Una delle scene piรน strazianti del vangelo รจ il lamento โ un pianto udibile e incontenibile โ di Gesรน sulla Cittร Santa. Urla il suo dolore e la sua impotenza di fronte a una comunitร che ha scelto la guerra anzichรฉ riconoscere ciรฒ che edifica la pace.
Chi semina odio raccoglie tempesta; chi prepara la guerra, anche se dice di volere la pace, troverร soltanto bambini, donne, uomini morti. Uccisi. Perchรฉ continuiamo a scavarci la nostra fossa? Se consideriamo che Gesรน si rivolge a Gerusalemme, il pensiero non puรฒ che andare a quanto si sta consumando oggi in Terra Santa: alla distruzione di massa che ha travolto la popolazione palestinese a Gaza e alla continua, quanto crudele, colonizzazione della Cisgiordania.
Anzichรฉ logiche disumanizzanti โ anzichรฉ usare il dolore vissuto in passato per giustificare la violenza omicida contro altri esseri umani โ possiamo scegliere invece di custodire una vulnerabilitร generosa e non impaurita, una memoria risanante e non vendicativa, una vita che ama e promuove quella altrui.
La spirale d’odio va spezzata con scelte di giustizia, coraggiose e radicali, oggi quasi impensabili: ci รจ data un’unica Terra Santa nella quale imparare a convivere. Gesรน, di fronte alla diabolica corsa agli armamenti, si mostra vulnerabile e piange ancora oggi: sino a che punto riusciremo ad autodistruggerci?
Commento a cura di:
Piotr Zygulski, nato a Genova nel 1993, dopo gli studi in Economia e in Filosofia ha conseguito il dottorato in Ontologia Trinitaria – Teologia all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (FI). ร socio ordinario dell’Associazione Teologica Italiana. Dirige la rivista di dibattito ecclesiale “Nipoti di Maritain”. ร docente nelle scuole secondarie della Liguria e di Teologia Fondamentale all’ISSRM di Foggia. ร un Piccolo Fratello dell’Accoglienza.
Tra le pubblicazioni: Il Battesimo di Gesรน. Un’immersione nella storicitร dei Vangeli, Postfazione di Gรฉrard Rossรฉ, EDB 2019.
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