolo, lo soffocava e diceva: Paga quel che devi!โ.ย Qui cโรจ crudeltร , non amore, assenza di ogni misericordia. Questโuomo รจ dal cuore duro, di pietra, incapace di vedere la momentanea difficoltร di uno che รจ servo come lui.
Questo suo compagno altro non dice che quanto aveva detto lui qualche istante prima al padrone: โAbbi pazienza con me e ti rifonderรฒ il debitoโ. โAbbi pazienza con me e ti restituirรฒ ogni cosaโ. Cโรจ perรฒ una differenza: Lui sapeva di non poter restituire e chiese pietร . Domandรฒ una dilazione. Lui sa che il suo compagno puรฒ restituire il dovuto, anche se non immediatamente, subito, allโistante. Pur sapendo questo, cosa fa? Lo fa gettare in prigione, finchรฉ non avesse pagato il debito.ย Lui chiede pietร e la ottiene. A lui รจ domandata pietร e non la dona.
Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: Servo malvagio, io ti ho condonato tutto il debito perchรฉ mi hai pregato. Non dovevi forse anche tu aver pietร del tuo compagno, cosรฌ come io ho avuto pietร di te?
La parabola raccontata da Gesรน ci insegna il vero motivo, quello soprannaturale, per cui dobbiamo noi perdonare sempre. Dio รจ il nostro re. Dio viene per fare i conti con tutti noi. Ognuno di noi รจ debitore verso di Lui di diecimila talenti. Eppure ci perdona.
Ora chiediamoci: qual รจ il nostro comportamento verso gli errori altrui.
[toggle title=”LEGGI IL BRANO DEL VANGELO” state=”close”]
Mt 18, 21-35
Dal Vangelo secondoย Matteo
In quel tempo, Pietro si avvicinรฒ a Gesรน e gli disse: ยซSignore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrรฒ perdonargli? Fino a sette volte?ยป. E Gesรน gli rispose: ยซNon ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.
Per questo, il regno dei cieli รจ simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poichรฉ costui non era in grado di restituire, il padrone ordinรฒ che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e cosรฌ saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirรฒ ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciรฒ andare e gli condonรฒ il debito.
Appena uscito, quel servo trovรฒ uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirรฒ”. Ma egli non volle, andรฒ e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito.
Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perchรฉ tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietร del tuo compagno, cosรฌ come io ho avuto pietร di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finchรฉ non avesse restituito tutto il dovuto.
Cosรฌ anche il Padre mio celeste farร con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratelloยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
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