Il testo ed il commento al Vangelo del 7 marzo 2016 – Gv 4, 43-54, ย Tempo di Quaresima – Quarta settimana del Tempo di Quaresima.
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- Colore liturgico: viola
- Le letture del giorno: Is 65, 17-21; Sal.29; Gv 4, 43-54
Gv 4, 43-54
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesรน partรฌ [dalla Samarรฌa] per la Galilea. Gesรน stesso infatti aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella propria patria. Quando dunque giunse in Galilea, i Galilei lo accolsero, perchรฉ avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme, durante la festa; anch’essi infatti erano andati alla festa.
Andรฒ dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l’acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafร rnao. Costui, udito che Gesรน era venuto dalla Giudea in Galilea, si recรฒ da lui e gli chiedeva di scendere a guarire suo figlio, perchรฉ stava per morire.
Gesรน gli disse: ยซSe non vedete segni e prodigi, voi non credeteยป. Il funzionario del re gli disse: ยซSignore, scendi prima che il mio bambino muoiaยป. Gesรน gli rispose: ยซVa’, tuo figlio viveยป. Quell’uomo credette alla parola che Gesรน gli aveva detto e si mise in cammino.
Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i suoi servi a dirgli: ยซTuo figlio vive!ยป. Volle sapere da loro a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: ยซIeri, un’ora dopo mezzogiorno, la febbre lo ha lasciatoยป. Il padre riconobbe che proprio a quell’ora Gesรน gli aveva detto: ยซTuo figlio viveยป, e credette lui con tutta la sua famiglia.
Questo fu il secondo segno, che Gesรน fece quando tornรฒ dalla Giudea in Galilea.
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C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
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L’amore prima del mondo. Papa Francesco scrive ai bambini
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Commento al Vangelo di Gv 4, 43-54
Commento a cura dei giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)
[ads2]Tuo figlio vive.
Accogliere Cristo nella fede รจ il segno inequivocabile di una vera religiositร . Questa non si identifica perรฒ nella ricerca di segni e di prodigi, non si limita ad una gioia superficiale e momentanea, ma induce ad una vera conversione del cuore, ad una adesione piena ed incondizionata del suo messaggio. Anche il miracolo che oggi l’evangelista Giovanni ci racconta ha lo scopo di suscitare la vera fede. La guarigione prodigiosa, operata “a distanza”, a favore del figlio di un funzionario del re, raggiunge pienamente lo scopo. Non solo il malato guarisce, ma prima nel padre e poi in tutta la sua famiglia si accende la luce della fede. Gesรน ancora oggi ci ammonisce: ยซSe non vedete segni e prodigi, voi non credeteยป. Solo la cecitร spirituale, che annebbia la luce della fede ci impedisce di ยซvedereยป e di credere. Sicuramente non mancano i segni e i prodigi, manca ancora la limpidezza dello sguardo dell’anima che direttamente ci immerge nel mondo di Dio. Tanti fattori concorrono ad annuvolare il nostro sguardo: l’informazione martella dentro di noi l’apparente trionfo del male sul bene. Vengono narrati e spettacolarizzati gli eventi negativi e taciuto tutto il bene che silenziosamente viene operato in ogni parte del mondo. Ci acceca anche l’eccessiva fiducia che riponiamo nelle nostre risorse umane, che quasi distoglie dalla fede in Dio e dalla umile preghiera a Lui. I funzionari di oggi piรน che cercare Gesรน e attendersi da Lui la guarigione del figlio, preferiscono ricorrere innanzitutto ai luminari della scienza. Possiamo aggiungere, su questa scia, che tanti papร e tante mamme, vedendo i loro figli ยซmalatiยป anche gravemente, o non si accorgono del loro stato, o si affannano in strane ricerche, ma raramente ricorrono con vera fiducia al vero Medico dei corpi e delle anime. Dobbiamo sempre ricordarci che la lampada della fede va alimentata ogni giorno con l’olio delle buone opere e soprattutto con il fervore della preghiera assidua.


