fra Stefano M. Bordignon – Commento al Vangelo del 27 dicembre 2025

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Nel Vangelo di Giovanni, dopo la corsa al sepolcro, si racconta che il discepolo amato “vide e credette”. Non vide Gesù risorto, non sentì la sua voce né toccò le sue ferite. Vide solo dei segni: le bende per terra, il sudario piegato. Eppure, quei segni bastarono per accendere in lui la fede.

Questa scena ci insegna qualcosa di prezioso per la nostra vita spirituale: la fede nasce spesso da segni semplici, non da visioni straordinarie. Giovanni non aveva tutto chiaro, ma scelse di fidarsi. È proprio in questo “fidarsi senza vedere” che inizia la vera fede, quella che cresce nel silenzio, nella ricerca, nella fiducia.

Anche noi, ogni giorno, siamo chiamati a credere davanti a “sepolcri vuoti”: quando non comprendiamo un dolore, quando sembra che le nostre preghiere non siano ascoltate, quando Dio tace. Ma se rimaniamo aperti e attenti, anche noi possiamo scoprire i segni della sua presenza: un gesto d’amore, una parola che ci ridona pace, una forza nuova che nasce dentro.

Il discepolo amato non ha visto il Risorto, ma ha riconosciuto che la morte non aveva più l’ultima parola. Così anche noi, davanti alle nostre paure o ai nostri fallimenti, possiamo ricordare che Dio è già all’opera. La fede non è vedere per credere, ma credere per poter vedere.

Oggi chiediamo al Signore un cuore capace di riconoscere la vita nuova anche dove tutto sembra perduto, e di dire con Giovanni: “Ho visto e ho creduto.”
Unisciti a noi per un cammino di fede e preghiera comunitario.

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