“I believe in a Promise Land”, le radici bibliche del rock di Bruce Springsteen
“Sono veramente tantissime le immagini che Bruce Springsteen, nel suo ultimo lavoro ‘High Hopes’, attinge dal testo biblico. Viene citato Giona nel ventre della balena, la donna samaritana al pozzo, gli uomini di Gedeone, gli uomini di Saulo, i figli di Abramo. E’ la conferma delle radici bibliche della sua scrittura e del discernimento con cui i credenti debbono accostarsi anche alla musica rock senza etichettarla a priori”. Andrea Monda, critico letterario e scrittore, con il musicista Antonio Zirilli alla chitarra, ripropone ai nostri microfoni la lezione-concerto dedicata al repertorio del rocker statunitense, giร andata in scena, tra l’altro, alla Pontificia Universitร Gregoriana. “Springsteen – spiega Monda – nasce da una famiglia cattolica, padre irlandese e madre italiana. Normale che l’immaginario biblico sia presente nei sui testi sin dall’esordio discografico del 1973. Fin da allora nei suoi brani il tema del contrasto tra luce e tenebre, redenzione e dannazione, รจ uno dei topoi ricorrenti. Tutta la sua opera รจ un passaggio, un viaggio, dalle ‘badlands’ – le terre cattive, malvagie – alla ‘promise land’, la ‘terra promessa’. L’incontro musicale dedicato a Springsteen sarร riproposto sabato 22 febbraio alle 18 nella parrocchia romana dei Sacri Cuori di Gesรน e Maria. (a cura di Fabio Colagrandeย per Radio Vaticana).