Commento alle letture del Vangelo del 3 luglio 2016 – Carla Sprinzeles

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La misericordia di Dio arriva agli uomini attraverso la testimonianza di coloro che l’hanno conosciuta nella propria persona.
Noi cristiani siamo per natura missionari: essere discepoli di Gesรน, infatti vuol dire mettersi a servizio del regno. Cristo chiama per mandare a portare questo annuncio di speranza.
La missione che il Signore ha affidato ai suoi รจ proprio quella di diffondere attorno dinamiche nuove di fraternitร , di condivisione, di misericordia.
Nella nostra vita sociale ogni cosa รจ vissuta e interpretata in ordine al proprio interesse, secondo il proprio punto di vista, non c’รจ mai volontร  di andare a fondo.
Noi dobbiamo assumere atteggiamenti opposti, quindi di misericordia, di esercizio di amore anche per le persone che sbagliano, che sono egoiste.
Perchรฉ le persone che curano solo il proprio interesse se non vengono amate, se non vedono atteggiamenti di gratuitร  negli altri, di generositร , non usciranno mai dalla loro condizione.
Dobbiamo educarci a questo, proprio in ordine ai rapporti nelle famiglie, ai rapporti sociali, รจ cosรฌ che immettiamo dinamiche nuove nella societร .

ISAIA 66, 10-14
[ads2]La prima lettura รจ tratta dal libro di Isaia, che nell’ultima parte che si legge oggi รจ opera di un anonimo profeta che visse nella capitale di Giuda dopo il ritorno dall’esilio babilonese e al quale la tradizione ha attribuito il nome di “Terzo Isaia”, in quanto la sua opera vuole rieccheggiare i temi e lo stile del grande profeta che, oltre due secoli prima, aveva cantato la grandezza di Gerusalemme.
Le ultime parole di questo grande libro profetico suonano come un lieto annuncio destinato alla cittร  di Gerusalemme: dopo il tempo del lutto che ha caratterizzato la dura esperienza della distruzione, della deportazione e dell’esilio, essa sarร  restaurata e i Giudei dispersi vi potranno ritornare.
La voce narrante esprime un messaggio di gioia, che รจ motivata da una riconoscenza per essere colmata della grazia del Signore, per essere stata eletta quale madre spirituale che adotta e consola tutti i popoli, anche quelli stranieri per riunirli in un’unica famiglia come farebbe con i propri figli.
Il testo riesce a farci percepire forti sensazioni quando descrive in modo vivo e somatico il tenero rapporto che la madre Sion intrattiene con i suoi figli.
Si tratta dell’atto di nutrire le sue creature, della partecipazione piena della madre alla gioia dei figli che rientrano tra le sue mura, di tenere e amorevoli affettuositร , “portati in braccio e sulle ginocchia accarezzati”.
Il popolo รจ sfiduciato nel ritornare dall’esilio, ma dietro queste affettuose premure materne ci si rivela la presenza del Signore stesso che si prende cura del suo popolo.
Dio stesso si assume l’impegno di fedeltร  a questo compito di consolazione per coloro che si affidano a lui!
Accanto a noi vigila un cuore di Padre, che ci consola come una madre consola il figlio suo.

LUCA 10, 1-12. 17-20
Nel testo di Luca che leggiamo, ci viene presentata la “missione” dei 72 discepoli, ne definisce l’origine e la finalitร , definisce la responsabilitร  degli inviati e dei destinatari, ne descrive modalitร  e metodi. La cifra 72 allude al numero delle nazioni pagane, indica i confini universali della missione: รจ per tutti!
Inizia con “Pregate il Signore della messe”, per indicare che il regista รจ il Signore.
Ciรฒ che chiede Gesรน al missionario, a noi, รจ portare la Buona notizia: che Dio si รจ fatto vicino come Padre e Pastore e si prende a cuore la vita di ognuno dei suoi figli.
I discepoli di Cristo sono innanzitutto messaggeri di pace perchรฉ, mandati da Gesรน, sono come identificati con lui, il Figlio del Padre.
L’unica beatitudine che promette il titolo di “figlio di Dio” รจ quella di operatori di pace.
Solo Dio puรฒ darci la vera pace, “non come la dร  il mondo”, perchรฉ non si tratta di una pace conquistata ma di un dono da accogliere.
Chi crede di poter imporre o realizzare la pace rischia di creare ingiustizie e di generare violenza.
Quanti trattati di pace hanno dato origene a nuove guerre!
Puรฒ portare la pace del Padre solo chi giร  vive nella dimensione del regno, dove la paura e il turbamento sono assorbiti dalla fiducia nell’amore e dalla certezza della presenza del Bene in ogni situazione.
“Shalom” la pace in ebraico, evoca un compimento, un debito pagato.
Ora l’unico vero debito dell’uomo consiste nel giungere alla pienezza della sua somiglianza con il Dio-Amore, mediante l’amore fraterno, capace di fare di tutto per lavorare al bene altrui.
Il portatore di pace รจ libero di fronte alle dinamiche di questa terra: non ha piรน nulla che possa suscitare il desiderio del fratello.
Per cui le raccomandazioni del Maestro: “non portate borsa, nรฉ bisaccia” sono viatico di “non violenza” e “neanche sandali”, perchรฉ “deporre il sandalo” su un terreno o su una persona (ad esempio la donna da sposare per suscitare una discendenza al marito defunto) รจ fare atto di proprietร .
Non si puรฒ nemmeno salutare la gente che si incrocia per strada, forse perchรฉ si tratta di trasmettere lo Shalom di Cristo e non dei convenevoli che inquinerebbero l’augurio della vera pace. Quando invece il discepolo entra in una casa, nell’intimitร  di una famiglia, quando cioรจ la relazione diventa piรน autentica, allora deve trasmettere lo “Shalom”.
Come avverrร ? Dio agisce attraverso gli uomini: se ci sarร  un “figlio di pace”, che vuol dire un operatore di pace, un pacifico, cioรจ una persona capace di ricevere la pace “non come la dร  il mondo”, cioรจ senza compromessi nรฉ lusinghe ma in veritร , allora tutta la famiglia potrร , attraverso dinamiche innescate da “questo figlio di Dio”, uscire dalla dimensione terrena della paura e della violenza per entrare nel regno.
Quando invece una cittร , una comunitร , uno stato, non accoglie la pace di Dio, รจ segno che preferisce salvare se stessa con la violenza: non puรฒ far parte del regno.
Pace, “Shalom”, significa l’armonia interiore e l’armonia dei rapporti, fondate, l’una e l’altra sull’accoglienza dell’azione di Dio.
Noi trasmettiamo di Dio quello che accogliamo, ma deve diventare qualitร  nostra.
Quando per esempio una persona esprime rabbia nei nostri confronti o ci offende o ci umilia e noi riusciamo a vivere questa situazione positivamente, vuol dire che noi armonizziamo le nostre componenti interiori, siamo nella pace. Non eliminiamo gli istinti, ma li assumiamo orientandoli, armonizzandoli con la forza dello Spirito.

Amici, rallegriamoci perchรฉ i nostri nomi sono scritti nei cieli, cosa vuol dire?
Vuol dire che ognuno di noi รจ stato pensato, voluto e amato sin dall’eternitร , vuol dire che Qualcuno ci ha disegnato nel palmo delle sue mani, e se noi aderiamo a lui trasmettiamo il suo Amore agli altri.

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A cura di Carla Sprinzeles | via Qumran

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XIV Domenica del Tempo Ordinario – Anno C

Lc 10, 1-12. 17-20
Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, il Signore designรฒ altri settantadue e li inviรฒ a due a due davanti a sรฉ in ogni cittร  e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: ยซLa messe รจ abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perchรฉ mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, nรฉ sacca, nรฉ sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarร  un figlio della pace, la vostra pace scenderร  su di lui, altrimenti ritornerร  su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perchรฉ chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una cittร  e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarร  offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “รˆ vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una cittร  e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra cittร , che si รจ attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate perรฒ che il regno di Dio รจ vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sรฒdoma sarร  trattata meno duramente di quella cittร ยป.
I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: ยซSignore, anche i demรฒni si sottomettono a noi nel tuo nomeยป. Egli disse loro: ยซVedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrร  danneggiarvi. Non rallegratevi perรฒ perchรฉ i demรฒni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perchรฉ i vostri nomi sono scritti nei cieliยป.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 03 – 09 Luglio 2016
    Tempo Ordinario XIV, Colore verde
    Lezionario: Ciclo C | Anno II, Salterio: sett. 2

Fonte: LaSacraBibbia.net

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