Di quante cose il Vangelo ci fa dono nella notte del Natale, ma bisogna ascoltare e forse rileggere questo racconto per capirne la portata: la Luce viene nelle tenebre (dirà il vangelo domani, nella spiegazione teologica dell’evangelista Giovanni), come un bambino viene alla luce, tutto avviene nella normalità.
Una famiglia normale è costretta a mettersi in viaggio (tutti dovevano farsi censire) e viene accolta dalla straordinaria ospitalità tipica in oriente e, grazie alla premura dei parenti, l’ospitalità è ciò che ci viene proposto di vivere oggi verso chi è piccolo e fragile.
Ciò che stupisce è dove il bambino viene collocato, cioè nella mangiatoia, in latino nel “praesepium”, nella stanza più interna della casa, forse una grotta, cioè nella stalla dove troviamo gli animali.
L’annuncio di questa nascita non poteva trovare ascolto se non dai pastori, che – abituati a custodire i loro animali – riconoscono per primi che Dio è venuto perché custode degli uomini che ama, di coloro che rende suoi figli!
Sapremo riconoscere Lui, mentre Lui riconosce tutti come suoi figli?
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Fonte: Missio Ragazzi
